Dopo la bella serata di ieri sera a Limbiate con la dottoressa Giovanni Ceribelli, replichiamo domani a Varedo. Questa volta sarà nostro ospite anche il professor Claudio Mario Grossi dell’Università Cattolica di Milano!
Anche per quest’anno ho mantenuto la parola data agli elettori in campagna elettorale e mi sono tagliato stipendio e diaria. Raggiunge così la cifra di 115.755,61 euro la somma che ho restituito alle casse della Regione e che viene versata nei fondi di sostegno alle piccole e medie imprese in Lombardia.
Altro che i tagli di Maroni e Cattaneo. In tre anni noi nove consiglieri regionali 5 stelle abbiamo restituito al sistema economico e alle piccole e medie imprese un milione di euro. Non esistono precedenti in questo senso nella storia della Lombardia segnata da una casta di politici arraffoni.
I veri tagli dei costi della politica si possono fare subito se solo i consiglieri regionali, che guadagnano quasi 9 mila euro al mese, si riducessero lo stipendio come abbiamo fatto noi. Se tutti i consiglieri lombardi seguissero il nostro esempio, rendicontando puntualmente anche le spese, si potrebbero risparmiare oltre 15 milioni di euro nell’arco di una legislatura. Sono soldi pubblici che aiuterebbero a implementare politiche concrete contro la disoccupazione e a sostegno dei tanti piccoli imprenditori, commercianti e artigiani in Lombardia che vivono momenti di grande difficoltà.
Sia il civismo di Ambrosoli, che la presunta buona politica del PD, che le scope di Maroni si sciolgono come neve al sole di fronte alla prospettiva di un gesto tanto semplice quanto concreto: tagliarsi lo stipendio per rendere la propria classe politica realmente più vicina ai cittadini, non solo a chiacchiere. Per il M5S la politica non è un lavoro per arricchirsi ma è un servizio ai cittadini, e lo dimostriamo con i fatti. Abbiamo invitato più volte gli altri gruppi politici a tagliarsi lo stipendio… la risposta? Non pervenuta.
Super spot del Cittadino di Monza e Brianza di oggi all’inceneritore di Desio.
All’interno dello speciale sui 40 anni dall’incidente dell’Icmesa di Seveso, arriva l’intervistona alla Presidente di Bea, che non perde l’occasione di dire fesserie, come quella che il forno ha un “impatto positivo sull’ambiente” grazie al teleriscaldamento (per la serie, ringraziate che c’avete l’inceneritore che vi pulisce l’aria).
A seguire l’articolo qui allegato in cui si esalta la società anche per “l’impegno ecologico”! Naturalmente nessun cenno al fatto che negli ultimi dieci anni l’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) ha inviato alla Procura della Repubblica di Monza ben sei segnalazioni di ipotesi di reato della società per violazioni di norme ambientali!
Nota a margine: l’articolo (al pari dell’intervista) non riporta la firma del giornalista… forse per pudore o perché non si usa firmare un mero copia&incolla di una velina aziendale.
La grande quantità di diossina emessa nel disastro ICMESA il 10 luglio 1976 non avrebbe prodotto conseguenze sanitarie. Questa è l’impressione che si ricava leggendo l’articolo – pubblicato il 21 maggio scorso dal Cittadino di Monza e Brianza – riguardante il convegno tenuto a Seveso sabato 14 maggio. Lo riporto di seguito:
Il nuovo Direttore Generale di Brianzacque è Sergio Facchinetti. Nel comunicato, la Società precisa che “la scelta della figura di vertice del management societario è stata oggetto di una selezione avvenuta in più step: prima, da parte di una società specializzata nell’attività di reclutamento del personale che ha esaminato 22 aspiranti direttori e che, al termine del procedimento, ha elaborato una short list composta da sei nomi. Quindi, da una commissione esterna “ad hoc”, composta da docenti universitari e professionisti, esperti di diverse materie: tecniche, economiche, giuridiche e finanziarie.”
Al di là dei proclami e delle buone intenzioni, nei fatti appare evidente la scarsa trasparenza adottata da Brianzacque nel condurre l’operazione e inevitabilmente tornano alla mente le voci di corridoio che nel già nel 2013 davano per favorito lo stesso Facchinetti: all’epoca un’analoga procedura di selezione fu aperta e poi misteriosamente chiusa.
