Oggi ho portato in Consiglio Regionale un’interpellanza per cercare di capire quali siano le intenzioni della Giunta Maroni in merito ai contributi economici che vuole dare per mantenere il Gran Premio di Formula 1 nell’autodromo di Monza.
Le notizie di stampa si susseguono ormai da mesi e oggi il tema è diventato di strettissima attualità.
In estrema sintesi, il nodo della questione riguarda due aspetti. ll primo è il rinnovo del contratto per la permanenza dalla Formula 1, dal 2017 in avanti; Bernie Ecclestone ha chiesto il raddoppio del canone attuale (da 10 a 20 milioni di dollari all’anno), altrimenti è pronto a sloggiare da Monza.
Il secondo aspetto, strettamente collegato al primo, riguarda il fatto che l’autodromo, per continuare ad accogliere la F1, necessita di un rinnovamento strutturale per svariati milioni di euro; nel recente passato si è parlato di un piano di lavori triennale per 70 milioni di euro:
-
34 milioni il primo anno per le opere più urgenti di ammodernamento della struttura (rifacimento completo dell’asfalto, sostituzione protezioni della pista, posa nuovi cordoli, asfaltatura vie di fuga, ristrutturazione sottopassi…);
-
23 milioni il secondo anno per la riqualificazione delle tribune, creazione aree museali e spazi di ricettività…;
-
12 milioni il terzo anno per la riqualificazione camping e piscina e altre attrezzature per il divertimento e il tempo libero.
Naturalmente la Sias, la società che gestisce l’autodromo, questi soldi non ce li ha e di investitori privati non se ne vede nemmeno l’ombra; percui il Governatore Maroni ha promesso di stanziare 20 milioni di euro per la causa, subordinando tale stanziamento a) al fatto di entrare nella proprietà del Parco e b) al fatto che tale ingresso avvenga senza esborso di tasse, che di fatto assorbirebbero circa la metà della somma a disposizione. Proprio in questi giorni è in corso in Parlamento il tentativo di ottenere la “defiscalizzazione” dell’operazione di ingresso della Regione nella proprietà del Parco di Monza.
UN PO’ DI STORIA
Ma partiamo dall’inizio e vediamo il contesto nel quale si pone la questione.
La proprietà del Parco di Monza, incluso gli immobili in esso contenuti, oggi è dei Comuni di Monza e di Milano.
Tra le concessioni in essere meritano menzione per il loro peso quella con il Golf Club di Milano e quella con la Sias, gestore a nome e per conto dell’Automobile Club di Milano (ACM) dell’autodromo; insieme sottraggono una buona metà del Parco alla fruizione pubblica.
La proprietà di SIAS SpA è dell’ACM che ne detiene il 100% della azioni ripartite tra ACM stessa per il 70% e l’Immobiliare Automobile Club (Immobiliare AC) per il restante 30%, a sua volta detenuta al 100% da ACM.
ACM detiene i diritti per l’effettuazione in Italia del Gran Premio di F1 per effetto di un contratto con la “Formula One Association” (FOA), un’entità corporativistica privata il cui presidente è Bernie Ecclestone.
Per poter gestire le attività relative al Gran Premio d’Italia della F1, ACM ha costituito appositamente la Società senza fini di lucro SIAS SpA.
Ricordo che nel progetto “Sforbicia-Italia” del Governo, l’Automobile Club d’Italia (ACI), di cui ACM è parte, rientra tra gli Enti inutili da sopprimere e riorganizzare in ambito statale (Motorizzazione Civile del Ministero dei Trasporti) per un risparmio stimato di 60 milioni di euro.
Per consentire a SIAS SpA di effettuare il Gran Premio di F1 all’interno del Parco di Monza, i Comuni proprietari hanno dato in concessione alla stessa l’area oggi occupata dall’autodromo e dalle sue pertinenze e ciò in forza di una Convenzione tra Comuni proprietari e Sias del 7 Luglio 2008 con validità fino al 31 dicembre 2026.
La convenzione nel 2008 è stata rinnovata senza gara di appalto, adducendo come motivazione i successi storici e le supposte competenze esclusive della Sias (contro tale decisione era stato promosso un ricorso di varie associazioni ambientaliste, che è stato respinto dal Tar per “carenza di legittimazione”).
