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Abbiamo depositato centinaia di emendamenti al finto progetto di legge contro il consumo di suolo. Siamo pronti a rimanere giorno e notte in commissione territorio per fermare l’iter di approvazione del provvedimento che fa l’esatto contrario di quello che promette. E’ una legge che incentiva il consumo di suolo perché favorisce la realizzazione delle previsioni urbanistiche contenute nei Piani di Governo del Territorio non ancora attuate. Il consumo di suolo di tali previsioni è di circa 60 mila ettari, più di quanto consumato dal 1999 al 2012 in piano boom edilizio, e viene favorito anche tramite la dilazione del pagamento degli oneri!

Si passa dalla svendita del territorio alla svendita a rate del territorio. Il meccanismo previsto dalla norma a regime è vaga ed evanescente nel contrastare il consumo di suolo e non c’è traccia né di incentivi concreti alla rigenerazione delle aree dismesse né di vincoli al consumo di suolo legati agli effettivi fabbisogni abitativi.

Insomma è una norma che tradisce i buoni propositi sbandierati dalla Giunta e che più che inutile risulta pericolosa!

29. Ottobre 2014 · Commenti disabilitati su Gestione Rifiuti in Brianza: una comparazione dei prezzi · Categorie:Ambiente - Rifiuti

La scorsa settimana ho parlato del progetto di fusione tra Bea (che gestisce il forno inceneritore di Desio) e CEM (che gestisce la raccolta differenziata nella Brianza Ovest e in parte del Milanese). Ho scritto che si tratta di un’operazione meramente politica, orchestrata dal Pd brianzolo, per salvare il forno di Desio e far pagare il conto del revamping ai Comuni soci di Cem, facendo di fatto fuori l’altra grande società che si occupa di raccolta differenziata in provincia, Gelsia Ambiente.

Alla fine della fiera, come sempre, a farne le spese dal punto di vista economico sarebbero i cittadini. A dimostrazione di questa tesi pubblico un’analisi dei prezzi delle 4 realtà pubbliche che si occupano del servizio di igiene urbana nel nostro territorio.

Comparazione Costi Servizio Igiene Urbana Brianza

Come si evince facilmente dalla tabella, le due realtà che si progetta di fondere – Bea e CEM – sono le più care, mentre di quella in assoluto più conveniente, CBM Consorzio Brianza Milanese, è stato deliberato lo scioglimento da parte dei Comuni soci. Che si sia sciolto un Consorzio che sostanzialmente faceva da mero intermediario tra i Comuni e le aziende di raccolta e smaltimento è comprensibile, ma se il Consorzio non riusciva più ad ottenere prezzi bassi dalle aziende, lo avrebbero potuto fare direttamente i Comuni.

Sciolto il CBM, la società più conveniente appare Gelsia Ambiente che, per l’appunto, il PD sta cercando di fare fuori con la fusione Bea-CEM.

Abbiamo fatto anche una comparazione dei costi effettivi per due comuni.

Il primo, socio di Bea, è Limbiate… ecco i risultati! A Limbiate si vede come, stando ai quantitativi di rifiuti prodotti nel 2012, il servizio affidato completamente a Bea avrebbe comportato un extracosto di quasi 190 mila euro rispetto al (ormai defunto) CBM. E non vale la tesi secondo cui il Comune avrebbe guadagnato grazie agli utili di Bea, visto che nel bilancio 2013 l’intero utile societario è stato destinato a riserva.

Limbiate

Veniamo ad un Comune socio di CEM, Brugherio: in questo caso, sempre in riferimento ai dati 2012, l’affidamento completo del servizio a CEM avrebbe comportato un extracosto di oltre 240 mila euro rispetto all’affidamento del (fu) CBM.

Brugherio

C’è bisogno di aggiungere altro? lascio al lettore le conclusioni!