Veniamo ai fatti di quest’anno: nell’avviso pubblicato sul sito della società il 19 gennaio 2016 viene descritta la procedura e in particolare al punto 5 sono indicati alcuni passaggi molto importanti che poi non hanno trovato riscontro nella realtà.
In relazione alla seconda fase valutativa, i criteri specifici di valutazione dei curricula e del colloquio, nonché i relativi punteggi, saranno stabiliti dalla Commissione giudicatrice e verranno recepiti nell’apposito verbale che verrà redatto nel corso dei lavori delle sedute di selezione.
Da quanto mi risulta, al termine della selezione Brianzacque avrebbe rifiutato l’accesso agli atti a un candidato. Se confermato, sarebbe un fatto molto spiacevole: se tutto è stato davvero improntato alla massima correttezza e trasparenza, come si conviene a una società pubblica, non si capisce perché non si debba mettere a disposizione dei candidati la documentazione che li riguarda.
Ma c’è di peggio. Proseguendo la lettura, si scopre che:
La graduatoria finale e il nominativo del/la candidato/a prescelto saranno pubblicati nel sito web della Società www.brianzacque.it
Nei fatti, l’unica informazione pubblicata sul sito è il nome del candidato prescelto: per quale motivo la graduatoria non è stata pubblicata come previsto dalla procedura? Questa reticenza è assolutamente inopportuna e inaccettabile! A maggior ragione se andiamo a leggere il passo successivo:
La società si riserva la facoltà di costituire una graduatoria dei candidati valutati idonei, con indicazione della durata di validità, cui fare riferimento in caso di mancata copertura della posizione per rinuncia o forza maggiore da parte dei soggetti primi classificati o per assunzioni future aventi ad oggetto analoghi profili professionali.
Dunque la funzione della graduatoria non si esaurisce oggi con la scelta del Direttore Generale ma potrebbe servire in futuro per attingere candidati per altri incarichi! A maggior ragione, insomma, si può sapere chi sono questi candidati – avvolti dal mistero – che, da un momento all’altro, potrebbero ritrovarsi catapultati sulla prima poltrona disponibile?
Brianzacque rispetti la procedura che essa stessa si è data nell’avviso di selezione e pubblichi la lista dei nomi con i relativi punteggi.
Diversamente, qualcuno potrebbe ragionevolmente sospettare che la società abbia qualcosa da nascondere!
Sono in arrivo nuove misure nei confronti dell’Italia per i superamenti dei limiti giornalieri e annuali di PM10 e NO2 previsti dalla normativa europea (Direttiva 2008/50/CE). L’ha annunciato Karmenu Vella (Commissario europeo per l’Ambiente) rispondendo a un’interrogazione di Eleonora Evi.
Condivido in pieno il giudizio espresso dalla nostra portavoce: “Al netto delle peculiarità morfologiche e meteoclimatiche della Pianura Padana, che rendono molto difficoltoso affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico da polveri sottili, è del tutto evidente che le misure adottate dalle Regioni si sono rivelate totalmente fallimentari”
Forte condanna nei confronti del Governatore Maroni, della politica “fantasma” del Ministro Galletti e del continuo rimpallo di responsabilità tra le Regioni e il Governo centrale: «il Piano per la qualità dell’aria in Lombardia, ad esempio, è uno scherzo. Estremamente costoso, non ha funzionato. E che dire dell’Accordo di programma per le Regioni del Bacino Padano? Sembra sia rimasto solamente sulla carta. Nel frattempo sono usciti i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente sulle morti premature causate dall’inquinamento dell’aria, che segnano un record in negativo per l’Italia (84.800 decessi solo nel 2012). Ma i nostri amministratori si sono limitati a convocare vertici straordinari e sull’onda dell’emergenza di fine 2015 hanno solamente preso misure eccezionali in alcune grandi città. Di soluzioni strutturali, tuttavia, nemmeno l’ombra.»