Non dimentichiamoci che la dirigenza della Sias, in carica fino allo scorso anno, è sotto processo per reati come peculato, false fatturazioni, appropriazione indebita, corruzione, evasione fiscale, usura, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e taglio non autorizzato di alberi.
L’adeguamento degli impianti per far fronte alle richieste della Federazione Internazionale dell’Automobilismo (FIA) e del Motociclismo (FIM), nonché di ampliamento dell’impianto, è stato fino ad oggi effettuato a spese di SIAS SpA. Gli immobili così adeguati e tutte le strutture dell’autodromo sono di proprietà dei Comuni proprietari.
Per avere un’idea sull’entità degli investimenti effettuati da Sias per adeguare e/o ampliare l’impianto riporto due dati significativi di fonte Sias: l’attuale configurazione è stata realizzata dopo il rinnovo della convenzione del 1998 ed ha comportato un investimento di 40 milioni di euro, a cui nel triennio 2001/2003 si sono aggiunti 31 milioni per ulteriori interventi.
Al momento della stipula dell’attuale convenzione (2008) Sias ha dato la propria disponibilità ad investire altri 20 milioni di euro per il miglioramento della sicurezza, della viabilità e dell’adeguamento ambientale all’impianto. Di questi 20 milioni di euro, 5 sono previsti per la messa in sicurezza dell’impianto.
Non mi è dato al momento di sapere se quest’ultimo investimento abbia avuto luogo e che cosa abbia prodotto, tuttavia questi importanti investimenti da parte Sias stanno a dimostrare la continua necessità di costosi interventi sull’infrastruttura per adeguarsi alle richieste delle Federazioni e dei Comuni proprietari e alle necessità del mercato (essenzialmente pubblicità e costruttori).
La convenzione in essere prevede tra le altre cose la disciplina della “compatibilità con le aree circostanti del Parco”.
Non si sa bene cosa ciò stia a significare. Ricordo che l’attività motoristica produce da sempre un elevato tasso di inquinamento sia atmosferico che acustico nelle aree intorno al sedime; quest’ultimo è stato dimostrato in due Consulenze Tecniche d’Ufficio, quella del 1995 (all’interno di un procedimento penale attivato a Monza da alcuni cittadini) e quella del 2005 (all’interno di un procedimento civile presso il Tribunale di Milano anche questo mosso da alcuni cittadini). Per effetto di quest’ultimo procedimento la Sias è stata vicino a dover cessare l’attività motoristica se non fosse intervenuto un patteggiamento tra le parti per salvare la situazione.
GLI ASPETTI ECONOMICI
Si parla spesso di ricadute economiche conseguenti all’attività motoristica dell’autodromo di Monza.
Il 2014 ha fatto registrare un calo di spettatori del 15% rispetto all’anno precedente, il che ha comportato un calo di fatturato (24 milioni).
Dai bilanci di Sias emerge che il 70% circa dei ricavi societari sono dovuti al GP di F1: quindi circa 24 milioni di euro su 33 milioni circa.
I ricavi per la vendita dei biglietti durante i tre giorni di G.P. si aggirano attorno agli 8 milioni di euro. La differenza di circa 16 milioni è ascrivibile ai diritti televisivi e alla pubblicità.
Gli utili e le perdite di Sias sono a corrente alternata: nel 2012 ha perso circa un milione di euro e nel 2013 ne ha guadagnato circa uno.
I Comuni di Monza e di Milano dovrebbero percepire in totale 800.000 di euro (50% ciascuno) per il canone di concessione e, considerando che lo spazio occupato equivale a 140 ettari, ciò vuol dire che la Sias paga la miseria di 0,57 euro a metro quadro per l’occupazione di un Parco Storico.
Questo importo, quando e se pagato dal concessionario, non trova spazio nei bilanci comunali in nessuna posta che riguardi la manutenzione del Parco.
I veri beneficiari del circo della Formula 1 sono altri. Il Circus nel 2014 ha introitato ben 1,4 miliardi di euro. Nel 2014, il Team Ferrari ha guadagnato di più del Team Mercedes che ha vinto il titolo mondiale:
Ferrari: 214.000.000 (euro)
Mercedes: 163.000.000 (euro)
Vi chiederete come mai la Ferrari guadagna di più degli altri? Il motivo c’è. La Ferrari riceve dalla CVC Capital Partners i seguenti bonus e premi:
-
Bonus storico: 78 milioni
-
Bonus di partecipazione: 35 milioni
-
Posizione in classifica 2014: 52,90 milioni
-
Spettante partecipazione 2014: 48,10 milioni
E’ tale l’importanza della presenza Ferrari nel Circus della Formula 1 (per motivi storici, di prestigio internazionale e di marchio) che Ecclestone pur di garantirsi la sua presenza le paga un bonus annuale di almeno 35 milioni di euro (il 2,5% di tutti i guadagni stagionali del Circus).
