Pensavo che a Desio e dintorni ormai l’avessero capita tutti, ma vedo che in questi giorni c’è ancora qualche politico locale del PD che si domanda come si può fare senza l’inceneritore.
Torno quindi sulla questione per la miliardesima volta, cercando di essere il più chiaro possibile, aiutandomi con delle figure… chissà che non sia la volta buona che la capiscono!
Farò finta che il Pd della Brianza non abbia già organizzato un incontro sul tema con il suo Assessore all’Ambiente della Provincia di Reggio Emilia (Mirko Tutino), quello che ha chiuso l’inceneritore locale e ha aperto la “fabbrica dei materiali”. Evidentemente molti piddini quella sera erano distratti o forse erano andati al cinema o forse hanno sentito cose che hanno voluto dimenticare. Curioso il titolo della serata: “il Pd di Monza e Brianza lancia la sfida: obiettivo rifiuti zero”. Non è chiaro a chi l’abbiano lanciata la sfida, visto che l’hanno persa in partenza, anzi non ci hanno nemmeno provato a vincerla, cedendo platealmente alle lobby dell’incenerimento.
E farò anche finta che non esista un Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti che certifica che da qui a 5 anni nella nostra regione ci sarà una sovracapacità impiantistica di incenerimento pari a circa un milione e trecento mila tonnellate l’anno e che quindi qualche inceneritore, invece di essere potenziato, deve essere chiuso.
Dunque, parliamo di un’esperienza concreta, reale e vicina a noi: la provincia di Treviso.
Da quelle parti esiste un consorzio che si chiama Contarina che raggruppa 50 comuni, serve 550 mila abitanti e da lavoro a 645 persone: