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Pedemontana. M5S incontra Delrio: opera inutile e su un binario morto, occorre abbandonarla e puntare sulle alternative.

Ieri una delegazione del MoVimento 5 Stelle composta dai portavoce nazionali e regionali Davide Tripiedi, Gianmarco Corbetta,Bruno Marton e dall’attivista Corrado Fossati si è recata in visita a Graziano Delrio. Abbiamo rappresentato al Ministro tutte le drammatiche criticità che Pedemontana sta portando in Brianza, per chiedere l’abbandono del progetto e lo stanziamento di risorse per il potenziamento del trasporto pubblico locale.

La condizioni di mobilità dei cittadini nel Nord Milano e in Brianza sono indubbiamente critiche, ma un collegamento autostradale non serve a risolvere la situazione. Infatti le tipologie di spostamento sono sostanzialmente due: gli spostamenti dei pendolari verso e da Milano, e gli spostamenti di breve e medio raggio di artigiani e piccole medie imprese, che si muovono con i loro furgoni per movimentare merci e semilavorati da e verso clienti e fornitori. E in entrambi i casi non serve un’autostrada Varese-Bergamo, bensì trasporti pubblici efficienti e il potenziamento della rete stradale ordinaria.

Abbiamo chiesto al Ministro di intervenire e fermare il delirio di cementificazione dell’amministrazione lombarda e di destinare risorse per potenziare il trasporto pubblico, rafforzare il sistema ordinario di viabilità che non comporti consumo di suolo, e mettere in sicurezza la Milano-Meda che da anni versa in un vergognoso stato di abbandono e degrado.

Difatti è fondamentale per il nostro territorio sbloccare definitivamente la metrotranvia Milano-Limbiate, prolungare la metrò verde fino a Vimercate e la linea Lilla fino a Monza centro, nonché potenziare le linee ferroviarie esistenti.

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Ora più che mai è urgente fermare l’opera anche per altri motivi. Dalle notizie emerse fino ad oggi, il numero di veicoli che transitano sui tratti aperti è un terzo di quello atteso. Pedemontana va ad allungare le fila delle grandi opere inutili che hanno devastato la Lombardia (Brebemi e Teem).

L’innesto sulla Milano-Meda ha comunque portato ad un aumento del traffico che sta paralizzando un’arteria già di per sé al limite del collasso e, nel caso questa divenisse a pagamento con la trasformazione in tratta b2 della Pedemontana, verrebbe abbandonata dagli automobilisti che paralizzerebbero il traffico sulla viabilità ordinaria della zona.

Inoltre il prezzo pagato dal territorio per il proseguimento dell’opera sarebbe enorme in termini di devastazione e consumo di suolo, basti pensare al faraonico svincolo di Desio e alla movimentazione dei terreni ancora oggi contaminati dalla diossina dell’incidente Icmesa di Seveso del 1976.

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Ma ciò che rende ridicolo il solo pensiero di proseguire con la realizzazione di Pedemontana è l’assoluta mancanza di liquidità nelle casse della stessa! I tre miliardi di euro che servono per andare avanti non ci sono. Dovevano metterli i privati e le banche ma si sono ben guardati dal farlo!

Non bisogna quindi inserire Pedemontana nel Piano Juncker o coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti o il Fondo Strategico Italiano nel piano di finanziamento dell’opera.

In definitiva, occorre stralciare Pedemontana dall’elenco delle opere ritenute prioritarie dal Governo. Altrimenti si finisce come sempre con soluzioni “all’italiana”, con tutti i costi a carico del pubblico e i profitti ai privati!

Abbiamo trovato il ministro piuttosto sfuggente di fronte alle responsabilità di questo governo rispetto al proseguimento dell’opera, ma è chiaro che il progetto Pedemontana non lo entusiasma e che non intende metterci un euro in più di soldi pubblici rispetto a quanto già previsto e speso.

La crisi finanziaria di Pedemontana resta dunque irrisolta: i privati non credono più nell’opera e il Governo si rifiuta di coprire il buco da 3 miliardi.

