In risposta al mio post dello scorso 29 ottobre sulla comparazione dei prezzi in Brianza, il 10 novembre Bea e Cem hanno mandato a tutti i sindaci dei comuni soci un comunicato congiunto. Secondo i due presidenti, Boselli e Pedrazzi, la mia comparazione non sarebbe corretta in quanto i prezzi di smaltimento indicati nelle varie voci non sarebbero direttamente confrontabili. In particolare: i costi di CEM includerebbero “anche tutti i costi generali e i costi operativi per i servizi che la Società rende ai suoi Soci e sono calibrati internamente per disincentivare lo smaltimento finale a favore del recupero” mentre i prezzi di BEA “in alcuni casi” includerebbero “anche costi di trasporto e altri servizi diversi e che sono costruiti sulla base del costo industriale“; riguardo Gelsia, i prezzi di smaltimento “oltre a non essere gli stessi per tutti i Comuni da questa serviti, sono in realtà i prezzi di acquisto da parte di Gelsia di detti servizi e non comprendono costi generali ed utile di impresa, che restano nascosti nei prezzi di raccolta.”

Secondo Boselli e Pedrazzi, l’analisi dei prezzi è paragonabile ad una “giungla” dalla quale è possibile uscire in modo “semplice”: basta cestinarla e andare sul sito di Arpa in quanto “Regione Lombardia da anni rileva i costi complessivi di gestione del servizio di igiene urbana che sostengono i Comuni, espressi in Euro/abitante/anno, e li pubblica sul suo sito

Peccato che tale indice includa anche i costi di igiene urbana, che sono evidentemente condizionati dalle differenti caratteristiche del territorio (ad esempio la densità della popolazione), dalle modalità di esecuzione e dalla qualità del servizio (ad esempio lo spazzamento stradale), dal tipo e numero di mezzi impiegati, eccetera. Nonostante ciò, estraendo pochi dati dall’elenco pubblicato da Arpa, Boselli e Pedrazzi azzardano la classifica dei servizi più economici: al primo posto sarebbero quelli di CEM, seguiti nell’ordine da BEA . All’ultimo posto, ovviamente, Gelsia Ambiente. Sarà proprio così?

Ecco la lista completa, integrata con i riferimenti degli operatori che effettuano raccolta e smaltimento:

Immagine1

 

E’ chiaro che il dato in esame non permette di fare alcun confronto: a parità di operatori, le differenze nei costi procapite sono notevoli per tutti! Se proprio lo si volesse usare, bisognerebbe chiedersi perché l’abitante di un piccolo comune come Aicurzio (Cem) paga quasi quanto chi abita in una grande città come Monza (Sangalli/CBM). Oppure si potrebbe osservare che nella classifica tra i primi 10 comuni ce ne sono 5 serviti da Cem.

Quindi, lo ribadisco, il parametro più attendibile per comparare la convenienza economica delle aziende è il costo di smaltimento suddiviso per le varie frazioni, come abbiamo fatto noi. Troppo facile prendere il totale e dividere per il numero degli abitanti, senza considerare le specificità dei territori serviti e le caratteristiche e le condizioni operative del servizio offerto.

La replica di Bea/Cem alla mia analisi, più che un chiarimento, sembra un tentativo di confondere le carte in tavola!

2 commenti

  1. Bravo Gianmarco!

  2. CEM e BEA hanno fatto il loro tempo, sono solo tentativi di restare in piedi !
    alla fusione ci crede solo Archetti e Poletti, Archetti per una questione di sopravvivenza politica, altrimenti tolgono la fiducia all’attuale maggioranza e lui non può candidarsi sindaco al prossimo giro; Poletti perchè è sempre stato il solo e l’unico Deus ex machina del CEM.
    Connect l’ha detto chiaro: tariffa puntuale, fabbrica dei materiali e riprogettazione dei prodotti; il futuro o lo calvalchi o lo subisci !

    bravo Gianmarco