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Sosteniamo la richiesta di referendum per l’abrogazione dell’articolo 35 dello Sblocca Italia, in materia di smaltimento dei Rifiuti, presentata dal Gruppo regionale lombardo della Lega Nord.

Ma la Lega si metta d’accordo con se stessa. Come sempre predica bene e razzola male. La Regione ha appena prolungato l’autorizzazione integrata ambientale dell’inceneritore di Trezzo d’Adda per ben 16 anni, aumentando da 168 a 198 mila tonnellate all’anno i rifiuti da bruciare. Proprio un bel modo per contrastare lo Sblocca Italia di Renzi e chiudere le porte ai rifiuti da fuori regione. Renzi e Maroni sono le due facce della stessa medaglia, quando c’è da fare un inchino alle lobby degli inceneritori non si tirano mai indietro!

 

25. Febbraio 2016 · Commenti disabilitati su #fuoridaimaroni! Tutti a Milano domenica 28! · Categorie:Corruzione, Roberto Maroni, Sanità

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Noi siamo stanchi di vedere la nostra Regione infangata dagli scandali, di politici che si arricchiscono e arricchiscono i loro amici con i soldi dei cittadini. Siamo stanchi di un governo regionale che genera più inchieste che leggi. Maroni aveva promesso le grandi pulizie con le sue scope, e invece hanno beccato il suo braccio destro e padre della SUA riforma della sanità con le tangenti nel congelatore. Il tempo è scaduto. E’ arrivato il momento di andare a casa e lasciare spazio a chi ha le mani libere!

23. Febbraio 2016 · Commenti disabilitati su Stocco segnalato alla Corte dei Conti: la Regione prenda posizione! · Categorie:Legalità, Sanità

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Nel mese di dicembre il collegio sindacale dell’Asl di Monza e Brianza ha inviato una segnalazione alla Corte dei Conti per la vicenda dell’incarico conferito ad Angelo Bianchi, arrestato nell’ottobre scorso insieme a Mario Mantovani .

L’attività di Stocco era già stata oggetto dell’attenzione del M5S nell’ottobre 2015 per un appalto per la fornitura di servizi (predisposizione di capitolato, piano economico e finanziario e altro) da 23.910,73 euro affidato, su invito della stessa ASL diretta da Stocco, a Angelo Bianchi.

Bianchi, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sull’ex Assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani, risultava già rinviato a giudizio per corruzione e turbativa d’asta  e non avrebbe avuto i requisiti per partecipare e vincere il bando. Chi è sotto processo per reati contro la pubblica amministrazione dovrebbe essere tenuto alla larga e non invitato a gare e relativi incassi di denaro pubblico.

Ma dopo i dubbi del M5S, a dicembre il Collegio Sindacale dell’Asl ha affrontato il caso sollevando ulteriori criticità nell’attività di Stocco tanto da produrre un esposto alla Corte di Conti. Bianchi difatti, secondo il collegio sindacale, non aveva i requisiti di legge per ricevere l’incarico.

Con una nuova interrogazione regionale ho chiesto i motivi per i quali è stato consentito alla ASL di Monza e Brianza di affidare ripetutamente incarichi attraverso un’erronea applicazione delle norme e nonostante le segnalazioni del Collegio Sindacale e perché la Direzione dell’ASL ha proceduto all’affidamento di un incarico all’Ingegnere Angelo Bianchi nonostante le carenze documentali e procedurali evidenziate dal Collegio Sindacale.

In più occasioni nel recente passato abbiamo contestato la correttezza dell’operato del dottor Stocco: dall’ingaggio di un’agenzia investigativa privata di proprietà di un politico (l’ex assessore provinciale di Milano Marzio Ferrario, PDL) per un lavoro di indagine presso l’Asl,ad alcune assunzione di dubbia legittimità, fino ai gravi disservizi per i pazienti sottoposti ad ossigenoterapia nella nostra provincia. Anche su questa vicenda del conferimento di un incarico ad Angelo Bianchi, arrestato nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in carcere Mario Mantovani, ci avevamo visto giusto e ora è il Collegio Sindacale della stessa Asl a confermarlo.

Ora che il neo direttore generale del San Gerardo andrà di fronte alla Corte dei Conti, è assolutamente necessario che anche la Regione prenda posizione sul caso e dica cosa intende fare.

17. Febbraio 2016 · Commenti disabilitati su Scandalo Sanità in Lombardia: l’epicentro in Brianza! · Categorie:Sanità

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Ancora una volta la Brianza al centro dello scandalo, con dirigenti dell’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate pesantemente coinvolti. Inquieta il ritorno di personaggi con frequentazioni ndranghetiste che si sperava appartenessero definitivamente al passato di questa terra.

