12. Gennaio 2016 · Commenti disabilitati su Doppio incarico a Besozzi, la Regione non sana la palese violazione di una legge dello Stato · Categorie:Corruzione, Roberto Maroni

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Il sottosegretario ai rapporti con il Consiglio regionale Ugo Parolo ha risposto alla mia interrogazione sul conflitto di interesse e incompatibilità di incarichi di Paolo Besozzi, che riveste contemporaneamente la carica di Presidente di Ilspa (Infrastrutture Lombarde) e Amministratore Delegato di Cal (Concessioni Autostradali Lombarde). Il M5S, anche alla luce del recente intervento del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha chiesto tempi certi per sanare la violazione.

Parolo ha risposto che la Giunta ha chiesto a Besozzi di “chiarire la sua posizione” e che lo stesso Besozzi avrebbe rimesso le deleghe operative in Infrastrutture Lombarde per eliminare lo stato di incompatibilità.

Maroni si arrampica sugli specchi. L’incompatibilità è palese. Che senso ha chiedere a Besozzi di chiarire la propria posizione sugli incarichi che la Regione stessa gli ha conferito? E anche la remissione delle deleghe operative in Ilspa non cambia di una virgola la situazione, l’incompatibilità sta negli incarichi, non nelle deleghe, la legge parla chiaro.

Prendo atto che chi guida la Regione non vuole sanare la palese violazione di una legge nazionale, la Severino. Non si tiene conto del principio basilare della prevenzione della corruzione per cui la stessa figura è controllore e controllato allo stesso tempo. Che una Regione come la Lombardia non intervenga con forza per sanare un’illegalità è un insulto bello e buono per tutti i cittadini onesti.

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Novità, si fa per dire, dal sito di Pedemontana.

E’ stata aggiudicata, dopo vari rinvii a vuoto, la procedura per l’erogazione del famoso “prestito ponte bis” da 200 milioni, necessario per non chiudere subito baracca e burattini. Le stesse banche che la prima volta hanno fatto il prestito, ora lo ri-finanziano, con una procedura sempre più stentata: due rinvii della scadenza e un bando che diventa  procedura negoziale, cioè di fatto trattativa privata. Pare anche con un tasso di interesse particolarmente elevato.

Con la stessa procedura hanno finalmente trovato il famoso “arranger”, cioè la banca o il pool di banche che si occuperà di “strutturare e negoziare” il finanziamento da 1,8 miliardi per realizzare la tratta B2 e la C (ed “eventualmente”, così scrivono, la tratta D per altri 900 milioni).

Il compito dell’arranger è quello di contattare il maggior numero di banche per l’adesione al progetto di finanziamento e coordinare i finanziamenti stessi. Il che, in parole povere, non significa che hanno trovato chi mette i 3 miliardi che mancano per finire l’opera. Significa che hanno trovato a chi dare il compito di cercarli… in questo RTI (raggruppamento temporaneo di impresa) ci sono dentro tutte le principali banche italiane, cioè più o meno le stesse che alla fine della fiera i soldi avrebbero dovuto metterceli fin dall’inizio ma che si sono ben guardate dal farlo.

Non mi sembra un passo avanti decisivo…

E il fatto poi che siano passati alla procedura negoziata, mi pare che si possa interpretare come un ulteriore segno di scarso interesse da parte del sistema finanziario, nel senso che sono stati costretti a negoziare le condizioni per l’assegnazione del mandato di arranger.

Il fiato di Pedemontana è sempre più corto, anche senza contare le incertezze legate alla seconda revisione del Piano Finanziario, che tutti danno per scontata ma che scontata fino a questo momento non è, come ho dichiarato al Giorno settimana scorsa.

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