Quelli che vedete nella foto sono alcuni dei volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa di Monza e della Brianza che da alcuni giorni si stanno impegnando nella produzione artigianale di 50.000 protezioni destinate ai volontari di tutta la nostra provincia e oltre.
Reperire mascherine è praticamente impossibile e lo sarà ancora per giorni… buone notizie potrebbero arrivare dalle interlocuzioni che il nostro governo ha aperto con la Cina, ma intanto non c’è tempo da perdere! Per questo alcune associazioni brianzole si sono rimboccate le maniche per trovare un’alternativa rapida e concreta. Grazie al sostegno delle aziende che hanno fornito i materiali gratuitamente, alla generosa collaborazione degli artigiani che stanno eseguendo alcune lavorazioni a macchina e alla Fondazione Bonolis che ha messo a disposizione gli spazi del proprio laboratorio, i volontari riescono ad assemblare circa 3000 pezzi al giorno che vengono immediatamente destinati alle associazioni che ne fanno richiesta. La domanda è altissima!
Questa iniziativa rappresenta un bellissimo esempio di quella Brianza solidale e operosa che di fronte alle emergenze si attiva e fa rete, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Artigiani, volontari e aziende che rappresentano il volto migliore della Brianza, che meritano il ringraziamento e il sostegno di tutti!
Per questo motivo con i portavoce alla Camera Davide Tripiedi e al Senato Simona Nocerino abbiamo deciso di sostenere questa importante iniziativa, devolvendo complessivamente 5000 euro che saranno utilizzati per arrivare a produrre 50 mila pezzi.
Queste protezioni non sono delle vere e proprie mascherine e non sono adatte per il personale medico, ma in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo rappresentano comunque un grosso passo avanti rispetto alla mancanza totale di protezioni. Sono destinate a tutti i volontari che prestano soccorso, che distribuiscono farmaci o fanno la spesa agli anziani e altre attività di volontariato.
Chiunque volesse dare il proprio sostegno, può fare una donazione a:
Associazione di Volontariato ONLUS Monza Soccorso
Codice Fiscale 94552500152
IBAN: IT87O084532040000000093155
Causale: Sostegno Progetto Dispositivi di Protezione
Forza!
Vi invito a dedicare due minuti al signor Ubaldo (al minuto 23 di questo video di Rai Play). E’ un falegname brianzolo che ha dedicato 70 anni della sua vita alla “bottega”.
Forse il signor Ubaldo a qualcuno sembrerà un imbecille. A me suscita una simpatia e una tenerezza infinita, forse perché mi ricorda molto da vicino i miei nonni.
Il signor Ubaldo rappresenta nel mio immaginario una categoria di cittadini che lavorano come muli, pagano le tasse e non riescono a capacitarsi del fatto che non ci siano i soldi per evitare che muoiano ogni anno – nella sola Lombardia – 10 mila persone di smog, non ci siano i soldi per bonificare le cave riempite di rifiuti tossici dall’ndrangheta, non ci siano i soldi per evitare che si debba andare al lavoro su carri bestiame vecchi di 40 anni senza aria condizionata e rischiare di stare male dal caldo.
Nel dibattito sull’autonomia differenziata, chi parla, anche nel MoVimento 5 Stelle, di “egoismo dei ricchi” semplicemente non conosce la realtà del Nord. Così come chi fa le barricate contro l’autonomia è ben poco rispettoso dei 5 milioni di cittadini di Veneto e Lombardia che una domenica di un paio d’anni fa hanno deciso di alzare le chiappe dal divano e andare a votare al referendum, peraltro in un percorso reso perfettamente costituzionale proprio dal Movimento 5 Stelle lombardo. Noi queste persone abbiamo il dovere di ascoltarle, di capire le loro ragioni, di incanalare le loro richieste in percorsi che tengano insieme le diverse esigenze dei territori del nostro Paese. Bollarle come egoiste, secessioniste e amenità varie sarebbe un errore gravissimo.