La storia è sempre la stessa, tra mazzette ai politici (quelli che dovevano fare pulizia), appalti truccati, strutture private illecitamente favorite a discapito della sanità pubblica, figure vicine alla malavita organizzata. E’ un fallimento di sistema, il fallimento di Maroni che, nonostante le mille promesse, incarna il vecchio modo di fare politica.

E’ un sistema malato, dove però basta un elemento estraneo, un onesto, per portare a galla il marcio. Occorre quindi ringraziare il membro del collegio sindacale dell’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate che, semplicemente tenendo la schiena dritta e facendo bene il suo lavoro, ha permesso scoprire un losco giro d’affari da 400 milioni di euro. Basterebbero più persone oneste per evitare tanti scandali, è chiedere troppo?
E’ ora di un taglio netto, è ora di una Lombardia a 5 Stelle!

PS: naturalmente la foto è un montaggio… si riferisce alla manifestazione leghista contro Marino a Roma di qualche tempo fa…

15. Febbraio 2016 · Commenti disabilitati su Caro Giuliano, da che parte stai? · Categorie:Ambiente - Rifiuti

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Lettera aperta a Giuliano Soldà, sindaco di Bovisio Masciago

Caro Giuliano,

abbiamo avuto molte occasioni per confrontarci sulle sorti dell’inceneritore di Desio e ragionare insieme sulla strategia rifiuti zero, trovandoci spesso a condividere la stessa visione.

Il nostro portavoce a Bovisio Masciago, Stefano Pedata, mi ha inviato l’ordine del giorno in merito alle ultime vicende di Bea, presentato dal PD e dalla Civica Altra Bovisio Masciago, che verrà discusso mercoledì, in abbinata al nostro ordine del giorno sullo stesso argomento.

Mi era giunta voce che la maggioranza che ti sostiene avrebbe votato il nostro ordine del giorno che, a fronte di tutte le stranezze della gara a doppio oggetto per la fornitura di una nuova turbina (che ho reso pubbliche su questo blog), chiedeva tre cose molto chiare: le dimissioni dei vertici di Bea (Mazzuconi, Copreni, Cambiaghi), una commissione d’inchiesta sui bandi indetti negli ultimi tre anni e la sospensione in autotutela della gara.

Ora invece ci ritroviamo con un ordine del giorno raffazzonato e presentanto all’ultimo momento, in cui si mischiano vari argomenti in modo molto superficiale.

Innanzitutto, rispetto al nostro, sparisce la richiesta di dimissioni del presidente di Bea Mazzuconi, come se questa fosse esente da qualsiasi responsabilità sull’accaduto. A furia di ripetere come un pappagallo che lei non c’entrava nulla con questa vicenda, evidentemente la Mazzuconi qualcuno è riuscita a convincere. Peccato che il bando per quella “Attività di Direzione Lavori e Gestione passate in sede contrattuale a carico di BEA” (cito testualmente l’odg piddino) sia stato pubblicato proprio sotto la presidenza della Mazzuconi e non di Babbo Natale, tanto per citarne una.

Oltre alla commissione d’inchiesta, sparisce anche la richiesta di annullare in autotutela la gara della turbina. Il tutto lascia il posto ad un generico “si ritiene necessario attendere che le Autorità competenti accertino eventuali responsabilità ai danni dell’azienda e dei soci, al fine poi di promuovere le relative azioni di tutela da parte dell’Amministrazione Comunale”. Beh, grazie, verrebbe da dire… campa cavallo. Le autorità competenti accerteranno le responsabilità chissà quando, sicuramente a giochi fatti, quando i lavori saranno già stati terminati e tutto sarà finito nel dimenticatoio… sarebbe interessante capire quali “azioni di tutela da parte dell’Amministrazione Comunale” si vorranno poi prendere, quando ormai tutto sarà già accaduto…

Poi però l’odg si contraddice e si avvita su se stesso, quando impegna il sindaco “ad informare tempestivamente il Consiglio Comunale sugli esiti degli esposti già presentati, nonché sui rilievi del Collegio Sindacale, in modo che l’Amministrazione Comunale possa prenderne atto e adottare le azioni conseguenti a tutela dei cittadini, ivi comprese quelle di responsabilità degli amministratori e dipendenti di BEA S.p.A., facendo salvo l’avvio di azioni in via di urgenza, laddove l’attesa delle prossime deliberazioni del Consiglio Comunale possa comportare un pregiudizio alla tutela dei diritti dell’Amministrazione stessa”.

