BREAKING NEWS! ARRIVATA LA RISPOSTA DI ANAC SU NOSTRO ESPOSTO BANDO TURBINA. AVEVAMO RAGIONE NOI, LA GARA E’ ILLEGITTIMA. TUTTO DA RIFARE.
In questo disastro la responsabilità politica del PD brianzolo è devastante: hanno portato sul baratro una società pubblica e i suoi lavoratori, piazzando politici mal riciclati nei Consigli di Amministrazione, difendendo ad oltranza manager incapaci anche quando bastava leggere le carte per rendersi conto di quanto succedeva, perseguendo una politica industriale fallimentare, senza capire che il mondo in cui i rifiuti si dovevano bruciate è finito. Il Presidente della Provincia Gigi Ponti deve andare a casa.
Nella giornata di mercoledì 2 marzo ci sono pervenute le risultanze istruttorie dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, presieduta da Raffaele Cantone, in merito al nostro esposto di dicembre riguardo alle innumerevoli irregolarità che avevamo riscontrato e reso pubbliche circa la gara a doppio oggetto, dal valore di 7,5 milioni di euro, indetta da Bea per la sostituzione della turbina dell’inceneritore di Desio.
Il documento (di ben 21 pagine) include una lunga e articolata trattazione delle criticità da noi sollevate. Solo a titolo esemplificativo, cito un passaggio particolarmente significativo:
“[…] emerge dagli atti che la gara è stata aggiudicata per un importo superiore rispetto a quello indicato nel bando e nel disciplinare e ciò nonostante il fatto che il criterio di aggiudicazione prescelto, ossia quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, prevedesse per l’offerta economica l’assegnazione di un punteggio per il ribasso percentuale rispetto al valore posto a base d’asta. Tale rilievo peraltro, non tiene conto dell’ulteriore elemento – che ove considerato sarebbe da ritenersi aggravante – della discordanza circa i valori di potenza termica ed elettrica della turbina chiesti e offerti e del fatto che, in presenza di discordanze accertate in atti di gara e mai formalmente chiarite dalla stazione appaltante, l’offerta dell’aggiudicatario è stata costruita su valori più bassi (8,25 MW in luogo di 8,50 MW e per 21 MW in luogo di 24 MW). In altri termini sembrerebbe delinearsi un quadro complessivo per cui la stazione appaltante ha aggiudicato per un importo superiore a quello messo a gara per ottenere una prestazione tecnicamente inferiore a quella potenzialmente richiesta.
Quanto sopra appare minare in radice la legittimità dell’aggiudicazione effettuata, senza ulteriore necessità di entrare nel merito della valutazione in ordine alle modifiche apportate al piano degli investimenti e al disciplinare […]”
Nella parte finale del documento, Anac riassume tutte le gravi criticità che ha riscontrato, ben dieci, e le raggruppa in tre tipologie di violazioni commesse: violazioni della concorrenza, violazioni del principio di economicità e violazioni del procedimento di gara. Citiamo testualmente alcuni passaggi:
VIOLAZIONE DELLA CONCORRENZA
- “la documentazione di gara difetta, altresì, della definizione dei necessari requisiti in ordine all’affidamento del servizio di progettazione […]”
- “l’accertata presenza di clausole discordanti nella documentazione di gara […] riscontrata dall’Autorità ed ammessa anche dalla stazione appaltante, è tale da alterare la concorrenza sia sotto il profilo dell’incertezza e dell’asimmetria informativa generata tra i possibili offerenti […] sia sotto il profilo dell’illegittimità dell’aggiudicazione disposta nei confronti dell’unico concorrente, alle condizioni da quest’ultimo proposte e a lui più favorevoli”
- “l’attuata disapplicazione dei criteri di valutazione dell’offerta previsti dal bando e irrituale negoziazione con l’unico concorrente, a seguito della quale si è addivenuti all’aggiudicazione per importo superiore a quello previsto nei documenti di gara e senza evidenza del necessario riscontro dei requisiti minimi dell’offerta tecnica previsti dal bando”
VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI ECONOMICITA’
- “la gara è stata aggiudicata per un importo superiore rispetto a quello indicato nel bando e nel disciplinare e ciò nonostante il criterio di aggiudicazione prescelto, ossia quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, prevedesse per l’offerta economica l’assegnazione di un punteggio per il ribasso percentuale rispetto al valore posto a base d’asta;
- “la gara è stata aggiudicata a fronte di una prestazione tecnicamente inferiore a quella potenzialmente richiesta”
- “la diversa gara per l’affidamento di servizi di ingegneria relativi alla sostituzione del turbogeneratore del termovalorizzatore di Desio (MB) indetta dalla BEA Gestioni SpA risulta sprovvista di adeguata motivazione essendo i servizi in oggetto già inclusi tra le prestazioni aggiudicate alla Comef s.r.l.”
