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Abbiamo scritto una lettera, in qualità di consiglieri regionali e comunali eletti in Brianza, al consiglio di amministrazione di BEA, Brianza Energia Ambiente, per condannare la scelta irresponsabile dell’azienda di non accantonare a bilancio alcun fondo per il ripristino ambientale e per lo smantellamento dell’inceneritore di Desio, una volta che questo sarà giunto a fine vita.
Dall’analisi dei bilanci della società, è emerso che in 40 anni di attività dell’inceneritore nessuno si è mai posto il problema dei costi da sostenere per bonificare il terreno su cui insiste l’impianto e per lo smantellamento dello stesso, quando verrà chiuso!
E questo nonostante vi siano indicazioni molto precise nell’ordinamento giuridico, a partire da alcune raccomandazioni dell’Unione Europea fino ad arrivare ai Principi Contabili dell’Organismo Italiano di Contabilità.
Difatti molte aziende del settore, ben più lungimiranti e responsabili di BEA, hanno accantonato dei fondi in vista dello smantellamento dei loro forni: basti pensare al milione e 400 mila euro accantonato da IREN in vista della dismissione dell’impianto di Reggio Emilia, o ai 6 milioni e 300 mila euro di HERA per lo smantellamento degli inceneritori di Trieste e Padova o ai 47 milioni di euro che LGH ha messo da parte per il futuro smantellamento dei suoi impianti, tra cui i forni di Parona e Cremona.
Ma evidentemente i signori di Bea credono all’immortalità non solo delle anime ma anche degli impianti di incenerimento di rifiuti… oppure considerano il loro forno ancora troppo giovane per dover cominciare a pensare al giorno in cui verrà smantellato. D’altronde sono solo 40 anni che inquina l’aria di Desio e dei comuni limitrofi… ne vogliamo riparlare tra un centinaio d’anni?!?

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