La Lombardia paga ogni anno svariati miliardi di tasse (da 54 a 13 a seconda delle stime) che non tornano indietro sotto forma di servizi (residuo fiscale).
Nei discorsi dei miei colleghi del Sud sento sempre parlare giustamente di difesa dei diritti dei cittadini meridionali; ma il discorso non può finire lì.
Finalmente venerdì scorso ho sentito una esponente del Movimento andare oltre e fare un ragionamento un po’ più ampio. La viceministro all’Economia Laura Castelli al Messaggero ha dichiarato:
“L’unico modo per tutelare l’efficienza e il fabbisogno è quello di utilizzare i costi standard, perché è un criterio che garantisce l’unità nazionale, la tutela delle diversità territoriali e che qualifica la spesa nella sua efficienza. Non crea diseguaglianze e le regioni riescono a mantenere i loro livelli di assistenza, facendo lotta agli sprechi”.
Ecco, secondo me la Castelli ha finalmente centrato il punto: indurre le regioni del Sud a combattere gli sprechi, le inefficienze, la malagestione (pagate anche con i soldi dei cittadini del Nord) attraverso i costi standard, in modo da ridurre in prospettiva l’ormai insopportabile residuo fiscale di alcune regioni del Nord.
Se non si aggiunge anche questo pezzo alla narrazione, se non si comprende il disagio di tanti cittadini del Nord, se ci si pone sulla difensiva parlando solo dei diritti del Sud, si finisce per passare per difensori dello status quo, cosa che non mi pare particolarmente apprezzabile.
A me piacerebbe un Movimento 5 Stelle che riesca ad ascoltare e ad entrare in sintonia con i tanti signor Ubaldo del Nord del nostro Paese. Cosa che non ci è mai riuscita. Ora meno che mai dato che ci stiamo sempre più qualificando come la Lega del Sud.
Il problema, semplice semplice, è che nelle ultime elezioni abbiamo perso completamente il Nord e se non lo recuperiamo, con i soli voti del Sud, al Governo non ci torneremo mai più.
Mattinata di confronto a Monza, con il collega Marco Fumagalli sul prolungamento della metropolitana fino a Monza nord. Ho partecipato al tavolo di lavoro organizzato dal comitato HQ Monza con molti rappresentanti politici del territorio brianzolo.
Il Governo del Cambiamento ha stanziato 900 milioni di euro per la metropolitana a Monza e il provvedimento ha trovato il voto favorevole di tutte le forze politiche.
È un ottimo inizio ma occorre tenere alta l’attenzione sull’iter amministrativo, tecnico e burocratico affinché tutto proceda senza intoppi o ritardi.
Dalla realizzazione del progetto definitivo alla stipula della convenzione tra governo, regione e comuni coinvolti; dalla ripartizione dei costi residui tra gli enti locali alla creazione di un parcheggio adeguato al capolinea fino agli impatti ambientali e acustici del deposito dei treni al confine tra Monza e Cinisello. E, in prospettiva, il prolungamento della linea verde fino a Vimercate.
Sono tante le questioni da tenere monitorate. Ci siamo tutti impegnati affinché le cose procedano rapidamente per il verso giusto!
Il Consiglio Superiore della Magistratura mi “bacchetta” per la mia azione di difesa di Sergio Bramini ma io non ho nulla di cui pentirmi.
D’altronde, come ho ribadito più volte, la mia non è stata un’azione contro la magistratura monzese, piuttosto un gesto finalizzato a fermare il countdown dello sfratto per cercare di trovare un soluzione ad una situazione che rappresentava una palese ingiustizia nei confronti di un cittadino da parte dello Stato. Ancora »
Oggi è un grande giorno per tutti i cittadini di Monza e della Brianza! Con grande emozione comunico che è appena stato approvata al Senato la legge di bilancio che contiene lo stanziamento di 900 milioni di euro per finanziare il progetto di prolungamento fino a Monza della linea M5 della metropolitana di Milano! Ancora »
Da qualche tempo i sindaci di Monza e Milano chiedono insistentemente al governo 900 milioni di euro per il prolungamento della metropolitana fino a Monza, facendo credere ai cittadini che l’erogazione del finanziamento dipenda dall’umore del ministro quando si sveglia alla mattina.
