20. Marzo 2021 · Commenti disabilitati su ‘Ndrangheta in Brianza, se la conosci la sconfiggi! · Categorie:Legalità · Tag: , , , , ,

Nei giorni scorsi ho presentato con Silvana Carcano il suo libro su mafia e corruzione in Brianza. È un lavoro che ho fortemente incoraggiato e sostenuto perché nel nostro territorio non c’è ancora sufficiente conoscenza e consapevolezza di questi fenomeni.

Questo libro racconta innanzitutto che cos’è la ‘ndrangheta in Brianza, i suoi metodi, le sue attività, le sue ramificazioni nel mondo delle imprese e delle pubbliche amministrazioni; in secondo luogo spiega quali sono le strategie che abbiamo a disposizione per contrastarla, in particolare nell’ambito delle aziende e delle pubbliche amministrazioni. Dunque può essere un utile strumento operativo per le istituzioni locali: per questo l’ho inviato a tutti i sindaci della Provincia di Monza e Brianza.

Inoltre è scaricabile liberamente in formato pdf cliccando qui.

 

 

29. Ottobre 2019 · Commenti disabilitati su Desio, Molinara: dopo 11 anni nessuna bonifica. Interrogazione al Ministro dell’ambiente · Categorie:Ambiente, Legalità, Senato · Tag: , , , , , , ,

Era il 2008 quando, nell’ambito dell’operazione “Star Wars”, la polizia provinciale scoprì la “cava della ‘ndrangheta” di via Molinara a Desio.

Con le sue centottantamila tonnellate di rifiuti illegali, anche pericolosi, la discarica fece molto scalpore: non solo una bomba ecologica ma anche il segno inequivocabile della capacità della ‘ndrangheta di agire indisturbata nel territorio brianzolo. Tra le cause principali, secondo quanto era emerso dalle inchieste giudiziarie, la scarsità dei controlli da parte delle autorità e una diffusa omertà.

Oggi, dopo undici anni, una fitta vegetazione ha ricoperto la cava ma le centottantamila tonnellate di rifiuti illegali sono ancora lì, dove la ‘ndrangheta le aveva scaricate. Ancora »

23. Maggio 2019 · Commenti disabilitati su Fuori la mafia dallo Stato! · Categorie:Antimafia, Legalità, M5S · Tag: , , , , ,

La strage di Capaci, assieme a quelle che sono seguite, ha lasciato un segno profondo e indelebile nella storia del nostro Paese, ma non abbastanza da cambiarne la sorte.

Nei 27 anni trascorsi da allora la lotta alle mafie è proseguita ed è in parte aumentata la consapevolezza dei cittadini, ma le mafie non si sono fermate; al contrario, sono cresciute, si sono estese, rafforzate, evolute. Hanno conquistato le ricche regioni del nord, dove investono gli enormi proventi delle attività criminali. Grazie all’appoggio di imprenditori e politici senza scrupoli hanno contagiato e infettato il tessuto economico. La mafia dei colletti bianchi non usa le armi e può sembrare inoffensiva ma crea danni enormi alle aziende e ai cittadini onesti perché distrugge la concorrenza e la meritocrazia: la concorrenza sleale costringe le imprese sane a chiudere, giovani e meno giovani cercano all’estero il riconoscimento delle loro capacità. Ancora »

24. Aprile 2019 · Commenti disabilitati su DISEGNO DI LEGGE SULLE LOBBY IN DIRITTURA D’ARRIVO! · Categorie:Affari Costituzionali, Legalità

Sono anni che si parla di regolamentare l’attività delle lobby in Parlamento, ma di concreto è stato fatto ben poco!
Il caso Siri ci fa capire quanto sia importante intervenire non solo sul conflitto di interessi, ma anche sulla regolamentazione delle lobby!
Ci sto lavorando da tempo, il mio disegno di legge è quasi pronto e prevede:
– l’istituzione di un registro obbligatorio cui i lobbisti devono iscriversi
– una nozione ampia di decisore pubblico, che include i membri degli uffici di diretta collaborazione dei decisori politici o i dirigenti pubblici
– la previsione di obblighi di trasparenza per i decisori pubblici
– il coinvolgimento dei portatori di interesse nella fase di elaborazione della normativa.
– l’obbligo di “tracciare” lo scambio di informazioni tra decisori e lobbisti.
Appena sarà pronto il testo, lo metterò su Lex per raccogliere tutti i suggerimenti degli iscritti al MoVimento!

17. Febbraio 2019 · Commenti disabilitati su CASO DICIOTTI: DOMANI VOTAZIONE ON LINE DEGLI ISCRITTI AL MOVIMENTO · Categorie:Affari Costituzionali, Legalità, M5S

Io credo che ci si dovrebbe sempre difendere nel processo e non dal processo. E questo dovrebbe valere per tutti: cittadini, parlamentari, ministri.

