14. Febbraio 2019 · Commenti disabilitati su Acqua potabile: interrogazione sui limiti di legge per il cromo esavalente · Categorie:Ambiente, In aula, Sanità, Senato · Tag: , , , , , , , , ,

Circa un anno fa, quando stavo in Consiglio regionale della Lombardia, mi sono occupato dell’area ex Autobianchi di Desio. Nel corso di un’audizione in Commissione Ambiente, nella quale erano state evidenziate alcune gravi situazioni relative all’inquinamento della falda superficiale nell’area, era emerso anche un problema riguardo i limiti di legge dell’acqua potabile.

In estrema sintesi: per alcuni inquinanti, i limiti di legge che si applicano all’acqua potabile (D. lgs. 31/2001) sono meno restrittivi rispetto ai limiti stabiliti dalla norma ambientale per identificare le acque sotterranee contaminate (D. lgs. 152/06).

È un problema che riguarda tre sostanze nocive: il cromo esavalente, classificato dallo IARC come cancerogeno, il tricloroetile e il tetracloroetilene, entrambi classificati come probabilmente cancerogeni.

Nel caso del cromo esavalente, la norma vigente non impone la ricerca nelle acque potabili: è sufficiente la verifica del cromo totale, con un limite pari a 50 microgrammi per litro. Nel 2020 entrerà in vigore un nuovo limite specifico per il cromo esavalente pari 10 microgrammi per litro, ma l’obbligo di verifica scatterà solo nei casi in cui il cromo totale sia superiore a 10 microgrammi per litro. La norma ambientale invece stabilisce una soglia nettamente inferiore: 5.

Riguardo il tricloroetile e il tetracloroetilene, è ammessa nell’acqua potabile una concentrazione complessiva fino a 10 microgrammi per litro.
La norma ambientale prevede invece due soglie distinte e decisamente più basse: 1,5 per il tricloroetilene e 1,1 per il tetracloroetilene.

A causa dello scarto esistente tra i limiti delle due norme, può accadere che acque di falda contaminate secondo la norma ambientale siano potabili in base alla norma relativa alle acque per il consumo umano.

Quando si parla di inquinamento e rischi per la salute, sappiamo che il rispetto dei limiti non significa rischio zero. A maggior ragione, dunque, ritengo necessaria una riflessione sugli attuali limiti di legge e per questo ho presentato un’interrogazione ai Ministri della salute e dell’ambiente. Vi terrò aggiornati!

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