Quindi, se sono riuscito a comprendere le elucubrazioni degli estensori dell’atto, da un lato si dice di voler attendere che le Autorità accertino le responsabilità prima di promuovere azioni di tutela; poi però si dice che il sindaco deve informare il consiglio sui rilievi del Collegio Sindacale di modo che l’Amministrazione Comunale possa adottare azioni di tutela (ma non volevano aspettare le Autorità competenti??); poi addirittura, se servono azioni urgenti, il sindaco può intervenire subito per evitare pregiudizi alla tutela ecc ecc… Vabbé mettetevi d’accordo con voi stessi, verrebbe da dire! Non facevano prima a votare il nostro odg senza complicarsi tanto la vita??

Dopodiche l’odg piddino e della civica prende le sembianze di un minestrone, aggiungendo ai temi della gara a doppio oggetto l’indagine epidemiologica sui cittadini che vivono vicino al forno, la fusione Bea/Cem, la politica delle 5R e la strategia rifiuti zero e chi più ne ha più ne metta.

Ma a rendere questo minestrone davvero indigesto è l’ipocrisia tipicamente piddina di voler tenere insieme la strategia rifiuti zero con la fusione Bea/Cem.

Giuliano, tu sai bene che le due cose sono incompatibili tra loro. L’ho detto e scritto mille volte. L’operazione di revamping del forno e la fusione con Cem sono strettamente collegate tra loro e fanno parte dello stesso disegno politico, che ha come unica finalità quella di mantenere in vita il forno per altri 15 anni. A revamping compiuto, serviranno 15 anni di attività continuativa del forno per rientrare degli investimenti. E a fornire la spazzatura da bruciare ci penseranno i comuni soci di Cem.

Come se tutto ciò non bastasse anche la Rete Rifiuti Zero Lombardia si è opposta alla fusione… con che coraggio si pensa di accostare l’idea di una gestione dei rifiuti senza incenerimento con un progetto che ha come unico obiettivo il mantenimento in vita di un forno?

Hanno abbindolato tanti amministratori con la suggestione della società in house, come se fosse la panacea di tutti i mali. Anche noi siamo per il servizio in house, ma non a prescindere dalla politica industriale! Comunque ormai anche la foglia di fico dell’in house è caduta e mi stupisce che nell’odg piddino se ne parli ancora, come se non fosse intervenuto il Tar per ben due volte a stroncarla!

Giuliano, la partita per rifiuti zero in Brianza non si gioca in 15 anni ma in 15 settimane, forse meno. Con il revamping del forno e la fusione, la battaglia è persa. Tra 15 anni anche i residui archeologici alla Gigi Ponti saranno vinti e una moderna gestione dei rifiuti prenderà piede. Il problema è adesso.

Invece l’ordine del giorno del Pd e di Altra Bovisio Masciago non è altro che aria fritta. O si sta con la strategia rifiuti zero o si sta con il forno e la fusione Bea/Cem. Non c’è una terza possibilità. Tu da che parte stai?

Per tutti questi motivi, insieme al nostro portavoce Stefano Pedata, ti invito calorosamente a convincere i firmatari dell’ordine del giorno a ritirarlo e a votare quello del MoVimento 5 Stelle.

Un saluto.

10. Febbraio 2016 · Commenti disabilitati su Contratti derivati: il M5S scrive ai vertici Cap Holding · Categorie:Acqua pubblica

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I portavoce M5S nei comuni soci Cap (compreso il sindaco di Sedriano Angelo Cipriani) hanno inviato una lettera comune ai vertici della società del servizio idrico, facendo seguito all’inchiesta sui derivati che ho portato avanti nei mesi scorsi, sfociata nella richiesta a Cap di intraprendere un’azione risarcitoria nei confronti delle banche.

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08. Febbraio 2016 · Commenti disabilitati su Pedemontana: caro Maroni, sono i fatti che contano. · Categorie:Pedemontana, Trasporti

La nostra missione a Roma dal ministro Delrio ha generato reazioni a non finire! Da ultimo ieri è intervenuto il Governatore Maroni, dicendosi sorpreso da quanto dichiarato dal Ministro e convinto che Pedemontana andrà avanti fino in fondo.

Ma, al di là della babele di dichiarazioni di questi giorni, restano i fatti.

  1. La revisione del piano economico finanziario di Pedemontana è bloccata al Ministero da 8 mesi.
  2. L’autostrada ad oggi non fa parte della lista di opere italiane inserite nel Piano Junker.
  3. Il Governo ha snobbato le richieste di Maroni di abbassare i pedaggi e caricare sulle casse pubbliche il mancato introito.
  4. All’Anac di Cantone è aperto un dossier sugli appalti delle ultime tratte di Pedemontana.
  5. Il piano di caratterizzazione dei terreni contaminati dalla diossina dell’Icmesa di Seveso è fermo al palo.
  6. Le stime di traffico sulle tratte aperto sono state disattese.

