LA SENTENZA CHOC SI ABBATTE SULLA FUSIONE BEA/CEM
ORA VIENE A MANCARE IL PRESUPPOSTO DI TUTTA L’OPERAZIONE, CIOE’ LA GESTIONE PUBBLICA DEL SERVIZIO IN BRIANZA
Ha davvero dell’incredibile la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia in merito al ricorso che Gelsia ha fatto nei confronti del Comune di Limbiate! Il Tar ha sentenziato che Bea non ha i requisiti per ricevere l’affidamento diretto da parte dei comuni del servizio di gestione dei rifiuti! L’unica cosa che può legittimamente fare Bea è partecipare alle gare, cioè esattamente quello che tutti i comuni che hanno architettato l’operazione di fusione Bea/Cem volevano evitare!
Ufficialmente, si voleva evitare di andare a gara e fare l’affidamento diretto in house a Bea per mantenere in mano pubblica la gestione del servizio ed evitare che dei soggetti privati potessero lucrare sulla gestione dei rifiuti; in realtà tutta l’operazione di fusione Bea/Cem è stata architettata dal Presidente della Provincia Gigi Ponti e dal suo PD brianzolo per salvare il vecchio inceneritore dal suo naturale destino (la chiusura o riconversione in altro impianto) assicurandogli un flusso costante e continuativo di rifiuti da bruciare per i prossimi decenni, tramite il conferimento diretto in house, al riparo dalla concorrenza del mercato. E l’operazione oggi fallisce miseramente di fronte alla sentenza del Tar.
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Ma questa storia merita di essere raccontata nella maniera più chiara possibile (è possibile scaricare la sentenza integrale a QUESTO LINK ).
Partiamo dall’inizio.