 

Fonti:

Delibera 9 del 22 01 2014 Gessate

Studio Scuola Agraria del Parco di Monza per il Comune di Desio

Sito Brianza Rifiuti

 

27. Ottobre 2014 · Commenti disabilitati su Consumo di suolo, fretta cattiva consigliera, proposta di legge bocciata dalle associazioni! · Categorie:Consumo di Suolo, Territorio

 

 

La discussione sulla legge sul contenimento – ma sarebbe meglio definirla sull’incentivazione – al consumo di suolo in Commissione Territorio si è ridotta ad una farsa a causa della fretta della maggioranza di chiudere la partita per favorire la lobby della cementificazione.

Forza Italia, NCD e Lega non possono dirsi aperti ai contributi della minoranza e della società civile e pretendere che il provvedimento venga discusso e approvato in due settimane, è una presa in giro. Il testo arriva in Commissione all’ultimo minuto, di fatto senza possibilità di modifiche e riflessione, dopo che hanno perso mesi e mesi a litigare tra loro. Fanno finta di ascoltare enti e associazioni ma non c’è nemmeno il tempo tecnico per recepirne i suggerimenti. Ma stiamo parlando di uno dei provvedimenti più importanti di questa legislatura. Dicano chiaramente che hanno deciso di blindare il testo e se ne assumano la responsabilità politica

La maggioranza, che sostiene di aver pensato con questa legge agli interessi dei Comuni, oggi ha dovuto fare i conti con il rifiuto dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, a sostenere un’audizione in Commissione, denunciando l’impossibilità di valutare il progetto di legge per la mancanza del tempo necessario per analizzare il testo. Lo stesso ha fatto il Forum Salviamo il Paesaggio, mentre Legambiente ha espresso sconforto e delusione per il progetto che ritarda l’assunzione di misure di contrasto al consumo di suolo a regolamenti che arriveranno tra tre anni e più anni offrendo una sostanziale liberatoria agli speculatori. La presidente di Coldiretti ha parlato di legge che non ferma il consumo di suolo e giudicato inaccettabile che le opere di pubblica utilità come le infrastrutture (a solo titolo d’esempio, l’inutile Brebemi, la Rho Monza o la Pedemontana) non rientrino nel computo del suolo consumato.

Ci uniamo alle denunce delle associazioni tra cui WWF e FAI, ribadendo la preoccupazione per l’eccessiva fretta nell’approvazione un provvedimento complesso che potrebbe generare un mostro giuridico lontanissimo da quegli obiettivi di tutela dell’ambiente, riduzione della cementificazione selvaggia e contrasto alla criminalità organizzata che Regione Lombardia dovrebbe perseguire.

L’iter di approvazione della legge prosegue a ritmi serrati, ma non faremo mancare la nostra voce critica!

 

IL PD BRIANZOLO ORCHESTRA UN’OPERAZIONE DI SALVATAGGIO DEL FORNO INCENERITORE DI DESIO A SPESE DEI COMUNI SOCI DI CEM CHE PAGHEREBBERO IL CONTO DEL REVAMPING.

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Si sa che gli adoratori del fuoco in Brianza ne sanno una più del diavolo, imbastiscono guerre e non si arrendono nemmeno di fronte alle evidenze. E in questi anni le evidenze sono tutte a favore della chiusura del  vetusto inceneritore desiano: a partire dall’abbandono del progetto di raddoppio negli anni 2000, all’accantonamento del piano industriale del 2012, ai progetti di progressiva dismissione dei vecchi forni da parte della Regione, fino all’ultimo progetto di revamping, la cui gara è andata deserta!

Sullo sfondo un mondo, quello dei rifiuti, che cambia velocemente: aumentano le raccolte differenziate, diminuiscono i rifiuti un po’ ovunque, si affermano le strategie verso Rifiuti Zero, decrescono gli incentivi statali all’incenerimento mentre aumenta, a suon di ribassi tariffari, la competizione tra impianti: una vera e propria condanna a morte per gli impianti più vecchi, come ha sottolineato recentemente Pietro Colucci, presidente e amministratore delegato di Kinexia ed esperto di waste management: “dei poco più di 50 inceneritori presenti in Italia, ne resteranno una decina seri e di grandi dimensioni, i più piccoli sono destinati a chiudere”.