Quando a rischio è la vita stessa dei cittadini, le istituzioni dovrebbero fare ogni sforzo per risolvere i problemi. A oggi invece il Piano Regionale per la Qualità dell’Aria in Lombardia e gli accordi con le altre regioni del Nord non hanno prodotto nessun risultato apprezzabile. La qualità dell’aria che respiriamo deve diventare un tema prioritario nell’agenda politica della Regione, con ingenti investimenti economici per provvedimenti strutturali (sostituzione caldaie, trasporto pubblico, mobilità elettrica).
In risposta all’interrogazione del Movimento Cinque Stelle, la Commissione europea fa sapere innanzitutto che l’Italia ha trasmesso con grande in ritardo (il 30 novembre 2015 e il 4 febbraio 2016) i dati per l’anno 2014, che erano invece attesi per il 30 settembre 2015. Inoltre, secondo la Commissione, che comunque osserva una tendenza alla diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti, i superamenti dei valori limite sono continuati in numerose “zone di qualità dell’aria” – tra cui quelle della Pianura Padana – rendendo così necessario il proseguimento delle infrazioni in corso, affinché sia garantito il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE in tutte le Regioni italiane.
Ieri ho depositato un’interrogazione sui gravi problemi di gestione della Villa Reale di Monza. Il complesso è affidato a diverse società (tra concessioni e subconcessioni) e, dalle recenti notizie apparse sui media locali, emerge la percezione di un governo del bene storico-culturale molto frammentario, conflittuale ed eccessivamente orientato a logiche di profitto.
Il complesso è stato affidato in gestione per 20 anni a un privato, Nuova Villa Reale di Monza S.p.A., che ha dato vita alla società Cultura Domani S.r.l. per la gestione del secondo piano nobile, dedicato alle mostre. Il primo piano nobile (con il monumentale Salone delle Feste e le sale di rappresentanza) fino a qualche giorno fa era occupato dal sub-concessionario Vision Plus, mentre il sottotetto ospita in affitto, la Triennale di Milano con il Museo del Design. Infine, il piano terra è occupato dal ristorante della società sub concessionaria Le cucine di Villa Reale.
E’ notizia recente che la Vision Plus ha ricevuto lo sfratto per problemi legati al pagamento del canone di concessione a Nuova Villa Reale di Monza S.p.A., la quale, a sua volta, per contenziosi legati ad alcune sponsorizzazioni, ha portato in tribunale il Consorzio della Villa Reale e Parco di Monza, l’ente che rappresenta i proprietari pubblici del bene storico (Ministero della Cultura, Regione Lombardia, Comune di Monza e Comune di Milano).
Siamo di fronte a un assetto organizzativo che non è certo adeguato a valorizzare al meglio il preziosissimo complesso monumentale e ambientale della Villa Reale di Monza; sembra più la gestione di un condominio, dove per altro gli inquilini litigano tra loro e fanno causa al proprietario del bene!
Con l’interrogazione chiediamo che la Regione, maggior finanziatrice del recupero e restauro della Villa, intervenga presso il Consorzio perché sia garantita una programmazione coordinata che valorizzi il patrimonio pubblico. Devono essere messe in campo attività di controllo nei confronti delle attività svolte dal concessionario e dai sub concessionari e definite direttive d’indirizzo per evitare il caos gestionale di questi ultimi tempi. Abbiamo ipotizzato l’istituzione di un curatore di comprovate capacità tecnico-scientifico per la salvaguardia e la fruizione pubblica dell’intero patrimonio culturale.
La Regione, tramite il Consorzio, deve prendere in mano la situazione ed essere più incisiva: Villa Reale è un bene pubblico, una gestione caotica e eccessivamente orientata al mero profitto non depone per il futuro di una risorsa strategica, dal punto di vista culturale e turistico, per Monza!
Nei giorni scorsi ho depositato in Consiglio regionale un progetto di legge sul car pooling dal titolo ‘Promozione dell’uso condiviso dei veicoli privati’, assegnato alla commissione Territorio.