La realtà, che Sala e Allevi si guardano bene dal raccontare ai cittadini, è totalmente diversa. Ancora »
È assurdo che Sala chieda pubblicamente soldi al Governo mentre il Comune di Milano rischia addirittura di non partecipare al bando esistente!
Infatti, a soli due mesi dalla scadenza del bando statale che potrebbe assicurare circa 700 milioni per prolungare la metropolitana milanese fino a Monza, entrambi i comuni sono ancora in alto mare e rischiano di non riuscire ad effettuare in tempo i necessari adempimenti.
Se Sala e Allevi, al di là dei proclami, vogliono davvero prolungare la metropolitana, allora lo dimostrino coi fatti e si affrettino a presentare il progetto entro la scadenza: è un’occasione irrinunciabile per concretizzare un’opera che il territorio attende da decenni.
Se invece Milano e Monza perderanno questa possibilità, Sala e Allevi non avranno scuse e dovranno assumersi la responsabilità di fronte ai cittadini.
E anche quest’anno è arrivato puntuale l’invito ad assistere al Gran Premio di Formula 1 e anche quest’anno come sempre declino l’invito. #ZEROPRIVILEGI! #NOCASTA
Un nuovo tentativo concreto per salvare la casa di Sergio Bramini: è la raccolta fondi messa in piedi all’associazione San Giuseppe, un gruppo di imprenditori, per comprargli la casa ed evitargli così lo sgombero fissato per il 18 maggio.
Per chiarire meglio l’iniziativa riporto di seguito alcuni passi della spiegazione pubblicata sul sito delle Iene.
“Per evitare lo sgombero servono all’incirca 450.000 euro, e per raggiungere l’obiettivo l’associazione San Giuseppe ha dato il via a un crowdfunding sulla piattaforma Gofundme, che non applicherà alcuna commissione alla raccolta fondi. Per donare basta cliccare qui e inserire i propri dati di carta di credito, Paypal o bonifico bancario.” Ancora »
Nel servizio delle Iene andato in onda domenica sera sul caso di Sergio Bramini si è parlato dalla mia elezione del domicilio parlamentare e del fatto che in uno dei documenti prodotti dal giudice dell’esecuzione si facesse cenno al fatto che fosse stato contattato l’ufficio legale del Senato, mentre di seguito si è scoperto che tale ufficio non aveva rilasciato alcun parere.
I tempi televisivi non permettono approfondimenti particolari, perciò cercherò di fare chiarezza io su questa vicenda, per chi avrà la pazienza di leggermi.
Come prima cosa va detto che la vicenda tocca un tema molto complesso e delicato, come quello dell’immunità parlamentare prevista dalla nostra Costituzione.
I commi 2 e 3 dell’articolo 68 della Costituzione recitano:
“Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.
Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.”
Esistono delle leggi e delle sentenze della Corte Costituzionale che specificano meglio gli ambiti in cui vale questo diritto all’immunità, che viene esteso anche al domicilio, inteso anche come ufficio dove un parlamentare svolge la sua attività.
Io ritengo che l’immunità parlamentare si debba applicare anche al caso specifico del mio domicilio eletto presso casa Bramini e che quindi lo sgombero dell’immobile debba essere necessariamente autorizzato dal Senato. Il Tribunale di Monza, contrariamente, ha ritenuto che l’immunità non potesse applicarsi a casi come quello in questione e che quindi si potesse procedere allo sgombero dell’immobile senza una preventiva autorizzazione e deliberazione del Senato.
