La battaglia dell’Assessore Sala e della Regione Lombardia per mantenere il Gran Premio a Monza assomiglia sempre di più ad una lotta contro i mulini a vento. E non tanto per l’inerzia del Governo, ma per il semplice fatto, ormai chiaro a tutti, che il circo della F1 è orientato verso Paesi dove l’economia è in forte crescita tanto da garantire ingenti guadagni a Ecclestone e dove le case automobilistiche hanno interessi ad acquisire nuove quote di mercato. E la dimostrazione sta nel fatto che l’ultimo GP del Belgio ha fatto registrare un deficit di 7 milioni di euro, mentre perfino la Germania e la Corea hanno rinunciato ai loro GP a causa delle eccessive pretese di Ecclestone.
Piaccia o no, questa è la realtà dei fatti. Prima ci si rassegna a questa tendenza storica e meglio sarà per tutti. Oggi invece il Gran Premio e l’autodromo sono un totem che non può essere messo in discussione. Per sostenerlo qualsiasi costo è ammissibile, ovviamente a carico della collettività.
Si cominci ad entrare nell’ottica che la vera risorsa per Monza e la Brianza è il complesso della Villa Reale e il Parco, di enorme valore dal punto di vista culturale e ambientale. Si apra finalmente un dibattito pubblico, il più ampio possibile, sul futuro dell’autodromo e si valuti tutti i possibili scenari, senza tabù, totem e preconcetti e soprattutto senza combattere i mulini a vento di Ecclestone.