Oggi Ecclestone dice a Sias che per rinnovare il contratto decennale in scadenza vuole il doppio di quanto ottenuto finora (cioè circa 20 milioni di dollari all’anno a fronte degli attuali 10). Se Sias SpA è una Società no profit e i suoi ricavi hanno sempre più o meno compensato i costi, per poter garantire ad Ecclestone ulteriori 10 milioni di euro all’anno essa dovrà o incrementare i ricavi annuali o trovare qualche ente che assorba le perdite di gestione.
Intanto l’ultimo GP del Belgio ha fatto registrare un deficit di 7 milioni di euro, mentre perfino la Corea ha rinunciato al suo GP a causa delle eccessive pretese di Ecclestone. Ormai è chiaro a tutti che il circo della F1 è orientato verso Paesi dove l’economia è in forte crescita e dove le case automobilistiche hanno interessi ad acquisire nuove quote di mercato.
LO STATO DEL PARCO
Il Parco di Monza, con i suoi 210 anni di storia, versa in condizioni precarie a causa della scarsità di risorse a disposizione. L’ultimo stanziamento straordinario risale a 20 anni fa quando la Regione stanziò 24 miliardi di lire per la riqualificazione del verde e degli edifici. Oggi il Parco ha bisogno di investimenti per la manutenzione straordinaria (che non viene fatta), non solo per gli edifici come Villa Mirabellino, le cascine, l’ala nord della Reggia e gli edifici storici ex Borsa, ma anche per il verde!
Gli operai del Consorzio di Gestione dedicata alla manutenzione sono passati da 15 a 5 nel giro di 10 anni, mentre i 350 mila euro investiti nella manutenzione ordinaria del verde non sono sufficienti per rimpiazzare le 400 piante ad alto fusto malate o poco stabili che vengono eliminate ogni anno e che vanno ad impoverire un patrimonio fatto da 110 mila alberi.
Mentre gli spettatori del rally risultano 80 mila e quelli della Formula 1 140 mila, i visitatori annuali del Parco ammontano a 5 milioni.
Il Parco Storico e la Villa Reale non sono entrati a far parte dei beni mondiali di interesse culturale dell’Unesco a causa della presenza invasiva dell’autodromo; non è stato dunque possibile sfruttare questa opportunità per la piena valorizzazione del patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico di questi grandi gioielli monzesi.
CONCLUSIONI
Questo è lo stato dell’arte del Parco, dell’autodromo e della Formula 1 a Monza.
Il MoVimento 5 Stelle non intende schierarsi a favore o contro l’autodromo; non è questo, al momento, il nodo della questione a nostro avviso.
Il punto è capire se un esborso di risorse pubbliche così ingente (i 20 milioni annunciati da Maroni) sia realmente giustificato dall’indotto che il Gran Premio porta con sé oppure no.
Come ha recentemente sottolineato Giacomo Correale Santacroce, “tutto gira intorno all’autodromo, che è diventato un totem per sostenere il quale qualsiasi costo è ammissibile, ovviamente a carico della collettività, e qualsiasi manovra appare legittima”.
Alla domanda di un giornalista che gli chiedeva quale fosse la ratio dell’investimento della Regione, Maroni ha risposto: “La ratio è perché ci tengo”. Troppo facile rispondere così.
E non basta nemmeno citare gli studi sull’indotto che la Camera di Commercio di Monza fornisce ogni anno: si tratta di semplici stime, in un’ottica previsionale, senza alcun elaborazione dei dati a consuntivo (si parla di un indotto turistico di 28,5 milioni di euro e di un brand “Gran Premio d’Italia” stimato in 3,8 miliardi!). Parlando con tanti cittadini e commercianti monzesi, queste stime sembrano tutt’altro che realistiche.