Il Tribunale di Monza, nella persona del giudice per l’esecuzione, ha prodotto un documento in cui spiega nel dettaglio le sue ragioni. Personalmente, pur non condividendole, ritengo comunque che siano motivazioni legittime, frutto dell’interpretazione giuridica di una norma (l’art. 68 della Costituzione) per la quale non si è ancora sviluppata una giurisprudenza e una casistica di rilievo.
La cosa stonata in quel documento, a mio giudizio, è che a un certo punto il giudice fa riferimento al fatto di aver ricevuto una comunicazione del Ministero dell’Interno. Il passaggio è questo:
… vi è peraltro comunicazione del Ministero dell’Interno (…) nella quale si da atto del fatto che, sentito informalmente l’Ufficio Legale del Senato, non vi sono “situazioni rilevanti da segnalare”; tale Ufficio ha infatti evidenziato come “i soli casi nei quali i membri del Parlamento vengono sottratti all’esecuzione di provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria sono quelli tassativamente elencati nell’art. 68, II comma, della Costituzione”.
Perché dico che questo passaggio dell’ordinanza del Tribunale delle esecuzioni di Monza è stonato?
Per due motivi.
Il primo perché da un lato si riporta che il Ministero dell’Interno ha sentito informalmente l’Ufficio Legale del Senato e dall’altro, subito di seguito, si riportano dei virgolettati attribuiti a tale ufficio, come a voler dare una sorta di formalità e importanza ad una interlocuzione che invece è meramente informale; sembra anzi, così io l’avevo interpretata all’inizio, che questo ufficio avesse rilasciato un parere scritto, da cui erano stati attinti degli stralci poi riportati tra virgolette nell’ordinanza del Tribunale delle esecuzioni.
Tralasciando il fatto che in Senato non esiste un “Ufficio Legale”, bensì un “Ufficio Affari Legali” e un “Servizio per le Immunità Parlamentari”, ho parlato con i referenti di entrambe le strutture e mi hanno assicurato di non aver mai rilasciato pareri scritti sull’argomento al Ministero dell’Interno o ad altri soggetti. E nemmeno avrebbero potuto farlo, visto che sono strutture al servizio esclusivo degli organi decisionali interni del Senato e non di enti esterni.
Quindi, assodato che si è trattato per davvero di una interlocuzione informale (una telefonata? una chiacchiera al bar davanti ad un caffè?), trovo che sia stato inopportuno riportare dei virgolettati nell’ordinanza del Giudice dell’esecuzione. Anzi, forse sarebbe stato meglio non citare del tutto l’interlocuzione informale con il cosiddetto Ufficio Legale del Senato.
Anche perché, e qui vengo al secondo motivo per il quale questo passaggio dell’ordinanza del Tribunale di Monza mi pare stonato, non sono certamente l’Ufficio Affari Legali o il Servizio per le Immunità Parlamentari, due strutture tecniche di supporto agli organi politici del Senato, a poter stabilire se nel mio caso si potesse applicare o meno l’immunità parlamentare prevista dall’art 68 della Costituzione!
C’è un unico organismo all’interno del Senato a poterlo fare, ed è un organismo politico (cioè composto da Senatori): la Giunta per le Elezioni e le Immunità Parlamentari. Nessun altro.
Quindi a che pro il Ministero dell’Interno ha sentito – informalmente – il cosiddetto Ufficio Legale del Senato? Perché questa interlocuzione informale si è tramutata in un virgolettato riportato nell’ordinanza del Tribunale?
Insomma, secondo me il Tribunale di Monza nella persona del Giudice delle esecuzioni è stato un po’ incauto nel riportare, in un proprio atto, un virgolettato attribuito ad un cosiddetto “Ufficio Legale del Senato”, dato che non esiste alcun parere rilasciato da nessun ufficio del Senato (e non potrebbe essere altrimenti dato che non spetta agli uffici tecnici del Senato sentenziare in materia!).
