L’impressione che ricavo dall’intervista rilasciata al Cittadino di Monza e Brianza da parte del nuovo presidente di Bea, Daniela Mazzuconi, è che deve ancora ancora capire in che azienda è finita.
Bene il voler andare fino in fondo sulla questione delle irregolarità nell’assegnazione della gara d’appalto, ma ho la sensazione che la vicenda potrebbe avere dei risvolti penali non irrilevanti…
Sull’idea di avere un unico sistema di gestione dei rifiuti per tutta la Brianza, siamo disponibili a ragionare, ma si deve evitare di creare un carrozzone politico in cui manchi la trasparenza. Inoltre è un fatto che le innovazioni in questo settore sono sempre arrivate da piccole aggregazioni di comuni, liberi di sperimentare nuove pratiche virtuose. Questa libertà non deve andare perduta in una società di gestione troppo grande.
Ma l’idea che ci divide profondamente è che questo sistema provinciale di gestione dei rifiuti debba necessariamente avvalersi di un inceneritore!
Non sta in piedi il “no al potenziamento, si alla sistemazione tecnica del forno” della Mazzuconi: il piano industriale attualmente in essere prevede l’aumento di circa 20 mila tonnellate da bruciare (si passa da 70 a 90 mila) e investimenti per 15 milioni di euro che hanno un ritorno in 15 anni di attività, il che significa realisticamente che il forno continuerà ad esistere per i prossimi 17/18 anni, in una contesto regionale di sovraccapacità impiantistica, dove esistono impianti ben più grandi ed efficienti.
I riferimenti del presidente Mazzuconi alla divina provvidenza e alle tecnologie future (quando parla della possibilità di superare il forno) sono del tutto fuori luogo. Innanzitutto perché oggi quello dei rifiuti è in grandissima parte un problema organizzativo, non tecnologico.
Basta copiare quello che si fa da altre parti, per esempio al Consorzio Contarina di Treviso, realtà totalmente pubblica che raggruppa 50 comuni, serve 550 mila abitanti e da lavoro a 645 persone in Provincia di Treviso. Contarina ha dato vita ad una gestione virtuosa dei rifiuti che marginalizza (e in prospettiva elimina) il ricorso a discariche e inceneritori e permette notevoli risparmi economici per i cittadini.
I comuni del Consorzio Contarina, attualmente all’85% di raccolta differenziata, si sono dati l’obiettivo di arrivare entro pochi anni alla produzione di soli 10 kg per abitante all’anno di rifiuti da smaltire (oggi sono già a 50 kg, mentre la media della provincia di Monza e Brianza è 124 kg).
Questo dato, parametrato sul numero di abitanti della Provincia di Monza e Brianza, porterebbe alla produzione di soli 8.600 tonnellate annue di rifiuti da smaltire, facilmente gestibili con impianti a freddo, già ben consolidati.
E quindi del tutto evidente che o si segue la strada della gestione virtuosa dei rifiuti sul modello Contarina oppure si persegue sulla strada del mantenimento in vita (per altri 18 anni e con potenziamento) di un inceneritore che alla prova dei fatti non serve a nulla. Non ci sono altre possibilità.
Quello che è sempre mancato in Bea (e nei soci pubblici) è la volontà politica di prendere seriamente in considerazione un’alternativa all’incenerimento. Fino ad oggi si è ciecamente puntato sul mantenimento in vita del forno, senza considerare che le mutate condizioni di mercato (rifiuti in forte diminuzione, concorrenza agguerrita tra impianti, prezzi di smaltimento in picchiata) rendono tale scelta un vero e proprio azzardo! Perché non si è mai voluto fare un serio studio di fattibilità tecnica/economica di riconversione del forno in “fabbrica dei materiali”?
Le chiacchiere stanno a zero! Presidente Mazzuconi tu da che parte stai? dalla parte degli ottusi dell’incenerimento o di chi guarda avanti nell’interesse dei cittadini e degli stessi dipendenti di Bea?