Ma i signori che gestiscono BEA non sono gente da adeguarsi ad un mondo che cambia… casomai è il mondo che deve adeguarsi a loro. I comuni soci non producono più un quantitativo di rifiuti da bruciare sufficiente per tenere in piedi l’impianto? Nessun problema, si allarga il bacino territoriale da cui reperire i rifiuti, come è stato fatto negli ultimi anni. Il problema è che oggi l’operazione è diventata molto difficile: i rifiuti sono sempre meno e la concorrenza con gli altri impianti, alcuni dei quali ben più grandi e moderni, è un’impresa proibitiva. In questo contesto il forno di BEA è il classico vaso di coccio tra vasi di ferro, tanto più che allo stato attuale necessita di un rifacimento  (con aumento della capacità di incenerimento fino a circa 90 mila tonnellate) per la cifra esorbitante di 20 milioni di euro!

La chiusura o la riconversione ad un impianto di recupero di materia sarebbero ragionevolmente inevitabili se non ci fosse di mezzo, come sempre accade, lo zampino della politica.  Ed è così che in Brianza il PD s’inventa il “delitto perfetto” per salvare il forno di Desio.
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16. Ottobre 2014 · Commenti disabilitati su Monza: niente fondi per ristrutturare l’Istituto Superiore d’Arte · Categorie:Monza, Scuola · Tag:

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Dopo sette mesi è pervenuta dall’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro la risposta ad una mia interrogazione che chiedeva azioni di valorizzazione dell’Istituto Superiore d’Arte ospitato nell’edificio ex Borsa del Parco della Villa Reale di Monza.

In particolare chiedevo alla Giunta se sia mai stato valutato un piano di ristrutturazione dell’Istituto Superiore d’Arte, se sia stato pianificato con la Provincia di Monza e Brianza un piano di manutenzione e un intervento tempestivo per prevenire ulteriore degrado dell’immobile, che già oggi versa in condizioni precarie.

L’Assessore Aprea ha spiegato che la Provincia di Monza e Brianza “non ha a disposizione le risorse necessarie per poter sostenere gli interventi funzionali a prevenire un ulteriore ammaloramento dell’immobile”. E ha ammesso che “la soluzione non è né dietro l’angolo, né semplice, però Regione Lombardia segue questo caso”.

Sono molto deluso dalla risposta della Giunta (che, per altro, si è fatta attendere 7 mesi…) perché di fatto non c’è la volontà di contribuire concretamente, sul piano finanziario, a risolvere il problema. Il senso di questa mia interrogazione era proprio quello di chiedere che in qualche modo le risorse arrivassero dalla Regione.

Va bene l’attenzione e la volontà di seguire tutto l’iter, però se la Regione non investe delle risorse per garantire il decoro della sede dell’istituto, il problema resterà irrisolto ancora per molto tempo!

16. Ottobre 2014 · Commenti disabilitati su Brianzacque si autoassolve ma la partita non è affatto chiusa · Categorie:Acqua pubblica · Tag:

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La replica di Brianzacque al nostro comunicato “l’Antitrust ci da ragione” – in cui la dirigenza della società sostiene che il parere dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è superato dalla successiva archiviazione del ricorso – è strumentale e finalizzata all’autoassoluzione che la società vorrebbe tanto concedersi.

Difatti l’archiviazione è semplicemente la chiusura standard di qualunque procedimento amministrativo (e quindi anche dell’Agcm) e non ha nulla a che fare con il contenuto e il merito del procedimento stesso. All’epoca del nostro ricorso i requisiti per l’affidamento del servizio idrico a Brianzacque non c’erano e questo l’Agcm lo dice a chiare lettere nei suoi pronunciamenti, dandoci pienamente ragione.