Ora il Governatore può fare tutte le dichiarazioni che vuole ma i fatti hanno il butto di vizio di parlar chiaro. Capisco che il fallimento di Pedemontana è il fallimento di Maroni e quindi non lo vuole ammettere, ma questa grande opera inutile risponde ad un modello di mobilità vecchio di 50 anni! Oggi Pedemontana è fuori da qualsiasi idea di mobilità moderna e sostenibile sia dal punto di vista ambientale che finanziario.

Stop.

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Pedemontana. M5S incontra Delrio: opera inutile e su un binario morto, occorre abbandonarla e puntare sulle alternative.

Ieri una delegazione del MoVimento 5 Stelle composta dai portavoce nazionali e regionali Davide Tripiedi, Gianmarco Corbetta,Bruno Marton e dall’attivista Corrado Fossati si è recata in visita a Graziano Delrio. Abbiamo rappresentato al Ministro tutte le drammatiche criticità che Pedemontana sta portando in Brianza, per chiedere l’abbandono del progetto e lo stanziamento di risorse per il potenziamento del trasporto pubblico locale.

La condizioni di mobilità dei cittadini nel Nord Milano e in Brianza sono indubbiamente critiche, ma un collegamento autostradale non serve a risolvere la situazione. Infatti le tipologie di spostamento sono sostanzialmente due: gli spostamenti dei pendolari verso e da Milano, e gli spostamenti di breve e medio raggio di artigiani e piccole medie imprese, che si muovono con i loro furgoni per movimentare merci e semilavorati da e verso clienti e fornitori. E in entrambi i casi non serve un’autostrada Varese-Bergamo, bensì trasporti pubblici efficienti e il potenziamento della rete stradale ordinaria.

Abbiamo chiesto al Ministro di intervenire e fermare il delirio di cementificazione dell’amministrazione lombarda e di destinare risorse per potenziare il trasporto pubblico, rafforzare il sistema ordinario di viabilità che non comporti consumo di suolo, e mettere in sicurezza la Milano-Meda che da anni versa in un vergognoso stato di abbandono e degrado.

Difatti è fondamentale per il nostro territorio sbloccare definitivamente la metrotranvia Milano-Limbiate, prolungare la metrò verde fino a Vimercate e la linea Lilla fino a Monza centro, nonché potenziare le linee ferroviarie esistenti.

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Ora più che mai è urgente fermare l’opera anche per altri motivi. Dalle notizie emerse fino ad oggi, il numero di veicoli che transitano sui tratti aperti è un terzo di quello atteso. Pedemontana va ad allungare le fila delle grandi opere inutili che hanno devastato la Lombardia (Brebemi e Teem).

L’innesto sulla Milano-Meda ha comunque portato ad un aumento del traffico che sta paralizzando un’arteria già di per sé al limite del collasso e, nel caso questa divenisse a pagamento con la trasformazione in tratta b2 della Pedemontana, verrebbe abbandonata dagli automobilisti che paralizzerebbero il traffico sulla viabilità ordinaria della zona.

Inoltre il prezzo pagato dal territorio per il proseguimento dell’opera sarebbe enorme in termini di devastazione e consumo di suolo, basti pensare al faraonico svincolo di Desio e alla movimentazione dei terreni ancora oggi contaminati dalla diossina dell’incidente Icmesa di Seveso del 1976.

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Ma ciò che rende ridicolo il solo pensiero di proseguire con la realizzazione di Pedemontana è l’assoluta mancanza di liquidità nelle casse della stessa! I tre miliardi di euro che servono per andare avanti non ci sono. Dovevano metterli i privati e le banche ma si sono ben guardati dal farlo!

Non bisogna quindi inserire Pedemontana nel Piano Juncker o coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti o il Fondo Strategico Italiano nel piano di finanziamento dell’opera.

In definitiva, occorre stralciare Pedemontana dall’elenco delle opere ritenute prioritarie dal Governo. Altrimenti si finisce come sempre con soluzioni “all’italiana”, con tutti i costi a carico del pubblico e i profitti ai privati!

Abbiamo trovato il ministro piuttosto sfuggente di fronte alle responsabilità di questo governo rispetto al proseguimento dell’opera, ma è chiaro che il progetto Pedemontana non lo entusiasma e che non intende metterci un euro in più di soldi pubblici rispetto a quanto già previsto e speso.