Ci sono delle eccezioni previste dalla nostra Costituzione. Nel caso dei ministri, la Costituzione prevede che il Parlamento possa (non debba, ma possa) negare l’autorizzazione a procedere qualora ritenga che il ministro inquisito abbia agito “per la tutela di un interesse dello Stato COSTITUZIONALMENTE RILEVANTE ovvero per il perseguimento di un PREMINENTE interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”.

Non basta quindi che il ministro inquisito abbia agito nell’esercizio della funzione di Governo e/o per un interesse dello Stato, ma tale interesse pubblico deve essere o costituzionalmente rilevante o preminente. Tale interesse deve cioè essere ritenuto in concreto preminente, cioè prevalente, sugli interessi lesi dal reato ipotizzato, che, ricordo, è il reato di sequestro aggravato di un centinaio di persone (per approfondimenti).

Nel caso concreto, qual è l’interesse pubblico perseguito dal ministro nel trattenere sulla Diciotti i migranti? Ottenere che venissero redistribuiti tra i vari Paesi dell’Unione Europea. E qual è l’interesse leso dal reato ipotizzato? La compressione di un diritto umano fondamentale come la libertà personale.

Con la votazione di domani su Rousseau, siamo tutti chiamati valutare se questo specifico interesse pubblico perseguito dal ministro (redistribuzione dei migranti in altri paesi) sia preminente rispetto all’interesse che i magistrati ipotizzano essere stato leso (la libertà personale, come diritto umano fondamentale, di un centinaio di persone).

Se si ritiene che il primo interesse prevalga sul secondo, allora si deve votare per negare l’autorizzazione a procedere. Se invece si ritiene al contrario che il primo interesse non sia prevalente rispetto al secondo, allora si deve votare a favore dell’autorizzazione a procedere.

Il quesito a cui siamo chiamati a rispondere è solo questo. Non importa se pensiamo che il reato non sia stato effettivamente commesso oppure no. Personalmente ritengo che il reato non sussista perché la compressione della libertà dei migranti, durante il periodo trascorso sulla nave Diciotti, è paragonabile a quella normalmente attuata negli hotspot, alle frontiere e nei limiti di libera circolazione nella Unione Europea. Ma se sussiste il reato lo può decidere solo la magistratura e nessun altro.

Il mio giudizio personale, che esprimerò da iscritto al Movimento votando domani su Rousseau, è che l’interesse pubblico perseguito dal ministro non è preminente rispetto all’interesse che si ipotizza violato. Quindi voterò a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro (e anche di eventuali altri ministri che dovessero trovarsi nella stessa situazione).

Da portavoce in Senato del Movimento 5 Stelle, voterò secondo la volontà che sarà espressa dai nostri iscritti.

15. Novembre 2018 · Commenti disabilitati su Groane: il Governo ha mandato l’Esercito, ora tocca alla Regione · Categorie:Legalità, M5S, Territorio · Tag: , , , , , , , , ,

Il Governo del Cambiamento ha mantenuto la promessa. L’annunciato presidio delle forze dell’ordine nel Parco delle Groane inizierà la prossima settimana con la presenza dei militari dell’Esercito nelle stazioni di Cesano Maderno e Ceriano Laghetto.

Si tratta di un’azione attesa da tempo e necessaria per potenziare il controllo del territorio e contrastare il degrado e la criminalità che hanno reso tristemente nota la cosiddetta “Linea dello Spaccio”; ma, da sola, non è sufficiente. Ancora »

15. Ottobre 2018 · Commenti disabilitati su Linea dello spaccio: incontro con il presidente per rilanciare il Parco Groane · Categorie:Ambiente, Legalità · Tag: , , , , , , , ,
Da quando è stata riaperta, nel 2012, la linea ferroviaria Seregno Saronno è tristemente nota alle cronache locali e nazionali per i fenomeni di spaccio e consumo di stupefacenti che interessano le stazioni all’interno del Parco delle Groane così come le adiacenti aree boschive.
Grazie alla ferrovia, i tossicodipendenti raggiungono facilmente queste zone dove trovano droga e ampie possibilità di bivaccare indisturbati.
 
Finalmente, dopo anni di inerzia del Governo, il ministro dell’interno in accordo con la Regione ha assicurato l’invio di uomini e risorse per garantire maggiormente la sicurezza nelle aree più critiche della Lombardia tra cui le stazioni ferroviarie e le adiacenti zone del parco.
Siamo consapevoli che il problema non si possa risolvere soltanto con il necessario presidio delle forze dell’ordine ma servano anche progetti di riqualificazione per aumentare la fruibilità delle aree e restituirle ai cittadini.
 

