Nel 2014 la Regione Lombardia aveva approvato una legge per la riduzione del consumo di suolo (legge 31 del 2014). Era una legge molto debole, che noi avevamo contrastato duramente in aula perché per un periodo di ben 30 mesi non solo non limitava, ma addirittura favoriva gli operatori nel realizzare le spropositate previsioni edificatorie contenute nei PGT dei Comuni. Si trattava insomma di un liberi tutti per il consumo di suolo!
Una cosa buona però quella legga ce l’aveva: le previsioni edificatorie che non venivano concretizzate entro i 30 mesi sarebbero state congelate in attesa che la Regione, la Città Metropolitana, le Province e i Comuni non recepissero dei nuovi criteri per limitare il consumo di suolo.
Questi famosi 30 mesi stanno per scadere (1 giugno 2017) e con essi stava per svanire anche l’incubo di vedere cementificate aree verdi in Lombardia pari a due volte e mezza l’estensione del Comune di Milano (a tanto ammontano le previsioni edificatorie non ancora realizzate nei comuni lombardi).
Tutto è bene quel che finisce bene dunque? Ancora »
Abbiamo presentato, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Palazzo Pirelli, tutti gli aspetti negativi che contiene la proposta di legge di contrasto del consumo di suolo in discussione nel Consiglio regionale.
La legge è sbagliata nel metodo e nel merito. Nel metodo è una legge approvata in tutta fretta con un atteggiamento autoritario della maggioranza, senza il parere delle commissioni competenti, priva di una scheda tecnico-finanziaria e con il bavaglio all’opposizione. Proprio per questo abbiamo presentato oltre 2 mila emendamenti e ben tre pregiudiziali statutarie e di costituzionalità che la maggioranza si è affrettata a bocciare nonostante nel dibattito in aula siano emerse tutte le criticità del progetto di legge in discussione. La strategia che terremo in aula è di “costruzionismo”: a fronte di una legge invotabile portiamo in aula, proposta di modifica dopo proposta di modifica, le nostre proposte che avrebbero realmente fermato il consumo di suolo.
Nel merito il progetto di legge è vago, poco incisivo e favorisce il consumo di suolo per i prossimi tre anni: sono indeterminati i meccanismi utilizzati per contenere il consumo di suolo e si mantengono le previsioni di espansione inserite nei Piani di Governo del Territorio già approvati, il che rischia di favorire le speculazioni edilizie legate al riciclaggio del denaro sporco della criminalità organizzata. E’ particolarmente grave poi l’assenza nel pdl di efficaci incentivi per favorire la rigenerazione urbana.
La proposta di legge del Movimento 5 Stelle per contrastare il consumo di suolo era ampia, percorribile e articolata. In primo piano dichiaravamo il suolo come un bene comune da utilizzare nell’interesse collettivo; era poi necessario mettere uno stop chiaro alla costruzione del nuovo al di fuori dei confini delle città, prevedere compensazioni ecologico-ambientali e l’aumento degli oneri di urbanizzazione per le costruzioni su suolo vergine, un maggior controllo da parte di Regione Lombardia sui PGT comunali dove si deve prediligere il recupero dell’esistente per sviluppare il processo di rigenerazione urbano e il recupero degli spazi aperti. Il suolo è un bene comune che deve essere preservato per le future generazioni!
Con alla mano il progetto di legge della Maggioranza viene da dire che il sonno della regione genera ecomostri, ma non renderemo facile la vita di questo progetto di legge!