La crisi finanziaria di Pedemontana resta dunque irrisolta: i privati non credono più nell’opera e il Governo si rifiuta di coprire il buco da 3 miliardi.

Senza contare il dossier in mano a Cantone relativo agli appalti sulle ultime tratte, che il Ministro Delrio ha dimostrato di tenere ben in considerazione.

Insomma Pedemontana è un mostro d’asfalto senza futuro.

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04. Febbraio 2016 · Commenti disabilitati su Bea studia il decommissioning? Siamo seri, per cortesia. · Categorie:Ambiente - Rifiuti · Tag: ,

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Sono anni che continuiamo a chiedere ai soci di BEA (comuni e provincia di Monza e Brianza) di incaricare un gruppo di esperti indipendenti al fine di delineare lo scenario del decommissioning, ossia la dismissione del forno inceneritore di Desio.
Infatti è assolutamente evidente che la scelta di raddoppiare il forno (abbandonata nel 2012) così come le successive scelte di ammodernarlo e potenziarlo non sono le uniche possibili, come invece si vuole far credere da parte di BEA e del PD brianzolo.
Esiste almeno un’alternativa che si chiama Rifiuti Zero e che non ha bisogno di inceneritori: al contrario è impossibile metterla in pratica se si ha un forno da sfamare, a maggior ragione se su quel forno si investono decine di milioni di euro con tempi di rientro di 15-20 anni.
Se si volesse davvero amministrare seriamente BEA, prima di realizzare qualsiasi revamping milionario bisognerebbe perlomeno prendere in considerazione la fattibilità tecnico ed economica di uno scenario alternativo all’incenerimento.
Nell’ottica dei vertici di BEA e dei soci che li sostengono, fedeli ai diktat del PD brianzolo, tutto questo vale zero. Quello che conta è investire, costi quel che costi, per mantenere in vita il vecchio forno assicurandogli lunga vita e abbondanza di rifiuti grazie allo sciagurato progetto di fusione con CEM Ambiente di cui ho già abbondantemente parlato.

Lascio immaginare la mia sorpresa quando ho appreso, leggendo il verbale dell’assemblea dei soci dell’11 dicembre scorso, che BEA, all’insaputa dei soci, avrebbe intrapreso una valutazione dei costi di decommissioning! Innanzitutto è incredibile che nessuno dei Soci sapesse alcunché. La Presidente dice che tale iniziativa va incontro alle richieste dei comuni. Ma se così fosse, perché i Soci non sono stati informati?

E poi è profondamente sbagliato il metodo! A chi è stato commissionato lo studio? qual è nel dettaglio l’oggetto di studio (dismissione impianto? bonifica terreni? riconversione in impianto di recupero di materia?), quanto è costato? sono stati presi in considerazione i costi e i ritorni economici di scenari alternativi tra loro?

Il fatto che sia stata Bea a scegliere e commissionare il soggetto che farà lo studio non da alcuna garanzia di indipendenza e imparzialità di giudizio.

Se ci fosse stata una reale volontà di valutare seriamente un percorso alternativo, si sarebbero dovute fare le cose diversamente. Così è solo l’ennesima presa per i fondelli. Si sarebbe dovuto fare come hanno fatto i comuni soci dell’inceneritore di Busto Arsizio. A bocce ferme (e non ad investimenti in revamping in corso), si sarebbe dovuto commissionare uno studio serio e completo ad esperti scelti dai soci, privi di alcun conflitto di interessi.

Cara Presidente Mazzuconi, affrontare il tema del decommissioning è urgente, ma va fatto in modo serio e non solo per dire di averlo fatto e giustificare scelte politiche che non hanno nessun senso logico.

C’è un modo giusto di fare le cose e un modo sbagliato, e come sempre Bea ha scelto la strada che le faceva più comodo.

 

02. Febbraio 2016 · Commenti disabilitati su Resoconto di metà mandato! · Categorie:Uncategorized

Ho approfittato della partecipazione all’incontro con i cittadini di Monza di giovedì scorso per presentare la mia attività in questi primi due anni e mezzo (abbondanti) di mandato in Consiglio Regionale.

Ho cercato di riassumere in mezz’ora tutto il lavoro che ho svolto: le battaglie, le denunce, i controlli, le proposte e i risultati concreti ottenuti.

Per i portavoce del Movimento, in qualsiasi istituzione, è fondamentale rendere conto ai cittadini del proprio operato, per capire se si sta lavorando in modo corretto oppure no. Noi facciamo così!

Qualsiasi considerazione, domanda, chiarimento e (perché no) critica da parte di chi avrà la pazienza di guardare il video è ben accetta!