Proprio per approfondire e sviluppare il tema della riqualificazione del parco questa mattina, insieme a Giulia Fumagalli (portavoce a Cesano Maderno) e a Marco Fumagalli (portavoce in Consiglio regionale), abbiamo incontrato il Presidente del parco, Roberto Della Rovere. Ancora »

18. Maggio 2018 · Commenti disabilitati su Caso Bramini. Battaglia persa, ma non tutto è perduto · Categorie:Governo, Legalità, Monza

Caso Bramini. Oggi è stata una giornata campale. Non sto a raccontarvi come è andata perché tutti i media ne hanno parlato.
Il caso ha voluto che il giorno dello sgombero coincidesse con il giorno in cui, con il voto degli iscritti al M5S, si sono poste le basi concrete per avviare il governo del cambiamento che necessariamente si occuperà anche di riformare il settore delle aste giudiziarie, anche grazie al supporto esperienziale che Sergio Bramini darà al futuro esecutivo.
La battaglia di Sergio non è ancora finita e già a partire da domani lavorerà per tornare in possesso della sua casa.
Voglio cogliere l’occasione per ringraziare il questore e le forze dell’ordine che hanno gestito con grande intelligenza la situazione. Non hanno chiuso le strade intorno alla casa (come si vociferava da giorni), non hanno impedito agli operatori dei media di documentare tutto quello che succedeva e hanno mantenuto un atteggiamento comprensivo anche nei momenti di maggiore tensione, evitando il precipitare della situazione.
01. Maggio 2018 · Commenti disabilitati su Caso Bramini e domicilio parlamentare: alcune precisazioni · Categorie:Legalità, Monza

Nel servizio delle Iene andato in onda domenica sera sul caso di Sergio Bramini si è parlato dalla mia elezione del domicilio parlamentare e del fatto che in uno dei documenti prodotti dal giudice dell’esecuzione si facesse cenno al fatto che fosse stato contattato l’ufficio legale del Senato, mentre di seguito si è scoperto che tale ufficio non aveva rilasciato alcun parere.

I tempi televisivi non permettono approfondimenti particolari, perciò cercherò di fare chiarezza io su questa vicenda, per chi avrà la pazienza di leggermi.

Come prima cosa va detto che la vicenda tocca un tema molto complesso e delicato, come quello dell’immunità parlamentare prevista dalla nostra Costituzione.

I commi 2 e 3 dell’articolo 68 della Costituzione recitano:

Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.

Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.

Esistono delle leggi e delle sentenze della Corte Costituzionale che specificano meglio gli ambiti in cui vale questo diritto all’immunità, che viene esteso anche al domicilio, inteso anche come ufficio dove un parlamentare svolge la sua attività.

Io ritengo che l’immunità parlamentare si debba applicare anche al caso specifico del mio domicilio eletto presso casa Bramini e che quindi lo sgombero dell’immobile debba essere necessariamente autorizzato dal Senato. Il Tribunale di Monza, contrariamente, ha ritenuto che l’immunità non potesse applicarsi a casi come quello in questione e che quindi si potesse procedere allo sgombero dell’immobile senza una preventiva autorizzazione e deliberazione del Senato.

Il Tribunale di Monza, nella persona del giudice per l’esecuzione, ha prodotto un documento in cui spiega nel dettaglio le sue ragioni. Personalmente, pur non condividendole, ritengo comunque che siano motivazioni legittime, frutto dell’interpretazione giuridica di una norma (l’art. 68 della Costituzione) per la quale non si è ancora sviluppata una giurisprudenza e una casistica di rilievo.

La cosa stonata in quel documento, a mio giudizio, è che a un certo punto il giudice fa riferimento al fatto di aver ricevuto una comunicazione del Ministero dell’Interno. Il passaggio è questo:

… vi è peraltro comunicazione del Ministero dell’Interno (…) nella quale si da atto del fatto che, sentito informalmente l’Ufficio Legale del Senato, non vi sono “situazioni rilevanti da segnalare”; tale Ufficio ha infatti evidenziato come “i soli casi nei quali i membri del Parlamento vengono sottratti all’esecuzione di provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria sono quelli tassativamente elencati nell’art. 68, II comma, della Costituzione”.

Perché dico che questo passaggio dell’ordinanza del Tribunale delle esecuzioni di Monza è stonato?

Per due motivi.

Il primo perché da un lato si riporta che il Ministero dell’Interno ha sentito informalmente l’Ufficio Legale del Senato e dall’altro, subito di seguito, si riportano dei virgolettati attribuiti a tale ufficio, come a voler dare una sorta di formalità e importanza ad una interlocuzione che invece è meramente informale; sembra anzi, così io l’avevo interpretata all’inizio, che questo ufficio avesse rilasciato un parere scritto, da cui erano stati attinti degli stralci poi riportati tra virgolette nell’ordinanza del Tribunale delle esecuzioni.

