Abbiamo scritto una lettera, in qualità di consiglieri regionali e comunali eletti in Brianza, al consiglio di amministrazione di BEA, Brianza Energia Ambiente, per condannare la scelta irresponsabile dell’azienda di non accantonare a bilancio alcun fondo per il ripristino ambientale e per lo smantellamento dell’inceneritore di Desio, una volta che questo sarà giunto a fine vita.
Dall’analisi dei bilanci della società, è emerso che in 40 anni di attività dell’inceneritore nessuno si è mai posto il problema dei costi da sostenere per bonificare il terreno su cui insiste l’impianto e per lo smantellamento dello stesso, quando verrà chiuso!
E questo nonostante vi siano indicazioni molto precise nell’ordinamento giuridico, a partire da alcune raccomandazioni dell’Unione Europea fino ad arrivare ai Principi Contabili dell’Organismo Italiano di Contabilità.
Difatti molte aziende del settore, ben più lungimiranti e responsabili di BEA, hanno accantonato dei fondi in vista dello smantellamento dei loro forni: basti pensare al milione e 400 mila euro accantonato da IREN in vista della dismissione dell’impianto di Reggio Emilia, o ai 6 milioni e 300 mila euro di HERA per lo smantellamento degli inceneritori di Trieste e Padova o ai 47 milioni di euro che LGH ha messo da parte per il futuro smantellamento dei suoi impianti, tra cui i forni di Parona e Cremona.
Ma evidentemente i signori di Bea credono all’immortalità non solo delle anime ma anche degli impianti di incenerimento di rifiuti… oppure considerano il loro forno ancora troppo giovane per dover cominciare a pensare al giorno in cui verrà smantellato. D’altronde sono solo 40 anni che inquina l’aria di Desio e dei comuni limitrofi… ne vogliamo riparlare tra un centinaio d’anni?!?
Ecco la lettera
OGGETTO: Fondo Passività per oneri futuri derivanti da smantellamento e ripristino ambientale.
I sottoscritti Consiglieri Regionali e Comunali, legittimati dal proprio mandato rappresentativo, a tutela del più generale interesse pubblico, ritengono loro dovere osservare come, nel Bilancio relativo all’esercizio 2013 e precedenti, Brianza Energia Ambiente SpA non abbia prudentemente accantonato e costituito un “Fondo Passività per oneri futuri derivanti da ripristino ambientale”.
Come è ben noto, la peculiarità dei costi ambientali, nella maggior parte dei casi, è caratterizzata dal fatto che gli stessi dovranno essere sostenuti solo successivamente, rispetto al momento in cui avviene l’accantonamento e, come passate esperienze confermano, anche quando la vita dell’impresa (o del ramo di essa che ha causato tali costi) è già terminata o cessata.
Da una interpretazione estesa e non semplicemente letterale delle norme di cui all’Art 114 comma 3 della Legge 388 del 2000, della circolare ministeriale n. 5/E del 26 gennaio 2001, della raccomandazione della Comunità Europea del 30 maggio 2001, e più specificatamente nel rispetto dei principi contabili n. 19 e 31 dell’Organismo Italiano di Contabilità, si evince chiaramente come il legislatore Comunitario e Nazionale abbia inteso espressamente evidenziare agli organi amministrativi posti a Governo di società potenzialmente inquinanti la necessità di provvedere ad una attenta e prudente valutazione dei rischi e dei costi conseguenti ad un ripristino ambientale.
Per determinate attività inquinanti quindi, con l’intento di fronteggiare tali circostanze e le conseguenze dell’impatto ambientale che le stesse avrebbero sul territorio e sulla collettività, si rende necessario, da parte degli Amministratori di tali Società, provvedere ad un accantonamento di Bilancio destinato a tale specifico scopo, con l’obiettivo di ripartire tra i vari esercizi (secondo il principio della competenza) gli oneri di smantellamento impianti e ripristino ambientale che, benché effettuati alla fine, si riferiscono ad attività svolte nel corso di tutta la vita utile dell’impianto.
In proposito si può constatare come tre delle principali aziende del settore quali IREN SpA, HERA SpA e LGH SpA abbiano pienamente recepito in forma estesa la preoccupazione del legislatore in materia, provvedendo ad accantonare e a costituire appositi fondi in Bilancio destinati al ripristino ambientale.