In ogni caso sia il Consiglio di Stato (nell’ambito del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato dal Comitato Beni Comuni) che il TAR dovranno esprimersi esclusivamente sugli atti amministrativi che affidavano il servizio a Brianzacque in un momento in cui i requisiti non sussistevano, senza potersi spingere ad integrare il loro giudizio con valutazioni relative al percorso successivamente intrapreso dalla società.

Se tale percorso va verso la direzione giusta (pieno rispetto del referendum 2011, gestione totalmente pubblica dell’acqua, effettività del controllo analogo degli enti affidanti…) siamo convinti che lo si debba alla nostra azione politica e al nostro intervento giudiziario.

I signori di Brianzacque, una volta acceso il riflettore sul loro operato, non hanno potuto fare a meno di cambiare rotta e orientarsi verso la regolarizzazione del modello del servizio integrato secondo i parametri della giurisprudenza comunitaria e nazionale.

Al di là dei futuri pronunciamenti del Consiglio di Stato e del Tar, noi la nostra battaglia in difesa dell’acqua pubblica l’abbiamo già vinta.

 

brianzacque

 

L’Antitrust, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Marcato ha finalmente espresso il proprio parere in merito a un ricorso presentato dal Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza e dal Movimento 5 Stelle sulla legittimità e sussistenza dei requisiti di legge circa “l’affidamento del servizio idrico integrato” a Brianzacque S.p.A.

La relazione firmata dal Presidente Giovanni Pitruzzella riconosce il percorso intrapreso dall’azienda “di regolarizzare il modello di affidamento del servizio idrico integrato” ma afferma la non “sussistenza dei requisiti richiesti dalla giurisprudenza comunitaria per la praticabilità dell’affidamento”: “l’assetto di controllo di tale società continua a vedere la presenza di società di capitali “intermediarie” – il cui controllo è riconducibile a numerosi Enti locali appartenenti anche a Province diverse da quella di Monza Brianza i cui statuti appaiono conferire alle stesse quella “vocazione commerciale” incompatibile con i citati parametri fissati dalla giurisprudenza comunitaria”. Ancora per l’Antitrust, Brianzacque si avvarrebbe di “una posizione di ingiusto vantaggio” in “violazione dei principi a tutela della concorrenza”.

E’ un parere limpido che ci da ragione, di cui ringraziamo il Presidente Pitruzzella: Brianzacque non è legittimata a gestire il servizio idrico in Provincia di Monza e Brianza nonostante gli amministratori locali abbiano ignorato per anni la questione. Che è importante: l’acqua è un bene pubblico e la mercificazione dei beni comuni danneggia i cittadini.

Il parere richiesto all’Antitrust è un passo ulteriore per mettere fine all’illegittimità della distribuzione dell’acqua a Monza e nella Brianza. Attendiamo ora fiduciosi, insieme al  Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza , il pronunciamento del TAR su di un ricorso (presentato nel 2013) previsto per il 21 ottobre.

Tutta questa vicenda esemplifica purtroppo come la classe politica locale della Brianza spesso agisca addirittura in sfregio alla legge. Il rispetto della legalità, quando si amministra la cosa pubblica, non è un optional!

09. Ottobre 2014 · Commenti disabilitati su Il direttore generale dell’ASL Monza e Brianza deve essere sollevato dall’incarico · Categorie:Sanità

Ho depositato una interpellanza all’Assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani sui motivi della mancata rescissione del contratto del Direttore Generale dell’Asl di Monza e Brianza Matteo Stocco.

Stocco è stato oggetto di segnalazioni alla Corte dei Conti per “illegittimità gestionali” da parte del Collegio sindacale che avrebbero dovuto portare alla rescissione automatica del contratto.

Voglio capire come mai la Giunta non ha automaticamente rescisso il contratto di Stocco. Il collegio sindacale dell’ASL ha inviato alla Corte dei Conti ben due note di segnalazione di “illegittimità gestionali” e “gravi carenze di gestione” a carico del direttore generale. Tra le contestazioni, per esempio, l’illegittima corresponsione di compensi e l’attribuzione di incarico in mancanza dei requisiti.