Tralasciando il fatto che in Senato non esiste un “Ufficio Legale”, bensì un “Ufficio Affari Legali” e un “Servizio per le Immunità Parlamentari”, ho parlato con i referenti di entrambe le strutture e mi hanno assicurato di non aver mai rilasciato pareri scritti sull’argomento al Ministero dell’Interno o ad altri soggetti. E nemmeno avrebbero potuto farlo, visto che sono strutture al servizio esclusivo degli organi decisionali interni del Senato e non di enti esterni.

Quindi, assodato che si è trattato per davvero di una interlocuzione informale (una telefonata? una chiacchiera al bar davanti ad un caffè?), trovo che sia stato inopportuno riportare dei virgolettati nell’ordinanza del Giudice dell’esecuzione. Anzi, forse sarebbe stato meglio non citare del tutto l’interlocuzione informale con il cosiddetto Ufficio Legale del Senato.

Anche perché, e qui vengo al secondo motivo per il quale questo passaggio dell’ordinanza del Tribunale di Monza mi pare stonato, non sono certamente l’Ufficio Affari Legali o il Servizio per le Immunità Parlamentari, due strutture tecniche di supporto agli organi politici del Senato, a poter stabilire se nel mio caso si potesse applicare o meno l’immunità parlamentare prevista dall’art 68 della Costituzione!

C’è un unico organismo all’interno del Senato a poterlo fare, ed è un organismo politico (cioè composto da Senatori): la Giunta per le Elezioni e le Immunità Parlamentari. Nessun altro.

Quindi a che pro il Ministero dell’Interno ha sentito – informalmente – il cosiddetto Ufficio Legale del Senato? Perché questa interlocuzione informale si è tramutata in un virgolettato riportato nell’ordinanza del Tribunale?

Insomma, secondo me il Tribunale di Monza nella persona del Giudice delle esecuzioni è stato un po’ incauto nel riportare, in un proprio atto, un virgolettato attribuito ad un cosiddetto “Ufficio Legale del Senato”, dato che non esiste alcun parere rilasciato da nessun ufficio del Senato (e non potrebbe essere altrimenti dato che non spetta agli uffici tecnici del Senato sentenziare in materia!).

Io sono propenso a credere che si sia trattato di un disguido da parte del Tribunale (che forse ha fatto un semplice copia e incolla della comunicazione del Ministero)… ad ogni modo, per chiarezza del vero e per non creare ulteriore confusione ad un caso che comunque resta complesso, sarebbe stato a mio avviso meglio non inserirlo.

Quindi, tornado al dunque, la Giunta per le Elezioni e le Immunità Parlamentari si occuperà del mio caso? Non è automatico, nel senso che di solito sono gli organi giudiziari che richiedono l’autorizzazione alla Giunta, cosa che il Tribunale non ha fatto considerando palesemente escluso il mio caso dall’immunità.

Peraltro la Giunta non si è ancora formata in quanto, a norma di regolamento del Senato, la Presidenza spetta alla minoranza e finché non ci sarà un Governo non si sa quali gruppi siano maggioranza e quali minoranza.

Per quanto mi riguarda, nei prossimi giorni scriverò al Presidente del Senato On. Casellati per chiedere che investa del caso la futura Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari, affinché si esprima sull’inviolabilità del mio ufficio parlamentare di Monza eletto presso l’abitazione di Bramini.

Qualora il Presidente accogliesse la mia richiesta e la Giunta dovesse considerare fondate le mie ragioni, sarà la Corte Costituzionale a doversi esprimere in merito al conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato che a quel punto si sarebbe venuto a creare.

In considerazione dell’imminente scadenza dei termini di preavviso dello sfratto ritengo che sarebbe auspicabile che il Tribunale di Monza sospendesse l’iter di esecuzione della liberazione dell’immobile almeno fino al pronunciamento della futura Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari e pertanto chiederò al Presidente Casellati di valutare l’opportunità di un suo pronunciamento in tal senso.

22. Febbraio 2018 · Commenti disabilitati su Sicurezza: 10 mila nuovi agenti e stop indulti amnistie e depenalizzazioni · Categorie:Legalità

Troppo spesso siamo vittime di furti, non solo nelle case isolate, ma anche ai piani alti dei condomini.
Troppo spesso ci sentiamo insicuri quando siamo in strada. I parchi e le stazioni, come quelle di Monza e Seregno, sono considerate luoghi da evitare per il rischio di aggressioni e scippi.
Tutto questo è inaccettabile.
I governi di Berlusconi e di Renzi hanno tagliato le risorse e i mezzi alle forze dell’ordine. Risultato: l’età media degli agenti è troppo alta e gli equipaggiamenti sono spesso vecchi.