Io sono propenso a credere che si sia trattato di un disguido da parte del Tribunale (che forse ha fatto un semplice copia e incolla della comunicazione del Ministero)… ad ogni modo, per chiarezza del vero e per non creare ulteriore confusione ad un caso che comunque resta complesso, sarebbe stato a mio avviso meglio non inserirlo.
Quindi, tornado al dunque, la Giunta per le Elezioni e le Immunità Parlamentari si occuperà del mio caso? Non è automatico, nel senso che di solito sono gli organi giudiziari che richiedono l’autorizzazione alla Giunta, cosa che il Tribunale non ha fatto considerando palesemente escluso il mio caso dall’immunità.
Peraltro la Giunta non si è ancora formata in quanto, a norma di regolamento del Senato, la Presidenza spetta alla minoranza e finché non ci sarà un Governo non si sa quali gruppi siano maggioranza e quali minoranza.
Per quanto mi riguarda, nei prossimi giorni scriverò al Presidente del Senato On. Casellati per chiedere che investa del caso la futura Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari, affinché si esprima sull’inviolabilità del mio ufficio parlamentare di Monza eletto presso l’abitazione di Bramini.
Qualora il Presidente accogliesse la mia richiesta e la Giunta dovesse considerare fondate le mie ragioni, sarà la Corte Costituzionale a doversi esprimere in merito al conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato che a quel punto si sarebbe venuto a creare.
In considerazione dell’imminente scadenza dei termini di preavviso dello sfratto ritengo che sarebbe auspicabile che il Tribunale di Monza sospendesse l’iter di esecuzione della liberazione dell’immobile almeno fino al pronunciamento della futura Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari e pertanto chiederò al Presidente Casellati di valutare l’opportunità di un suo pronunciamento in tal senso.
Vorrei esprimere solidarietà agli elettori leghisti della Brianza, che nel collegio uninominale del Senato di Monza si vedono imposto il candidato di Berlusconi, Stefania Craxi.
Gli elettori leghisti sono passati dallo spirito antisistema delle origini ai diamanti in Tanzania di Belsito, dalle scope di Maroni nel 2013 agli arresti di Mantovani e Rizzi in Regione, dal “mai più con Berlusconi” di Salvini di un paio di anni fa all’alleanza con il condannato per frode fiscale di Arcore, dal radicamento al territorio a Stefania Craxi, paracadutata a Monza – considerata (a torto!) collegio sicuro – non si sa per quali oscuri accordi tra le segreterie di partito.
Cari elettori leghisti della Brianza ribellatevi! Non fatevi umiliare!
VILLA REALE E PARCO DI MONZA: DA MARONI TANTE CHIACCHIERE E POCHI FATTI!
Posted by Gianmarco Corbetta Portavoce MoVimento 5 Stelle Lombardia on Monday, October 9, 2017
Avevo chiesto che qualcuno della giunta regionale venisse in commissione cultura a riferire sui problemi segnalati qualche tempo fa dal direttore del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Pietro Addis. Si è presentato il vice presidente Fabrizio Sala ed è stata l’occasione per fare il punto su tutte le questioni di attualità per il complesso Villa/Parco/Autodromo. Ancora »
Diversi cittadini mi hanno segnalato che l’area ex ippodromo all’interno del Parco della Villa Reale da tempo viene utilizzata da gruppo di persone per giocare a cricket, provocando danni evidenti e documentati al manto erboso. Ancora »
La Villa è sotto organico, mancano le risorse per una vera valorizzazione culturale del sito e latitano persino i dispositivi per garantire la sicurezza. Solo una piena valorizzazione culturale della Villa e del Parco può assicurare al nostro territorio un flusso continuativo di turisti e il relativo indotto per tutto l’anno. Ma Maroni vuole i grandi eventi – sportivi e musicali – che si esauriscono in una manciata di giorni, così come l’indotto che portano.