Staremo a vedere cosa risponde l’assessore!

 

Cittadino

08. Ottobre 2014 · Commenti disabilitati su Vinta la sfida del cubo di ghiaccio! · Categorie:Energia

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Con grande piacere ho accettato l’invito di CasaClima a partecipare al loro evento di questa mattina in Piazza Cairoli a Milano. La sfida del cubo di ghiaccio, organizzata da Casaclima a Milano, è stata vinta! L’isolamento termico in sughero ha permesso al cubo di ghiaccio di resistere dal 24 settembre ad oggi perdendo solo il 4% del peso. È l’ennesima riprova di quanti soldi buttiamo via nel riscaldamento e raffrescamento dei nostri edifici, spesso dei veri colabrodo dal punto di vista energetico! Investire in efficienza energetica significa risparmiare!

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08. Ottobre 2014 · Commenti disabilitati su Bye bye Amici della Terra… · Categorie:Ambiente - Rifiuti

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Vi ricordate i simpatici “Amici della Terra” che l’altro ieri hanno organizzato a Milano un evento sui rifiuti? quelli pro-inceneritori e contro la strategia Rifiuti Zero?
Ecco, è con viva e vibrante soddisfazione che vi comunico che l’associazione internazionale di cui fanno parte, Friends of the Earth International, li ha appena buttati fuori dal loro network. Espulsi definitivamente anche e soprattutto per lo scellerato evento tenutosi a Milano!
Gli ex Amici della Terra ora sono solo “amici del fuoco”… giustizia è fatta!

06. Ottobre 2014 · Commenti disabilitati su Convegno “Chiudere il cerchio”: il M5S sostiene la protesta della Rete Rifiuti Zero della Lombardia! · Categorie:Ambiente - Rifiuti

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Il M5S Lombardia sostiene l’iniziativa della Rete Rifiuti Zero Lombardia!

Con un misto di sorpresa e ironica tenerezza abbiamo saputo dell’iniziativa degli “Amici della Terra” a Milano il prossimo 6 Ottobre. Si tratta della Conferenza “Chiudere il Cerchio” dal sottotitolo: “Dall’emergenza al buon governo dei rifiuti. Alt all’export. Ottimizzare il riciclo. Azzerare gli sprechi. Archiviare i miti dei rifiuti zero ed i tabù sul recupero energetico”. Ironica tenerezza perché la presentazione del Convegno è piuttosto sconclusionata e raccoglie in poche righe una serie di concetti confusi, infondati, facilmente obiettabili e fuorvianti. Con ordine: si dice “chiudere il cerchio” e si cita l’incenerimento per conseguire l’obiettivo. Contraddizione clamorosa, perché non c’è nessuna “chiusura del cerchio” mediante incenerimento, che altro non è se non un intervento distruttivo su risorse che potrebbero essere oggetto di ulteriore recupero (come avviene nelle “fabbriche dei materiali”, impianti diffusi ed in corso di ulteriore diffusione sul territorio nazionale ed europeo) e di riprogettazione nell’ottica di una loro migliore riusabilità/riciclabilità/compostabilità.

Sul concetto dei “falsi miti” delle strategie Rifiuti Zero, basterebbe osservare che il Pacchetto UE sull’Economia Circolare reca il sottotitolo “Verso un programma Rifiuti Zero per l’Europa”, in perfetta coerenza con il mandato fondamentale di massimizzare l’efficienza di uso delle risorse e rispondere al meglio alle sfide che l’Europa sta fronteggiando sul mercato globale delle materie prime: se le inceneriamo, come possiamo recuperarle ai fini di approvvigionamento dell’industria?