IL PROGRAMMA SICUREZZA DEL MOVIMENTO 5 STELLE:
– Assunzione di 10 mila nuovi agenti delle forze dell’ordine
– Investimenti in equipaggiamenti, strutture, attrezzature all’avanguardia
– Costruzione di due nuove carceri
– Riforma della prescrizione nei processi per evitare che troppi delinquenti restino impuniti
– Potenziamento dell’utilizzo delle intercettazioni
– Stop ad amnistie, indulti, depenalizzazioni e depotenziamento delle norme penali
– Riorganizzazione della Polizia Locale e delle sue funzioni sul territorio

Basta paura, basta sopravvivere, torniamo a vivere! Le forze dell’ordine devono essere messe nelle condizioni di garantire la sicurezza su tutto il territorio!

Il 4 marzo vota MoVimento 5 Stelle.

22. Febbraio 2018 · Commenti disabilitati su Esposto Corte dei Conti, ANAC, AGCM su affidamenti servizi dei Comuni a Bea Gestioni · Categorie:Ambiente - Rifiuti, Legalità, M5S · Tag: , , , , , , , , , , ,

Il mio ultimo atto da consigliere regionale non poteva che riguardare l’inceneritore di Desio. Dopo aver raccolto una quantità di documenti inerenti i servizi svolti da BEA Gestioni per conto dei Comuni soci, abbiamo svolto un lungo lavoro di studio e analisi che ha evidenziato affidamenti illegittimi oltre al rischio di danno erariale. Per questo abbiamo ritenuto necessario presentare un esposto alle autorità competenti.

 

Comunicato Stampa M5S Lombardia

I comuni di Desio, Cesano Maderno, Limbiate, Meda, Muggiò, Nova Milanese, Solaro e Varedo hanno affidato in modo illegittimo il servizio di gestione rifiuti a BEA Gestioni SpA, la società mista che gestisce l’inceneritore di Desio, creando un danno erariale alle casse pubbliche. E’ questa l’ipotesi alla base dell’esposto che il MoVimento 5 Stelle sta per depositare presso la Corte dei Conti, l’Autorità Nazionale Anticorruzione e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Ancora »

05. Ottobre 2017 · Commenti disabilitati su Brianzacque, i cittadini pagano il conto della cattiva gestione PD · Categorie:Acqua pubblica, Legalità · Tag:

La Corte dei Conti a gennaio 2017 aveva rilevato come le spese per consulenze in Brianzacque fossero eccessive. Nonostante la società sia dotata di un ufficio legale che costa circa 500.000 euro l’anno, si versano lauti compensi a consulenti legali per patrocini e pareri di dubbia validità. Non solo: la Corte dei Conti aveva evidenziato anche un livello di retribuzioni, specie per quadri e dirigenti, che si colloca ben al di sopra di quanto percepito dal personale regionale preso come valido riferimento. Ancora »

26. Settembre 2017 · Commenti disabilitati su Arrestato il sindaco di Seregno: mafia e politici, connubio consolidato! · Categorie:Antimafia, Corruzione, Legalità · Tag: , , , , ,

