Sono state 12.047 le morti premature nel 2018 in Lombardia a causa del PM 2.5. I nuovi dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente tornano a confermare la situazione di rischio ambientale e sanitario in cui versano la Pianura padana e tante città e aree del Paese, in particolare al Nord che rimane l’area più colpita d’Italia e tra le più inquinate dell’Unione Europea e del pianeta. Nella provincia di Monza e della Brianza parliamo di 1061 decessi l’anno pari a 122 morti ogni 100.000 abitanti.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) ha stimato per il 2018 59.500 decessi in Italia legati agli inquinanti atmosferici collegati al PM 2.5. A queste morti premature se ne aggiungono 21.600 da ossidi di azoto e 3.000 da ozono.
Questo livello di mortalità, cui si aggiunge la cosiddetta morbilità (ospedalizzazioni e malattie varie), è peggiore rispetto ad altri Paesi confinanti come Francia, Spagna e Germania, in particolare in proporzione alla popolazione e ai decessi totali.
Osservando i dati forniti dall’AEA sul PM 2.5, si evince che quasi la metà dei decessi, oltre 24mila, avviene nel bacino padano: quasi una pandemia silenziosa che va combattuta con celerità e strumenti adeguati, alla stregua della pandemia Covid-19.
Il MoVimento 5 Stelle e il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa hanno già messo in campo strumenti e risorse importanti, e non a caso il Recovery Plan tra poco all’esame delle Camere pone un’attenzione particolare alla lotta all’inquinamento atmosferico. Durante il confronto parlamentare faremo di tutto per potenziare e accelerare tutte quelle misure e quei progetti territoriali utili a ridurre la pressione dell’inquinamento atmosferico, a far respirare le città e a tutelare la salute dei cittadini.
Qui i dati interattivi dell’Agenzia Europea per l’Ambiente.