Sembra che i sedicenti “Amici della Terra” abbiano poca o nulla conoscenza di cosa sia “Rifiuti Zero” e del fatto che Rifiuti Zero è anzitutto e fondamentalmente un metodo di lavoro che in tempi medi (nell’ordine di qualche anno) grazie all’introduzione e al consolidamento del porta a porta, alla successiva introduzione della tariffazione puntuale e alle analisi dei rifiuti residui finalizzate alla riprogettazione dei materiali non riciclabili, consente di raggiungere livelli minimi di rifiuti residui da smaltire, e soprattutto di continuare a lavorare per la loro ulteriore diminuzione.

Parliamo per esempi concreti: la Danimarca incenerisce circa il 60% dei circa 700 kg/abitante anno di RU. Significa 420 kg/ab.anno. La produzione di scorie e ceneri tossiche post-incenerimento è pari a circa il 25% di tale quantitativo, ossia circa 105 kg/ab. anno. I distretti dove si è da tempo applicata e consolidata la strategia “Rifiuti Zero”, sono ad oggi sotto i 50 kg/ab/anno di rifiuto urbano residuo (RUR). Senza contare che su tale quantitativo si fa poi un ulteriore recupero di materia tramite le “Fabbriche dei Materiali”, grazie proprio al fatto che, non essendoci inceneritori, non ci sono le rigidità di un sistema che deve garantire un certo quantitativo di RUR per alimentarlo.

Quando poi gli “Amici della Terra” fanno appello alla funzione salvifica dell’art. 35 dello “sblocca Italia”, quello che prevede l’intervento del Ministero con poteri sostitutivi per decidere dove e quanti inceneritori fare, e militarizzare la costruzione degli stessi non si rendono conto che l’articolo, come è oggi formulato, contiene varie incoerenze. Per citarne alcune: clamoroso il passaggio in cui si scrive che gli inceneritori “concorrono allo sviluppo della raccolta differenziata ed al riciclaggio” (una contraddizione nei termini!) e quello in cui si specifica che tali impianti sono necessari “per rispettare le direttive europee” dove non c’è nessuna Direttiva europea che obbliga ad inviare ad incenerimento una certa quota di rifiuto. C’è invece l’obbligo di pretrattamento, che deriva dalla Direttiva discariche, e il cui mancato rispetto tiene l’Italia sotto botta di diverse procedure di infrazione.

Sappiamo che le nostre considerazioni non serviranno a convincere i sedicenti “Amici della Terra”, ma pensiamo che diano utili elementi di riflessione ai soggetti terzi, istituzionali e non.

03. Ottobre 2014 · Commenti disabilitati su Visita al Museo del Duomo di Monza · Categorie:Cultura

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Ieri pomeriggio, insieme alla Commissione Regionale Cultura, ho fatto visita al Museo del Duomo di Monza, dopo che la Commissione stessa aveva ospitato in audizione i responsabili dell’Associazione Longobard Ways Cross Europe, il progetto di itinerario culturale europeo dedicato ai Longobardi.

Ad accoglierci i responsabili della Fondazione Gaiani che ha promosso il progetto di restauro della Cappella di Teodolinda, a cui ha partecipato anche Regione Lombardia con 1 milione di euro.

L’obiettivo di fondo è quello di favorire un coinvolgimento di Regione Lombardia nella realizzazione del progetto dell’Associazione Longobardia, ma è stata anche un’occasione preziosa per apprezzare i tesori – veramente straordinari – custoditi nel museo e nel Duomo, troppo spesso poco valorizzati in passato.

Degna di nota anche la progettazione illuminotecnica del Museo, assolutamente all’avanguardia tanto da aver ideato un “metodo Monza” per illuminare l’arte, una sperimentazione che sta facendo scuola a livello mondiale.

Abbiamo potuto osservare da vicino e in anteprima alcuni dettagli dell’eccezionale lavoro di restauro che dovrebbe concludersi per la fine del 2014.

Valorizziamo il nostro patrimonio culturale, una vera miniera d’oro per il nostro territorio!