Chiariamo subito: anche se è realizzato con autobus, il servizio offerto dal BRT è a livello della metropolitana, al punto che si può considerare una metropolitana su gomma. Invece di viaggiare sui binari, il BRT utilizza una corsia riservata: in questo modo, anche nell’ora di punta, quando il traffico è completamente bloccato, il BRT riesce a garantire collegamenti veloci e puntuali. Gli eventuali semafori lungo il percorso si sincronizzano automaticamente sul verde nel momento in cui un veicolo BRT si avvicina all’incrocio. Ancora »
Venerdì 23 novembre alle 21:00 sarò a Cesano Maderno presso la scuola Salvo d’Acquisto, Via Duca d’Aosta 3, per partecipare all’incontro pubblico su Pedemontana e sul progetto alternativo di riqualificazione della Milano Meda.
Nel corso della serata presenterò una proposta innovativa che potrebbe aiutare a ridurre il traffico e l’impatto ambientale, vi aspetto!
Proprio il giorno prima della tragedia di Genova, il Corriere della Sera ha lanciato l’allarme per il rischio crollo di quattro ponti della Milano-Meda, la superstrada ipertrafficata che collega la Brianza al capoluogo lombardo (100 mila veicoli al giorno): due si trovano a Cesano Maderno, uno a Bovisio Masciago e un altro a Baruccana (frazione di Seveso).
Una perizia tecnica dell’agosto 2017 ha decretato la necessità di bloccarli al traffico un anno dopo, cioè adesso. Solo uno di questi è stato chiuso al traffico (quello di Bovisio); la Provincia di Monza e Brianza, responsabile dell’arteria, non ha intenzione di chiudere gli altri, sulla base di nuovi controlli appena portati a termine, nonostante l’autore della prima perizia abbia confermato, soltanto 20 giorni fa, il suo punto di vista (chiudere i ponti entro fine agosto 2018).
Su questi tre ponti ammalorati sono stati posti solo dei divieti di transito per veicoli pesanti. Ora, io mi domando, chi verifica che questi divieti vengano osservati? Basta un cartello per essere sicuri che camion e tir non utilizzino i ponti? Quanti controlli effettua la polizia locale sull’effettivo rispetto del divieto? Siamo proprio sicuri che la situazione sia sotto controllo?
Allargando la prospettiva, bisogna domandarsi come è possibile che si arrivi ad una situazione limite come questa, con ponti ammalorati che secondo alcuni periti vanno chiusi subito per evitare che crollino sulla testa della gente e secondo altri possono tirare a campare ancora per un po’! Perché non si interviene per tempo evitando questi surreali confronti tra periti indegni di un Paese civile!
Nel dibattito pubblico suscitato dall’articolo del Corriere si è puntato il dito contro i governi precedenti che hanno lasciato vuote le casse delle Province. Ma nel caso specifico di questi ponti sulla Milano-Meda, la verità è un’altra e nessuno l’ha detta.
C’è un unico responsabile ed è individuabile con precisione: si tratta di Società Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A., la società che detiene la concessione per la realizzazione e la gestione dell’autostrada Pedemontana.
I vincoli contrattuali della concessione rilasciata ad Autostrada Pedemontana Lombarda parlano chiaro: Apl avrebbe dovuto sostituire questi ponti della Milano-Meda (e in generale riqualificare questo tratto della superstrada) ben 5 anni fa e non lo ha fatto. Siamo di fronte a una gravissima inadempienza che giustifica ampiamente la rescissione della concessione da parte del concessionario Cal (società pubblica partecipata alla pari da Regione Lombardia e Anas).
Il Governo ha giustamente deciso di ritirare la concessione ad Autostrade per l’Italia per la tragedia di Genova. Dovrebbe fare la stessa cosa con Pedemontana. Lo farò presente al ministro Toninelli nei prossimi giorni. In questo caso l’inadempienza è palese, mentre quella di Autostrade per l’Italia si rischia di attendere anni prima di dimostrarla.
È notizia recente che Regione Lombardia ha deciso di sobbarcarsi gli oneri per la messa in sicurezza di questi ponti (ci vorranno almeno due anni e mezzo), spendendo un milione e cinquecento mila euro. Nessuno però si è chiesto per quale stramaledetto motivo deve essere la regione a sopperire alle inadempienze contrattuali di Autostrada Pedemontana Lombarda SpA, usando soldi pubblici che avrebbe ben potuto utilizzare per la messa in sicurezza di altre arterie stradali o ferroviarie! E sa il cielo quanto ce ne sia bisogno nella nostra regione!
Il silenzio di destra e sinistra su questa “dimenticanza” di Pedemontana e sulla “copertura” della Regione è semplicemente vergognoso.
La rescissione della concessione ad Autostrada Pedemontana Lombarda porterebbe finalmente verso nuovi scenari, con la possibilità di usare il contributo pubblico non ancora utilizzato per questa grande opera inutile e dannosa, per mettere finalmente in completa sicurezza la Milano-Meda, valutando anche in modo concreto la possibilità di allargarla con una terza corsia fino alla tangenziale Nord di Milano all’altezza di Paderno Dugnano.
È tempo di agire!
La Milano-Meda è stata inserita fra le opere prioritarie per interventi di manutenzione e sicurezza grazie all’approvazione all’unanimità del Consiglio regionale di ieri di un ordine del giorno all’assestamento al bilancio regionale presentato dal Movimento 5 Stelle.
La Giunta era intenzionata a riclassificare e trasformare in regionali alcune decine di chilometri di strade provinciali lombarde ma non aveva ancora stabilito su quali intervenire. Ora grazie all’intervento del M5S dovrà mettere mano al portafogli prioritariamente per la riqualificazione della Milano-Meda.
A fine 2015 la superstrada Milano-Meda ha visto aggravarsi le già critiche condizioni di traffico per effetto dell’innesto della tratta B1 della Pedemontana a Lentate sul Seveso. La ex Statale 35 è abbandonata a se stessa a causa dei tagli del Governo Renzi imposti agli enti locali ma necessita da molto tempo di urgenti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, viste le numerose criticità non risolte, come, per esempio, la vegetazione che invade le corsie e ostacola la visibilità, la segnaletica e la pavimentazione in pessimo stato, l’assenza di illuminazione agli svincoli insieme ai rifiuti abbandonati.
Il traffico e la pessima manutenzione rendono critiche le condizioni di sicurezza delle decine di migliaia di cittadini che usano l’arteria tutti i giorni, non era possibile perdere altro tempo!