Questa foto risale al 10 novembre 2008, quando un piccolo gruppo di cittadini venne invitato a parlare dei problemi del loro territorio durante uno spettacolo di Beppe Grillo a Cantù.
Quello a sinistra col microfono sono io. Ricordo ancora l’ansia terribile delle ore precedenti, all’idea di parlare davanti a migliaia di persone!
All’epoca ci opponevamo alla costruzione di un nuovo inceneritore da 160 mila tonnellate a Desio. Eravamo solo una decina di semplici cittadini, un po’ ingenui ma molto determinati, e lottavamo contro tutte le istituzioni. Ma alla fine vincemmo noi e il nuovo inceneritore non si fece più.
Sono passati 10 anni e da allora ad oggi ho sempre continuato ad occuparmi dei problemi del territorio e dell’ambiente, i primi 5 anni come attivista, gli ultimi come portavoce in Regione Lombardia.
Nelle settimane scorse ho annunciato la mia decisione di partecipare alle parlamentarie del MoVimento. Ho ricevuto tantissimi incoraggiamenti e attestati di stima (grazie!) ma qualche amico mi ha detto che avrebbe preferito se avessi continuato il mio lavoro in Regione.
Ci ho riflettuto sopra e mi sono reso conto di non aver spiegato bene il motivo della mia scelta. Ci provo ora. Come dicevo sopra, mi sono sempre occupato di territorio e ambiente: rifiuti, acqua pubblica, mobilità sostenibile, amianto, smog, consumo di suolo, energia… L’esperienza in Regione mi è servita per capire che le competenze e le responsabilità principali su questi temi non passano da Milano ma dal Parlamento e dal Governo a Roma.
Rifiuti: eravamo riusciti a far approvare l’idea di dismettere una parte degli inceneritori lombardi ma poi è bastato un decreto del Governo Renzi per vanificare tutto il lavoro fatto.
Acqua pubblica: avrei voluto imporre, con una legge regionale, che la forma giuridica delle società che si occupano dell’acqua fosse l’azienda speciale di diritto pubblico, ma mi sono dovuto arrendere al fatto che la Regione non può legiferare su questi aspetti.
Pedemontana: nonostante Maroni si agiti tanto, Pedemontana è di competenza soprattutto statale, dato che il Governo l’ha inserita nelle opere strategiche nazionali previste dalla “Legge Obiettivo”.
Amianto: avrei voluto, tramite una legge regionale, abbandonare l’idea che i proprietari possano autocertificare (di fatto senza alcun controllo) il buono stato di conservazione dei loro tetti in amianto, ma anche questo dipende da una legge nazionale e la Regione non può farci nulla.
Smog: per combatterlo davvero servono investimenti enormi che solo il Governo può concedere.
Non dico che Maroni non abbia le sue belle colpe per non aver fatto nulla su questi temi, ma di certo le competenze principali sono dello Stato centrale.
Per questo motivo ho deciso di propormi per il Parlamento: continuare queste battaglie e mettere a disposizione la mia esperienza di questi dieci anni là dove vengono prese le decisioni che contano.
Sarebbe stato più comodo per me ripropormi in Regione, ma avrei fatto un torto a quel piccolo gruppo di comuni cittadini, di cui facevo parte, che nel 2008 decisero, anche grazie a Beppe, di dare tutto se stessi per il bene comune.
Buone parlamentarie a tutti!