ARRESTATO IL SINDACO DI SEREGNO: MAFIA E POLITICI CONNUBIO CONSOLIDATO!Svegliarsi la mattina con gli elicotteri dei Carabinieri che ti girano sopra la testa per una retata che porta in galera 21 persone, tra cui il forzista Edoardo Mazza, sindaco di Seregno, la più grande e importante città della provincia di Monza e Brianza, nell'ambito di una maxi inchiesta sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta. Non è la prima volta che succede; gli elicotteri si erano già alzati nel 2010, quella volta nella vicina Desio, per un'altra grande operazione contro la 'Ndrangheta.Le accuse sono pesantissime: associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione per un atto d’ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale.Nel comunicato stampa dei Carabinieri si evince che nel corso delle investigazioni è emersa la figura di un affermato imprenditore edile di Seregno che intratteneva rapporti con importanti esponenti del mondo politico e coltivava frequentazioni, rapporti e scambi reciproci di favori con esponenti della criminalità organizzata, a cui chiedeva interventi per raggiungere i suoi scopi. E' stato accertato il ruolo determinante avuto dall’uomo d’affari nell’elezione del Sindaco, facendo emergere come il sostegno alla sua candidatura fosse legato al proprio interesse di ottenere la convenzione per realizzare un supermercato nel territorio comunale.Cemento, mafia e politici a braccetto. Questa è la fotografia della Brianza, non a caso la provincia più cementificata d'Italia. Gli arresti di oggi sono l'ennesimo colpo durissimo alla credibilità della classe politica di centro-destra, in Brianza e in tutta la Lombardia, come dimostra la perquisizione degli uffici dell'ex Vicepresidente della Regione Mario Mantovani che secondo il Gip di Monza era il politico di riferimento dell'imprenditore al centro dell'indagine. Cemento e criminalità organizzata sono un connubio ormai consolidato, così come consolidati da tempo sono gli intrecci con la politica. Ormai non si può più parlare di “infiltrazioni” mafiose nel nostro territorio. La criminalità organizzata, in particolare quella di origine calabrese, è una presenza costante e ha piantato le proprie radici in profondità.Le responsabilità dei politici sono enormi e l'arresto odierno del sindaco forzista di Seregno ne è solo l'ultima dimostrazione. Politici, imprenditori e uomini d'onore arrestati a Desio nel 2011, a Monza nel 2013, a Seveso nel 2014, a Nova, Desio e Seregno nel 2015, a Carate Brianza e ancora a Desio all'inizio del 2017. Chissà se Salvini si presenterà col megafono a gridare “vergogna!” contro la giunta comunale sostenuta dai suoi uomini.Nonostante l'enorme lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine, che non finiremo mai di ringraziare, l'Ndrangheta in Brianza continua a portare avanti i suoi sporchi affari grazie ad una classe politica sempre "disponibile". Mettiamo in atto la legittima difesa dei cittadini: non votiamoli più!di Gianmarco Corbetta Portavoce MoVimento 5 Stelle Lombardia

Posted by MoVimento 5 Stelle Lombardia on Tuesday, September 26, 2017

 

 

Svegliarsi la mattina con gli elicotteri dei Carabinieri che ti girano sopra la testa per una retata che porta in galera 21 persone, tra cui il forzista Edoardo Mazza, sindaco di Seregno, la più grande e importante città della provincia di Monza e Brianza, nell’ambito di una maxi inchiesta sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta. Non è la prima volta che succede; gli elicotteri si erano già alzati nel 2010, quella volta nella vicina Desio, per un’altra grande operazione contro la ‘Ndrangheta. Ancora »

La nomina del nuovo direttore del Consorzio della Villa Reale di Monza, Pietro Addis, è a mio giudizio irregolare in quanto ritengo che non siano state rispettate le norme di legge che disciplinano il pubblico impiego. Per questo motivo a breve sottoporrò il caso all’attenzione della Corte dei Conti.

La politica si è arrogata il diritto di scegliere il nuovo direttore tra una rosa di candidati selezionata da una commissione tecnica, ma nel settore pubblico la scelta imparziale del candidato spetta alla stessa commissione tecnica! A Maroni spettava solo la “ratifica” formale di tale scelta, in qualità di Presidente dell’autorità che ha fatto il bando.

Tutto questo è assolutamente scontato, se si pensa che il Direttore Generale in un ente pubblico è un pubblico dipendente con responsabilità gestionali e non una figura politica. La scelta deve quindi passare da una selezione che individui il migliore candidato in modo trasparente e oggettivo.

Nei giorni scorsi ho avuto accesso a tutte le carte del processo di selezione. La commissione tecnica di valutazione ha analizzato tutti i curriculum dei sessanta candidati che hanno risposto al bando, attribuendo a ciascuno una valutazione in lettere (A Alta, B Adeguata, C Media, D Medio Bassa e E Non Adeguata) su cinque parametri (quali ad esempio l’esperienza dirigenziale nel settore dei beni culturali e l’esperienza nella gestione delle risorse umane). Di questi sessanta, otto candidati sono stati ritenuti meritevoli di un approfondimento tramite colloquio individuale.

A ciascuno di questi otto candidati, sono stati attribuiti, a fronte del colloquio individuale, ulteriori valutazioni (sempre in lettere: A Alta, B Adeguata e C Media) su altri quattro parametri (quali le competenze relazionali e la motivazione al ruolo).

In sostanza, per gli appartenenti alla rosa dei candidati finalisti, la commissione tecnica ha redatto una griglia dove vengono riportati i valori in lettere per nove parametri.

Non sono quindi stati attribuiti dei punteggi e non è stata fatta un classifica tra gli otto finalisti, lasciando a Maroni la facoltà di scegliere tra gli otto. Così facendo si è adottata una procedura che non ritengo conferme alle norme sul pubblico impiego. La commissione avrebbe dovuto stilare una graduatoria e il primo classificato avrebbe dovuto essere designato dal governatore.

E’ del tutto evidente, anche da un’analisi superficiale della griglia redatta dalla commissione tecnica, che il dottor Addis non risulta essere il migliore tra i candidati.