Sappiamo tutti che grandi arterie da e per Milano nelle ore di punta sono piene di auto con un solo conducente: l’obiettivo del progetto di legge è proprio favorire una razionalizzazione mezzi privati con la condivisione dello stesso percorso, al fine di ridurre non solo il traffico e l’inquinamento, ma anche i costi di trasporto. Ancora »
Dopo le voci circolate nei giorni scorsi (e puntualmente riportate su questo sito) circa le irregolarità nella redazione del bilancio d’esercizio 2015 di BEA segnalate dai revisori dei conti (tra cui Giovanna Ceribelli, la ben nota commercialista che ha scoperchiato lo “scandalo dentiere” nella sanità lombarda, che ha portato all‘arresto del presidente della commissione regionale sanità Fabio Rizzi), l’Assemblea dei Soci Bea ha approvato il bilancio, nonostante il parere negativo espresso dal Collegio dei Revisori.
Nella stessa seduta l’assemblea ha votato la sostituzione di tutti i componenti del Collegio e il rinnovo del Consiglio di Amministrazione, dando il benservito al Vicepresidente, Giovanni Bolis.
Siamo di fronte a fatti che hanno dell’incredibile, se non fosse che i soci di Bea negli ultimi anni ci hanno abituato a tutto.
Era il 19 dicembre del 2015 quando su questo blog sollevai l’ipotesi che fossero in corso “strane manovre” per bilanciare artificiosamente i valori di BEA e CEM Ambiente in vista della fusione. All’epoca scrissi:
Anche dal punto di vista economico i conti non tornano: vogliono fare una fusione “alla pari” tra una società patrimonialmente ricca come Bea (avendo un impianto) e una con un patrimonio modesto come Cem (essendo solo una stazione appaltante o poco più). Non vorrei che ci fosse in atto qualche “manovra strana” per ridurre le distanze tra i due patrimoni, con l’obiettivo di arrivare a un fusione equilibrata tra le due società.
I fatti sembrano proprio darmi ragione.
L’analisi svolta successivamente sui conti Cem sembra confermare che gli aumenti di capitale riservati ai nuovi comuni soci di fossero molto orientati ad aumentare il valore della società in vista della fusione con BEA SpA. Anche le modalità con cui erano stati rivalutati gli immobili di CEM (mediante aggiornamento del valore secondo l’indice ISTAT e senza tener minimamente conto della pesante svalutazione che il mercato immobiliare ha subito negli ultimi anni) hanno alimentato il sospetto che l’operazione avesse un obiettivo non dichiarato.
Oggi sembrerebbe che qualcosa di strano sia accaduto anche in Bea e parrebbe confermare che la mia ipotesi di allora avesse colto nel segno. Se in CEM l’obiettivo presunto era aumentare il valore per poter meglio affrontare la fusione, ecco che in BEA la tendenza pare esattamente contraria: infatti la situazione patrimoniale descritta dal bilancio consuntivo 2015 in fase di approvazione sembrerebbe funzionale a ridurre, sulla carta, il valore della società.
Dopo l’interrogazione del M5S sugli aiuti di Stato all’Autostrada Pedemontana Lombarda, che ha portato la Commissione europea ad avviare gli approfondimenti del caso, con Eleonora Evi, portavoce M5S al Parlamento europeo, abbiamo chiesto, con un’altra interrogazione, un chiarimento sullo stato della procedura di indagine.
Nell’aprile del 2015 la Commissione, rispondendo all’interrogazione E-003356-15, aveva annunciato una verifica sui contributi pubblici a fondo perduto erogati per il riequilibrio economico-finanziario della Pedemontana e sulla defiscalizzazione a favore delle imprese cui era stato affidato il completamento dell’opera.
È necessario che la Commissione faccia chiarezza al più presto. Qualora le indagini dovessero accertare l’esistenza di aiuti di stato in violazione della normativa UE non ci sarebbe più alcuno spazio per le assurde pretese dell’asfaltatore seriale e presidente della Lombardia Maroni. Pedemontana non sta in piedi, non è in grado di favorire una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, è un progetto datato e che non ha più senso portare a termine.
Siamo di fronte ad una situazione paradossale in cui le forme pubbliche di sostegno alla Pedemontana sono già state bruciate tutte per realizzare i primi lotti ed ora i privati si sono ritirati dal project financing, i pedaggi sulle Tratte A e B1 disincentivano la fruizione dell’opera, aumentando il divario tra flussi di traffico reali e previsti, rendendola difficilmente sostenibile sul piano economico-finanziario. Per noi è evidente che Pedemontana non soddisfa i requisiti richiesti dal Regolamente europeo per accedere al Piano Junker in termini di solidità finanziaria e aspettative di redditività dell’investimento. Destinare soldi europei alla Pedemontana sarebbe l’ennesimo sperpero di fondi pubblici e il solito regalo agli speculatori.
