Apprendo dal verbale dell’Assemblea dei Soci di Bea S.p.A. (la società pubblica che gestisce l’inceneritore di Desio) del 23 ottobre scorso che il Presidente ha preannunciato “azioni a tutela della società” contro di me, colpevole di aver pubblicato sul mio blog un articolo in cui svelavo i loro piani per la fusione con Cem Ambiente: http://gianmarcocorbetta.it/2014/10/colpo-gobbo-dei-furbetti-dellinceneritorino-di-desio/
Ha davvero dell’incredibile quella che parrebbe una reazione scomposta di Bea, evidentemente quello che ho scritto deve avere dato fastidio!
Mi limito ad evidenziare, anche nel rispetto di quanto stabilito dalla nostra Costituzione, che i documenti pubblici pervenuti sono divulgabili. Ricordo peraltro che l’art. 122 della Costituzione Italiana, sancisce che i Consiglieri Regionali, al pari dei Parlamentari, “non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”.
I toni utilizzati rientrano peraltro perfettamente in quel canone di “continenza espressiva” che la giurisprudenza della Cassazione richiede al fine di escludere, in determinate ipotesi, l’offensività del reato di diffamazione in ambito politico.
Dunque che senso ha questa preannunciata volontà di Bea di procedere nei miei confronti? Possibile che i sindaci soci di Bea non abbiano avuto nulla da ridire e si siano limitati a “prendere atto”?
Non voglio nemmeno pensare che una società pubblica intraprenda una causa legale nei confronti di un rappresentante istituzionale che si è limitato a diffondere un documento pubblico esprimendo, nell’esercizio delle sue funzioni di Consigliere Regionale, le proprie opinioni politiche sul punto.
Non ho nessun timore a difendere il mio pensiero politico.
Non mi faccio certo intimorire per questo. Se intendono procedere con una querela mi difenderò serenamente conscio della bontà dell’attività svolta e senza prestare il fianco ad alcuna possibile intimidazione.