La nostra richiesta di intervento a favore della Villa così come tutte le altre richieste del M5S sono state BOCCIATE senza discussione dalla maggioranza per “far pagare” al Movimento la protesta contro i 500mila euro “regalati” a un torneo di golf.
Ricordatevi anche di questo, quando vi chiederanno di votarli ancora!
Questa sera alle alle 21 presso il Centro civico D’Annunzio a Monza (Via Gabriele D’Annunzio, 35) si terrà un incontro informativo sul referendum del 22 ottobre rivolto agli attivisti 5 stelle.
Smontiamo tutte le balle di Maroni e capiamo qual è il vero significato di questa consultazione popolare voluta dal Movimento 5 Stelle!
Si è tenuta giovedì 11 maggio in Commissione regionale Cultura l’audizione, da me richiesta, di Pietro Addis, neo direttore del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza per fare il punto sulla gestione del bene monumentale monzese.
Molti gli spunti di riflessione offerti da Addis ai membri della Commissione, tra cui la segnalazione della totale mancanza di risorse a disposizione del Consorzio per la valorizzazione del Parco e della Villa. Tra le maggiori difficoltà che si trova ad affrontare il Consorzio, oltre ad un rapporto spesso difficile con il privato che ha in concessione un’ampia fetta della Villa, vi è la carenza di risorse umane. Ancora »
La ristrutturazione dell’edificio ex Borsa del Liceo Artistico nella Villa Reale di Monza è ormai una vicenda che si trascina da diversi anni, con gli studenti, i genitori e i docenti esasperati dalla lunga attesa di risposte concrete che, nonostante gli annunci e le promesse della politica, non sono ancora arrivate.
Purtroppo non ci risultano fondate le ultime notizie circolate poche settimane fa, secondo le quali sarebbero già stati stanziati 4,5 milioni di euro da parte di Regione Lombardia. Dopo una serie di approfondimenti, posso dire che questi soldi ancora non ci sono.
Per questo motivo ho depositato una question time alla giunta regionale che verrà discussa in aula mercoledì 3 maggio.
Ad oggi non sono bastate le interrogazioni, le mozioni, gli ordini del giorno, le audizioni in commissione cultura e gli incontri con l’assessore di competenza da parte dei diretti interessati: quei soldi Maroni non li ha ancora messi. In Regione c’è solo una richiesta da parte del Comune di Monza per un finanziamento di 4,5 milioni. Questa richiesta la Regione l’ha semplicemente girata al Ministero dell’Istruzione, che però, a fronte di fabbisogni per l’edilizia scolastica lombarda di 330 milioni di euro, metterà a disposizione meno di 36 milioni.
Mercoledì in aula indicherò alla giunta regionale una strada concreta per reperire i fondi necessari. Ci sono 55 milioni di euro da investire tramite un Accordo di Programma per la valorizzazione del complesso della Villa Reale e del Parco di Monza. Ben 27 milioni non si è ancora deciso come spenderli. Con la mia question time chiedo a Maroni di usare questo “tesoretto” per il recupero dell’ex Borsa.
Insomma, adesso è finito il tempo di scherzare, qui c’è in ballo la vita scolastica degli studenti monzesi che frequentano il liceo artistico e che non possono più essere considerati cittadini di serie b.
Maroni questa volta deve dare una risposta precisa alle attese di tanti studenti di Monza e della Brianza!
Qualche settimana fa, sulla base di alcune segnalazioni, avevo denunciato la modalità impropria con la quale sembrava fossero impiegati i volontari presso il complesso monumentale del Parco e della Villa Reale di Monza.
A seguito di una mia interrogazione sul tema ho ricevuto la risposta dell’Assessore Regionale Cristina Cappellini, risposta che francamente non trovo convincente: al contrario le argomentazioni addotte sembrano confermare le criticità che avevo già espresso.