L’Italia vuole cambiare, ma può iniziare a farlo solo con Rousseau.
Rousseau è democrazia diretta e partecipata, è intelligenza collettiva, è l’opportunità di dare vita a una politica di condivisione.
Rousseau è una piattaforma libera dove i cittadini potranno partecipare insieme alla stesura di una proposta di legge, scambiandosi informazioni e idee, dando il proprio apporto alla rivoluzione già in atto. Per farlo basta solo una piccola donazione.
#IoSostengoRousseau
Martedì ho portato all’attenzione del Consiglio regionale una interrogazione con risposta immediata a Maroni, in merito alla politica di trasferimenti di malati dal Corberi di Limbiate verso altre strutture.
Per il Movimento 5 Stelle il trasferimento di 20 pazienti con disturbi psichici alla struttura San Francesco di Nova Milanese, adottato dall’ASL di Monza e Brianza (guidata dal dottor Matteo Stocco), lo scorso anno presenta profili di dubbia legittimità.
L’Assessore regionale ai trasporti e alle infrastrutture Alessandro Sorte ha risposto a un’interpellanza del M5S Lombardia sui motivi del mancato inserimento del prolungamento delle linee metropolitane M2 da Cologno Nord a Vimercate e M5 da Monza Bettola a Monza Parco nel Dossier Opere Prioritarie per la Lombardia consegnato al Ministro Delrio il mese scorso.
Per Sorte il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti, attualmente in discussione in commissione territorio, è la Bibbia della mobilità e queste opere sono incluse; “ovviamente il prolungamento è una priorità”.
Purtroppo il prolungamento di M2 e M5 è prioritario solo a parole. Il piano mobilità è un il libro dei sogni: contiene di tutto ma alla fine i fondi che realmente sono disponibili vengono concentrari su strade e autostrade.
Se davvero Maroni considera prioritario il prolungamento dell’M2 e dell’M5 perché non l’ha inserito nel Dossier Opere Prioritarie? Se sono davvero opere prioritarie avrebbero dovuto essere inserite nel piano inviato al Governo.
Se la Regione mettesse nel prolungamento delle metropolitane un decimo dell’impegno che mette per una grande opera inutile e devastante come Pedemontana, probabilmente avremmo già i cantieri aperti!
Abbiamo chiesto a Repubblica di poter replicare alle parole false e lesive della dignità del nostro Movimento del segretario regionale del PD Alessandro Alfieri che ieri, in un’intervista pubblicata dal quotidiano, ha dichiarato che i portavoce del Movimento 5 Stelle “amministrano poche decine di comuni e quasi tutti i loro sindaci sono finiti sotto indagine”.
Al momento non risulta nessuna indagine a carico di sindaci del Movimento 5 Stelle a differenza del PD che può vantare, tra le sue file tra sindaci, assessori e nominati, decine di indagati, rinviati a giudizio e spesso condannati. Capiamo il momento difficile di Alfieri, a cui negli ultimi tempi, per restare in Lombardia, hanno indagato una dozzina di eletti e arrestato ben tre sindaci (Pioltello, Valmadrera e Lodi), ma non consentiamo a nessuno di sparare balle in libertà sul buon nome del Movimento 5 Stelle.
Gianmarco Corbetta, capogruppo M5S Lombardia
Qui di seguito la mia intervista su Repubblica di oggi.
Questa mattina come gruppo consiliare M5S abbiamo occupato i banchi della presidenza regionale esponendo un cartello con la scritta “Onestà” per contestare la riammissione in aula del vice presidente della Lombardia Mario Mantovani, arrestato nell’ottobre 2015, e l’arresto del sindaco del PD di Lodi Simone Uggetti.
Consideriamo vergognosa la presenza del signor Mantovani nell’aula del Consiglio Regionale. La sua presenza infanga l’immagine di una istituzione, la Regione Lombardia, che già di suo non gode di buona reputazione tra i cittadini lombardi a causa di tutti gli scandali che si susseguono da anni. Proprio per questo si tratta di uno sfregio ancora più grave.