22. Ottobre 2018 · Commenti disabilitati su Diamo fiducia alle nuove generazioni! · Categorie:Affari Costituzionali · Tag: , , , ,

E’ da poco online sulla piattaforma Rousseau – Lex Parlamento il mio primo disegno di legge!

L’obiettivo di questa proposta è dare voce e fiducia alle nuove generazioni, uniformando i requisiti di elettorato attivo e passivo alla Camera e al Senato e abbassando a 16 anni l’età minima per votare. Il testo del disegno di legge, che è  in discussione su Rousseau, è spiegato in questo breve video. Per approfondimenti riporto di seguito la relazione introduttiva.


Gli articoli 56 e 58 della Carta costituzionale prevedono requisiti diversi
per l’elettorato attivo e passivo tra i due rami del Parlamento: alla Camera dei deputati è sufficiente il raggiungimento della maggiore età per esercitare il diritto di voto e il compimento del venticinquesimo anno di età per essere eletto deputato; al Senato della Repubblica, invece, occorre avere venticinque anni per esercitare il diritto di voto, mentre sono eleggibili a senatore solo coloro che hanno compiuto il quarantesimo anno di età.

Questa differenza nella composizione dei corpi elettorali ha fatto registrare, ad esempio nelle elezioni avvenute in Italia nel febbraio 2013, una differenza a livello di elettorato di ben 3,9 milioni di voti complessivi e, nel caso dei voti validi, una differenza di ben 2,8 milioni di voti in più alla Camera dei deputati rispetto al Senato della Repubblica. Un numero di voti abbastanza consistente da fare la differenza nella composizione delle due Camere.

Nell’ottica del Costituente la disomogeneità del corpo elettorale tra Camera dei deputati e Senato della Repubblica (insieme, ad esempio, alla diversa durata della legislatura, all’epoca stabilita in sei anni per il Senato) si giustificava con l’esigenza di differenziare almeno in parte nella composizione e nella durata le due Camere, evitando in tal modo la presenza di due Assemblee uguali anche per durata e composizione.

Sembra che tali ragioni siano ormai venute meno: la combinazione di un bicameralismo perfetto con offerte elettorali diverse e con una diversa composizione del corpo elettorale ha condotto a squilibri e a maggioranze politiche potenzialmente disomogenee tra Camera dei deputati e Senato della Repubblica che si sono tradotte in un ulteriore fattore di instabilità politica.

E seppure l’incidenza dei giovani sul complesso della popolazione è oggi inferiore a quella che si registrava trenta o quaranta anni or sono, il diverso peso del bacino elettorale si misura in circa 4 milioni di elettori potenziali, che risultano esclusi dal suffragio al Senato. Un diverso comportamento negli orientamenti di voto di ben sette classi anagrafiche, anche a non considerare eventuali disomogeneità nei sistemi di elezione di Camera e Senato, aumenta la probabilità di un risultato elettorale non omogeneo tra i due rami del Parlamento, a entrambi dei quali la Costituzione attribuisce eguali funzioni, compresa quella di votare la fiducia al Governo.

A ben vedere, infatti, al cittadino maggiorenne, di età compresa tra i diciotto anni compiuti e i venticinque anni non compiuti, è dimezzata sia l’efficacia del voto politico, sia la capacità di incidere negli assetti istituzionali del Paese. Egli infatti non avrà proiezione politica in un ramo del Parlamento (il Senato della Repubblica): non nella determinazione dell’indirizzo politico che si concreta nella fiducia al Governo; non nell’esercizio della potestà legislativa.

Pertanto il presente disegno di legge propone un abbassamento dell’età per l’acquisizione del diritto di voto a 16 anni. È impensabile, infatti, poter continuare ad escludere dalla politica generazioni giovani di cittadini che hanno tutta la vita davanti e che più di tutti saranno influenzati dalle scelte politiche di oggi. Pertanto i sedicenni potranno votare i loro rappresentanti sia presso la Camera dei deputati che presso il Senato della Repubblica.

Anche i requisiti per l’elettorato passivo vengono uniformati sia per la Camera che per il Senato. Gli ultraventicinquenni potranno incidere in tal modo attivamente sulle politiche pubbliche attraverso i loro rappresentanti in entrambe le Camere del Parlamento.

E’ arrivato il momento di dare fiducia alle nuove generazioni.

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