Senza contare il dossier in mano a Cantone relativo agli appalti sulle ultime tratte, che il Ministro Delrio ha dimostrato di tenere ben in considerazione.

Insomma Pedemontana è un mostro d’asfalto senza futuro.

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7 commenti

  1. E’ motivo di grande soddisfazione sapere che c’è qualcuno che sostiene con forza le istanze dei cittadini!

    Per quanto riguarda la sostanza, il binomio Intesa Sanpaolo e CDP dovrebbe avere difficoltà oggettive non indifferenti a sostenere il progetto Pedemontana, sia in via diretta che indiretta.
    F2i, il fondo di private equity, è controllato anche da Intesa e CDP, oltre a Fondazioni tra cui Cariplo e Cassa di Risparmio di Torino, che sono ancora Intesa. Ma F2ì è fondo altamente speculativo, facendo parte di quei fondi chiamati “fondi locuste” o “fondi avvoltoio”, con un orizzonte di realizzo delle partecipazioni acquistate di 5, massimo 10 anni. E ha già dimostrato di non essere interessato alle infrastrutture lombarde. Oltre tutto, la perdita di capitalizzazione delle banche in questi periodi rende ancora più improbabile il loro impegno in simili iniziative.

    La grossa preoccupazione rimane lo sviluppo del Piano Junker ed il campo nel quale credo M5s dovrà essere particolarmente attento ed attivo per scongiurare pericoli!

    Comunque siete belli anche in foto!!!

  2. GRAZIE RAGAZZI ; SEMPRE PIù FIERO DI VOI !

  3. Alberto Porro

    Grazie a tutti per il lavoro che state facendo, soprattutto per dimostrare che le scelte sbagliate possono e devono essere fermate. Anche se ci fossero i fondi necessari, i rischi e tutte le criticità emerse su quest’opera dovrebbero essere sufficienti a fermare quest’opera.
    Un saluto, buona continuazione e buon lavoro.
    Alberto Porro

  4. Giuseppe Poliani

    Questo svergognato voltafaccia di Del Rio mi sorprende: parla di calcoli sbagliati, di puntare sul ferro…quando mai ? Mi risulta che due anni fa era piuttosto per il “fare” e diceva cose ben diverse.
    E dov’è la crescita che il suo governo tanto propagandava ? E dove sono le banche che oggi non hanno più soldi e ieri li hanno tolti ai risparmiatori per finanziare queste grandi opere i cui appalti magari sono stati vinti dagli amici ?
    Che dire ? Il capitalismo reale si sta materializzando, anno dopo anno, dalla diossina degli anni ’70 del XX secolo fino alla crisi strutturale del capitalismo dei primi decenni del XXI secolo.
    Intanto un grazie sincero e forte a chi sta facendo opposizione sul serio.

  5. Dino Zoppellaro

    Mi permetto solo di fare un piccolo commento: quando dici che la Milano Meda è al limite del collasso non è esattamente vero perché la Milano Meda è al collasso e non da ora ed è meritevole di molte amorevoli cure essendo un asse nevralgico del sistema viario ovest brianzolo. Lo stesso Regalia quando pirlonava in visita pastorale nei comuni interrsssti dal progetto di questa sciagurata disavventura ebbe a dire che non comprendeva il percorso della tratta B2. Sulla falsariga di quanto scritto da Giuseppe Cazzaniga che pone l’accento sull’aspetto economico finanziario della vicenda mi piace rammentare il titolo di una rubrica settimanale tenuta da Loretta Napoleoni, autrice tra l’altro del libro “EconomiaCanaglia”, sul venerdi di Repubblica “follow the money” ovvero cherchez l’argent!

  6. grazie Gianmarco!

  7. Dobbiamo solo sperare che i tre miliardi non siano mai più reperiti. Delrio, è uomo al servizio e ne fa parte di questo sciagurato governo, che ha già iscritto nelle grandi opere altre autostrade inutili.
    Grazie per i vostri assidui interventi a difesa del territorio.