VIOLAZIONI DEL PROCEDIMENTO DI GARA
- “la nomina di due commissioni (una amministrativa ed una tecnica) si pone in contrasto con le previsioni della lex specialis ed in particolare con quanto prescritto nel disciplinare di gara”
- “si riscontra infine la duplice violazione dell’art. 84 del codice dei contratti pubblici per quanto concerne le disposte nomine dei Commissari tecnici e ciò sia in relazione alla nomina del RUP in qualità di componente sia in relazione all’ulteriore nomina sempre in qualità di componente di un altro soggetto, già redattore dello studio di fattibilità posto a base di gara. Sul punto, si ribadisce, che la norma è posta a presidio dell’imparzialità dell’azione amministrativa, in quanto volta a impedire che nel procedimento formativo della volontà del soggetto pubblico rientrino figure che hanno svolto precedenti funzioni endoprocedimentali idonee a condizionarne il giudizio.”
La conclusione di Anac è chiarissima:
“Sarebbe stato dunque necessario in ipotesi di gara deserta o di assenza di offerte appropriate, rivolgersi nuovamente al mercato, aprendo un nuovo confronto competitivo. Circostanza, peraltro, che nel caso di specie sarebbe stata quantomai opportuna, in considerazione del fatto che le numerose criticità rilevate nella gara in oggetto inducono a concludere che l’offerta di Comef s.r.l. non potesse ritenersi ‘appropriata‘ ”.
Il documento si conclude con la comunicazione che Bea ha 20 giorni di tempo per “manifestare la volontà di conformarsi alle indicazioni dell’Autorità”. In alternativa può presentare controdeduzioni (in aggiunta a quelle già presentate quando le era stata notificata la ricezione del nostro esposto da parte di Anac).
Se la situazione non fosse gravissima, verrebbe da dire che la commedia è finita. Anac ha letteralmente demolito le tesi difensive di Bea, confermando le gravi inadempienze e criticità segnalate dal Movimento 5 Stelle e ravvisando la necessità che a tutela dell’interesse pubblico la gara sia annullata! Abbiamo fatto un enorme lavoro di studio e analisi, durato mesi, su tutta la documentazione del bando: troppe le anomalie, troppe le stranezze… e ora l’Anac non solo conferma i nostri dubbi ma va oltre nell’indagine.
Ci hanno minacciato di querela per aver leso l’immagine e il buon nome della società. Ci hanno accusato di fare polemiche strumentali, di buttarla in politica. Ora mi aspetto le scuse del Presidente di Bea. Se vogliono cercare qualcuno che ha infangato la società si guardino allo specchio.
Vista l’incompetenza e l’incapacità dimostrate (le definisco così, in attesa che la Procura della Repubblica si pronunci sulle responsabilità penali), do per scontate le dimissioni dei Consigli di Amministrazione di Bea e Bea Gestioni e del Direttore Generale di Bea. Per mesi hanno continuato a difendere l’indifendibile stravolgendo la realtà dei fatti.
Anche l’attuale Presidente di Bea, Mazzuconi, ha enormi responsabilità. C’è stata perfetta continuità tra l’operato dell’ex presidente Boselli e quello di Mazzuconi: non solo perché la gara per i servizi di ingegneria è stata indetta sotto la sua presidenza, ma anche perché nel rispondere alla prima sollecitazione di Anac del dicembre scorso, Mazzuconi ha sposato e sottoscritto le discutibili argomentazioni già utilizzate da Boselli e Cambiaghi per giustificare le irregolarità di una gara da sette milioni e mezzo di denaro pubblico.
Ma le risultanze istruttorie dell’Anac hanno un peso devastante anche e soprattutto sul piano politico. Con l’intervento di Cantone svaniscono i sogni del PD di potenziamento del forno e di fusione con Cem.
Di fronte alle macerie della gara a doppio oggetto e del piano industriale che la prevede, Gigi Ponti abbia la decenza e il pudore di dimettersi da presidente della Provincia, l’ente azionista di maggioranza relativa in Bea.
L’auspicio è che si colga l’occasione di questa disfatta per cambiare definitivamente rotta. L’incenerimento è una strada senza futuro, il mondo va da un’altra parte. Il Movimento 5 Stelle è disponibile a collaborare per salvare Bea e i suoi lavoratori dal futuro incerto che si profila, delineando una nuova politica industriale fondata sul riciclo, il recupero di materia, lo sviluppo occupazionale e la convenienza economica per i cittadini.
La capiranno questa volta?