Ma c’è di più. Ho ricostruito la classifica degli otto candidati, trasformando le lettere in punteggi (A -> 4 punti, B -> 3 punti, C -> 2 punti, D -> 1 punto e E -> 0 punti). Ben quattro candidati hanno un punteggio superiore a quello di Addis, uno ha lo stesso punteggio e solo due hanno un punteggio inferiore!

Io non ho nulla contro il dottor Addis (che peraltro non conosco di persona) ma qui è in gioco il rispetto della legge, la trasparenza e l’oggettività delle scelte che riguardano la cosa pubblica!

E il Movimento 5 Stelle non può stare a guardare.

A fine novembre mi ero occupato dellistruttoria aperta dalla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti su Brianzacque, la società che gestisce il ciclo idrico nella nostra provincia.

Ora sta circolando presso i sindaci e alcuni consiglieri comunali il pronunciamento definitivo della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti, che dovrà essere pubblicato sul sito della società. La sezione regionale, dopo aver recepito le controdeduzioni della società, ha confermato in sostanza le criticità già rilevate in precedenza. Ancora »

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Il M5S e il Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza si battono da anni per ottenere una gestione pubblica del servizio idrico nel pieno rispetto dei principi di legalità e trasparenza mentre nei fatti le scelte operate dai vertici di Brianzacque e sostenute dai Soci continuano purtroppo ad andare nel senso contrario. Qui di seguito evidenziamo i punti critici.

Ancora »

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Sono trascorse circa due settimane dalla pubblicazione del post con il quale avevo evidenziato l’istruttoria in corso su Brianzacque presso la Corte dei Conti, relativa ad aumento delle spese per consulenze e incarichi esterni, modalità di conferimento di questi incarichi, procedure di selezione dei dirigenti, mancata procedura selettiva per la stipula dei contratti a tempo determinato.

Come M5S avevamo già denunciato a più riprese le irregolarità che sarebbero state compiute nella selezione per il conferimento dell’incarico di direttore generale, in particolare:
1) ammissione alla procedura selettiva di un parente del Presidente della Provincia nonché Sindaco del Comune di Cesano Maderno, nonostante il divieto, posto dal bando, alla partecipazione di soggetti legati da vincoli di parentela con esponenti politici di Enti soci di Brianzacque;
2) mancata attribuzione dei punteggi ai candidati da parte della Commissione, nonostante la previsione del bando, e conseguente conferimento di potere discrezionale nella scelta al Consiglio di Amministrazione, ovvero a un organo politico carente di adeguate competenze a giudicare la professionalità dei candidati stessi.

Nello scorso mese di luglio avevo espresso forti dubbi riguardo le improvvise dimissioni del’ing. Facchinetti, dopo nemmeno due mesi dalla nomina a Direttore Generale.

Ma ancora più “strana” è la mancata nomina del suo successore. Ancora »

27. Ottobre 2016 · Commenti disabilitati su Incendi a catena negli impianti di trattamento dei rifiuti: a rischio la filiera del riciclo · Categorie:Ambiente - Rifiuti, Legalità, M5S · Tag: ,

incendiNel corso del 2015 e del 2016 si è registrato un notevole aumento degli incendi presso gli impianti che trattano i rifiuti differenziati. La regione più colpita è il Veneto ma il fenomeno è diffuso in tutta la penisola, inclusa la Lombardia. Si tratta di eventi prevalentemente dolosi sui quali la magistratura e le forze dell’ordine stanno indagando. Ancora »

26. Ottobre 2016 · Commenti disabilitati su Genova-Milano: arresti ad alta velocità · Categorie:Corruzione, Legalità, Trasporti · Tag:

whatsapp-image-2016-10-26-at-17-47-51Quattordici arresti per appalti truccati per imprenditori e dirigenti del concorso Cociv e 324 milioni di euro di appalti contestati! Forse c’è chi oggi punta al ponte sullo Stretto perché sapeva di dover cambiare aria?? Il ciclone giudiziario che ha travolto la realizzazione del Terzo Valico è solo l’ennesima conferma di quel che da sempre denunciamo: il losco “mondo di sotto” di subappalti e corruzione che affiora con le infiltrazioni ‘ndranghetiste nelle Grandi Opere.

Ancora una volta (dati alla mano!) dobbiamo ripeterci. Cambiano le società e le sigle dei consorzi ma i nomi e le aziende che stanno dietro sono sempre le solite. Tutto a causa di quel meccanismo, per ora legale, che permette di spezzettare le commesse in subappalti, per aggirare più facilmente i controlli.

