Il cuore della nostra visione per il rilancio del Paese è un piano di investimenti produttivi da 50 miliardi in 5 anni: la spesa buona che i governi hanno tagliato in nome dell’austerità e che serve a rilanciare il lavoro e l’economia.
Qualità della vita significa meno burocrazia, migliori servizi pubblici e più opportunità di lavoro e impresa. Per riuscire a centrare l’obiettivo bisogna tornare a fare investimenti con obiettivi chiari in SETTORI INNOVATIVI: banda ultra larga, formazione, università e ricerca scientifica, digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Puntiamo inoltre sulla GREEN ECONOMY e sulla MESSA IN SICUREZZA del nostro territorio, settori che creano centinaia di migliaia di posti di lavoro: mobilità pulita e sostenibile, energie rinnovabili, risparmio energetico, bonifiche dei siti inquinati, ristrutturazione della rete idrica, economia circolare, miglioramento della rete elettrica, adeguamento sismico degli edifici, dissesto idrogeologico, riqualificazione urbanistica, edilizia scolastica e sanitaria.
Un esempio: si stima che l’economia del riciclo spinto dei rifiuti potrebbe creare circa 200 mila nuovi posti di lavoro in Italia e aiuterebbe a risolvere i gravi problemi ambientali causati da inceneritori e discariche.
Il nostro territorio ha urgente bisogno di interventi di messa in sicurezza: solo nell’ultimo triennio il dissesto idrogeologico ha colpito 7,5 milioni di cittadini creando danni economici per 7,6 miliardi di euro. Occorre investire 1,5 miliardi annui per almeno 5 anni, creando così 10.000 nuovi posti di lavoro.
La ristrutturazione della rete idrica nazionale, oltre a far risparmiare i soldi che vengono spesi per interventi emergenziali (parliamo di circa 2,3 miliardi all’anno) fa aumentare l’occupazione ed in particolare consentirebbe la creazione di 20.000 posti di lavoro all’anno. Il costo di questo intervento è di 2 miliardi. Sostanzialmente costa meno la ristrutturazione che far fronte alle emergenze.
Basta con le grandi opere inutili, le colate di cemento, la distruzione dell’ambiente, i soldi dati sempre alle stesse grandi imprese.
SI a investimenti sul capitale umano e sull’innovazione tecnologica, SI a tante piccole opere utili, alla difesa dell’ambiente, al lavoro qualificato degli artigiani e delle piccole e medie imprese.
E’ UN’IDEA DI PAESE DIVERSA DA QUELLA DEI VECCHI PARTITI: IL NOSTRO PROGRAMMA GUARDA ALLE PROSSIME GENERAZIONI!
Il 4 marzo vota MoVimento 5 Stelle.
PS: Dove prendere i 50 miliardi che servono? Le coperture del programma del Movimento 5 stelle derivano dalla razionalizzazione della spesa pubblica (30 miliardi annui), dalla revisione delle agevolazioni fiscali (40 miliardi annui spostati da obiettivi dannosi o improduttivi a finalità ad alto moltiplicatore occupazionale) ed eventualmente dall’aumento del rapporto deficit/pil (10 miliardi annui), che rimarrebbe comunque sotto la soglia del 3%.