Nello specifico, IREN SpA nel bilancio 2013 ha destinato alla futura dismissione dell’impianto di incenerimento di Reggio Emilia un fondo oneri di 1.418.859 Euro; HERA SpA, nel suo bilancio 2013 a medesimo fondo oneri destinato al futuro smantellamento e ripristino ambientale dei forni inceneritori di Trieste e Padova, ha stanziato preventivamente 6.368.000 Euro; LGH SpA fino ad oggi ha accantonato oltre 47 milioni di euro nel fondo costi smantellamento e ripristino ambientale relativo agli impianti gestiti, tra cui gli inceneritori di Parona e Cremona (vedasi allegati).
Nel condannare fermamente la scelta del management di Brianza Energia Ambiente di non accantonare nel corso di quasi quant’anni di attività alcun fondo per il ripristino ambientale, i sottoscritti Consiglieri ritengono loro dovere, nell’intento di prevenire futuri rischi ambientali attraverso una corretta dismissione a fine vita dell’impianto di incenerimento di Desio e per evitare che l’azienda esponga i soci (attuali e futuri) al rischio di dovere sostenere direttamente gli oneri sopracitati
CHIEDERE
al Consiglio di Amministrazione quali interventi e stanziamenti di Bilancio intenda destinare, in futuro e a far tempo dal primo esercizio contabile utile, ad uno specifico “Fondo per oneri futuri derivanti da smantellamento impianti e ripristino ambientale”, oneri che imprudentemente a oggi non sono stati accantonati nei Bilanci Societari.
Nel restare in attesa di un cortese riscontro in merito, ringraziano per l’attenzione e inviano distinti saluti.
I consiglieri:
Gianmarco Corbetta Regione Lombardia
Paolo Di Carlo Comune di Desio
Nicola Fuggetta Comune di Monza
Daniela Gobbo Comune di Varedo
Sergio Mazzini Comune di Cesano Maderno
Walter Mio Comune di Cesano Maderno
Alessandro Mura Comune di Caponago
Stefano Pedata Comune di Bovisio Masciago
Angelo Saragozza Comune di Muggiò
Francesco Sartini Comune di Vimercate
Nicoletta Scommegna Comune di Agrate Brianza
Luigi Stagno Comune di Giussano
premesso che non hanno mai accantonato nulla, ed i prezzi praticati sono simili ai prezzi di chi ha accantonato, sporge spontaneo chiedersi: dove hanno messo questi soldi ? dove sono andati ?
inoltre, un azienda pubblica deve rispettare le norme, comprese quelle in materia di bilancio.
Corbetta, tu citi delle norme di riferimento, potresti inviare alla Corte dei Conti questa nota ? anche perchè, non ritengo giusto che a pagare siano i comuni (quindi i cittadini).
Questo accanimento nel mantenere in piedi un ferrovecchio come questo forno inceneritore è forse un tentativo di nascondere la polvere sotto il tappeto ?
anche perchè sulla capacità manageriale di Bea abbiamo già avuto riscontro, questa del mancato accantonamento sarebbe un ennesima:
il progetto di ampliamento del forno con gara aggiudicata, e poi non realizzato;
poi piano di revamping con obbligo dei comuni a conferire il rifiuto per vent’anni, bocciato;
gara per acquisire il socio privato che risistemava il forno inceneritore per 20.000.000 di €: gara deserta;
recentemente; scambio azionario con CEM: illegale
ora, ad una persona che lavora in un posto di lavoro normale, dopo la prima ti mandano a casa, questi sono ancora in giro
visto che la politica è succube di questi signori, forse la magistratura contabile potrebbe dire la sua
Stiamo valutando con i legali se ci sono gli estremi per fare un esposto.
Nino, i casi sono due. O sei furbo e stai facendo il doppio gioco oppure sei confuso non rendendoti conto di cioe’ che scrive e fa il tuo partito e di cio’ che dice e fa la tua Giunta. Il M5s, io in particolare, e’ aperto a ogni seria sinergia su questioni specifiche come questa. Aspetto una tua chiamata cosi’ la prossima volta non ti astieni.