Il MoVimento 5 Stelle non smetterà mai di combattere queste battaglie. Servono maggiori controlli su appalti e subappalti, regolamentazioni chiare, protocolli severi e in grado di tutelare l’economia pulita. Sarebbe bastato ascoltare i comitati e le associazioni che da anni si battono sul territorio per proporre alternative sostenibili al Terzo Valico: una bomba ecologica a orologeria per la presenza di amianto, come riconosciuto anche dal Tar nel silenzio assordante delle istituzioni.

Non è certo con una pessima riforma della Costituzione che possiamo debellare questa piaga italiana ma con una vera legge anticorruzione (possibilmente non scritta da un pregiudicato per corruzione come Verdini…), che comprenda, come richiesto dal MoVimento 5 Stelle in questi anni, l’introduzione della cosiddetta “interdittiva”: come nell’Antimafia, chi si è macchiato di reati di corruzione non deve costruire mai più opere per lo Stato italiano!

Tutto quel che chiediamo è buon senso. Lo ribadisce anche Marco Scibona, portavoce in Senato e segretario della Commissione Lavori Pubblici di Palazzo Madama: “Non è più possibile annoverare il Cociv tra i realizzatori del Terzo Valico dei Giovi!”; l’opera va abbandonata e questo progetto inutile revocato.

Lo ripetiamo da tempo ormai ma, tra un’ondata di arresti e l’altra, si continua come al solito a non prendere provvedimenti. Anzi: viene addirittura proposto un uomo delle Grandi Opere come Paolo Emilio Signorini, ex presidente del Cipe e soprattutto delfino di Ercole Incalza come Presidente dell’Autorità Portuale di Genova. Le Grandi Opere sono solo un danno per l’Italia: economico, d’immagine e ambientale.

Alice Salvatore e Gianmarco Corbetta, portavoce MoVimento 5 Stelle Liguria e Lombardia

20. Ottobre 2016 · Commenti disabilitati su Post Expo: basta prendere in giro i cittadini! · Categorie:Expo 2015, Legalità, M5S · Tag: ,

Su Expo le luci dei riflettori si sono abbassate, tuttavia ci sono una serie di questioni irrisolte che meriterebbero lunghi articoli di giornale ma che, a manifestazione conclusa, paiono non interessare a chi avrebbe il dovere di fare informazione, eppure in ballo ci sono (tanti) soldi pubblici e il destino di un’area strategica di Milano.

Noi però non ci arrendiamo, e continueremo a raccontare ai cittadini la mancanza di trasparenza e di rispetto degli accordi presi che i dirigenti di Arexpo stanno mettendo in campo, in una partita in cui, ad oggi, a perdere sono stati solo i cittadini.

Arexpo è la società pubblica che si è occupata, e si occupa tutt’ora, di gestire tutto il post-manifestazione, una società che da mesi si è trasformata in un muro di gomma.

Per questo martedì siamo andati direttamente presso l’ufficio del presidente Azzone per provare a chiedergli di persona perché non redige quel Protocollo di legalità che da oltre un anno sollecitiamo (anche con una nostra risoluzione approvata in consiglio regionale un anno fa). Una forma aggiuntiva di prevenzione contro la corruzione e l’infiltrazione delle mafie che nel sistema delle opere pubbliche proliferano.

Come si può continuare a emanare bandi senza questa tutela aggiuntiva? Poi ci sorprendiamo se commissariano Fiera Milano (non dimentichiamoci che Fiera Milano ha come socio di maggioranza Fondazione Fiera, che è tra i principali soci di Arexpo).

Ma non finisce qui. Perché da Azzone aspettiamo ancora il verbale del CdA di Arexpo, come imposto anche dal Difensore regionale al quale il M5S ha fatto appello.

E infine, perché non ci dà aggiornamenti sui soldi spesi per le bonifiche? Quei soldi devono ricadere sui proprietari terrieri iniziali, tra cui, e qui arriva il conflitto di interessi, Fondazione Fiera, socia di Arexpo. Chi sta frenando il recupero di questi milioni di euro di soldi pubblici che vanno chiesti ai privati?

Sapete qual è stata la risposta alle nostre domande? Nessuna! Azzone ha chiuso la porta in faccia a noi portavoce e contemporaneamente a tutti quei cittadini che chiedono verità e trasparenza. Ma il M5S insisterà finché non arriveranno queste risposte: basta prendere in giro i cittadini!

Questi personaggi devono capire che non possono non rendere conto a nessuno, per questo non molleremo. A cominciare dall’azione penale e civile che stiamo valutando con i nostri legali sul caso dei verbali del Cda negati di fronte al chiaro parere del Difensore Regionale. Vi teniamo aggiornati.

 

I portavoce del M5S Lombardia Silvana Carcano, Gianmarco Corbetta e Giampietro Maccabiani