Non ha senso giustificare esborsi milionari solo in virtù della storia, del fascino, della tradizione o della passione sportiva. Se è per questo, di storia, fascino e tradizione ne ha di più il Parco Storico, bene ben più prezioso dell’autodromo.
Ho chiesto a Maroni e all’assessore Fabrizio Sala di tirare fuori analisi e studi certi, ricavati da elaborazioni di dati a consuntivo, che giustifichino realmente un investimento di risorse pubbliche così importante. Non ho ricevuto una risposta concreta, deduco quindi che questi dati non esistono.
Volevo che mi convincessero che investire 20 milioni di euro (sempre che non sia solo la prima tranche di un investimento ben più corposo) nell’autodromo, in un contesto sociale ed economico che vede drastiche riduzioni di servizi per i cittadini, fosse più utile alla collettività che spenderli nella cultura, nella scuola, nella sanità, nei trasporti pubblici e nel supporto alle PMI. E non l’hanno fatto.
Ora si apra un dibattito pubblico, il più ampio possibile, e si valuti tutti i possibili scenari, senza tabù, totem e preconcetti.
Cosa mai fatta prima d’ora.
Ma i vertici regionali non si preoccupano minimamente di giustificare, spiegare, motivare, valutare in modo coerente, come dovrebbero fare in veste di amministratori pubblici; a loro interessa solo tenere in vita il sistema autodromo per continuare il giro d’affari più o meno vantaggioso e sostenere quel becero “orgoglio brianzolo” che porta voti, pur massacrando in continuazione un parco storico unico in Europa. Se avessero un po’ di cervello magari penserebbero sì di ammodernare la pista ma riducendo almeno l’impatto ambientale con l’eliminazione delle vecchie strutture e restituendo parte del parco oggi chiuso al pubblico (per esempio eliminando le paraboliche e il rettilineo ad esse collegato che chiudono ad Est della pista una bella porzione di verde che potrebbe essere restituita ad uso pubblico e ripristinata secondo l’architettura del paesaggio originale). Già l’ex sindaco Mariani della Lega ha rovinato la prospettiva del Canonica con la promessa di rimediarvi, cosa che mai ha fatto.
E’ comunque vergognoso che in lombardia ci siano centinaia se non migliaia di famiglie in difficoltà o giovani coppie che stanno cercando una casa o sono sfrattate e non si dia priorità rapidamente ad una edilizia popolare convenzionata che possa alleggerire se non risolvere il problema.
La destinazione di questi 20 milioni di Euro ad un privato che svolge la sua attività su un terreno pubblico, che non è un appezzamento qualsiasi ma un parco vincolato a bene storico culturale, fa un po’ venire i brividi, alla luce anche di quei meravigliosi meccanismi di “project financing” tanto declamati come innovativi relativi alle nuove autostrade che poi sono finiti sul groppone del pubblico ! Senza contare il fatto poi che in Italia si spendono cifre assurde solo per questo sport o per gli stadi (luoghi che sappiamo bene quanto siano utili per la formazione ed educazione delle giovani generazioni) mentre gli altri sport non esistono.
Mai che si pensi a biblioteche, sale concerti, centri culturali, scuole di agraria nei parchi, istituti d’arte in zone storicamente significative, o altre cose simili.
Fate di tutto per bloccare in parlamento quel provvedimento di detassazione che vogliono approvare.
Ciao Gianmarco, io ti confermo il mio voto espresso l’altra sera. Dopo aver riletto la tua analisi, sono sempre più convinto che la Regione Lombardia, governata dalla partitocrazia, debba restare fuori. Tutti questi milioni di euro devono essere risparmiati ed investiti per migliorare il Parco di Monza (polmone dell’Europa), nella sanità, scuola, e trasporto pubblico.
L’autodromo dovrà essere smantellato o utilizzato per altri scopi.
Ciao
Alessandro T.
I quotidiani locali hanno riportato solo l’intervento di Sala in Consiglio, che era in risposta ai quesiti sottoposti da Gianmarco. Nessun accenno all’intervento di Gianmarco e successiva dichiarazione di “non soddisfazione” da parte dello stesso alla risposta di Sala.
Quale potra’ essere la prossima azione di contrasto a questo spreco vergognoso di denaro pubblico?
Pingback: Estudio de Impacto Económico de la F1 en Monza (Italia) | TANQUEM EL CIRCUIT DE CATALUNYA