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LA SENTENZA CHOC SI ABBATTE SULLA FUSIONE BEA/CEM

ORA VIENE A MANCARE IL PRESUPPOSTO DI TUTTA L’OPERAZIONE, CIOE’ LA GESTIONE PUBBLICA DEL SERVIZIO IN BRIANZA

Ha davvero dell’incredibile la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia in merito al ricorso che Gelsia ha fatto nei confronti del Comune di Limbiate! Il Tar ha sentenziato che Bea non ha i requisiti per ricevere l’affidamento diretto da parte dei comuni del servizio di gestione dei rifiuti! L’unica cosa che può legittimamente fare Bea è partecipare alle gare, cioè esattamente quello che tutti i comuni che hanno architettato l’operazione di fusione Bea/Cem volevano evitare!

 Ufficialmente, si voleva evitare di andare a gara e fare l’affidamento diretto in house a Bea per mantenere in mano pubblica la gestione del servizio ed evitare che dei soggetti privati potessero lucrare sulla gestione dei rifiuti; in realtà tutta l’operazione di fusione Bea/Cem è stata architettata dal Presidente della Provincia Gigi Ponti e dal suo PD brianzolo per salvare il vecchio inceneritore dal suo naturale destino (la chiusura o riconversione in altro impianto) assicurandogli un flusso costante e continuativo di rifiuti da bruciare per i prossimi decenni, tramite il conferimento diretto in house, al riparo dalla concorrenza del mercato. E l’operazione oggi fallisce miseramente di fronte alla sentenza del Tar.

Ma questa storia merita di essere raccontata nella maniera più chiara possibile (è possibile scaricare la sentenza integrale a QUESTO LINK ).

Partiamo dall’inizio.

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26. Gennaio 2015 · Commenti disabilitati su Pedemontana è un morto che cammina. Maroni la finisca con il monoteismo autostradale · Categorie:Consumo di Suolo, Pedemontana, Territorio, Trasporti · Tag:

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Oggi sono stato alla cerimonia di apertura del Tratto A della Pedemontana, insieme alla collega Paola Macchi. Più che ad una inaugurazione abbiamo assistito ad un rito religioso, un atto di fede, una messa pagana celebrata in onore del Dio Asfalto, con tanto di benedizione sacerdotale, taglio del nastro, rinfresco di tartine e spumante e tanti bei discorsi – retorici, ridicoli e privi di qualsiasi contenuto – del politicante di turno.

Abbiamo, dati alla mano, ampiamente chiesto di rinunciare al proseguimento della Pedemontana, un’infrastruttura nata vecchia. Se ne parla dagli anni 50 e nel frattempo il mondo è completamente cambiato a partire dalla deindustrializzazione del territorio. Oggi Pedemontana è la risposta sbagliata ad una reale esigenza di mobilità dei cittadini e delle imprese: un supercollegamento autostradale Varese-Bergamo non serve a nulla.

Serve invece efficientare il sistema logistico di trasporto delle merci (oggi i camion viaggiano con un coefficiente di carico del 50% solamente), potenziare il trasporto pubblico per i pendolari da e verso Milano, favorire i brevi spostamenti a rete sul territorio delle PMI tramite il miglioramento della rete stradale ordinaria.

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BEAnews

Qualche sospetto di non essere particolarmente simpatici ai vertici della società BEA (forno inceneritore di Desio) devo dire che l’avevamo. Del resto la cosa è reciproca…

Però non pensavamo che una società di proprietà di enti pubblici (la provincia e molti comuni brianzoli) potesse arrivare addirittura a fare sistematicamente propaganda, in modo fazioso e scorretto, contro una forza politica. Basta andare sul sito della società per rendersi conto che la pagina delle cosidette “News” è dedicata quasi interamente al MoVimento 5 Stelle.

Nell’ultimo mese Bea ha pubblicato sei notizie (di cui quattro riguardano noi).

Si va dalla bocciatura di un ordine del giorno presentato dal M5S di Bovisio Masciago che chiedeva la riconversione del forno alla notizia che in Germania i prezzi dell’incenerimento dei rifiuti sono tornati a crescere dopo anni (grazie all’import di rifiuti da Polonia, Svizzera, Francia, Olanda e Inghileterra); dal fallimento del Centro Riciclo di Vedelago (“fiore all’occhiello del riciclo grillino”) al ritiro da parte della Commissione Europea delle norme sull’economia circolare (che prevedevano livelli di riciclo più alti rispetto agli attuali). Immagino lo sconforto e la disperazione in casa Bea per tutte queste notizie…

Ma il meglio l’hanno dato con il caso delle uova alla diossina! Non contenti di aver riportato le dichiarazioni di auto-assoluzione del presidente della società (che si azzarda addirittura a dire che l’ASL avrebbe escluso fonti diverse dall’Icmesa di Seveso… il che è una balla spaziale), hanno pensato bene di riportare la lettera di un “lettore” al Cittadino di Monza e Brianza, in cui naturalmente si getta fango sul Movimento.

Peccato che questi simpaticoni di Bea si siano dimenticati di dire che questo “lettore qualunque”, Achille Vismara, altri non è che l’ex presidente del Consorzio di Desio che gestiva l’inceneritore prima della costituzione della società Bea. Ex presidente che, a meno di un bizzarro caso di omonimia, risulta avere ancora un incarico in Bea Gestioni all’inizio del 2014!

(Ci ha pensato il nostro consigliere comunale di Desio, Paolo Di Carlo, a farlo presente al giornale brianzolo)

Vismara

Insomma se la cantano e se la suonano da soli, facendo credere di avere i cittadini dalla loro parte… Se gestiscono il forno inceneritore come gestiscono l’informazione siamo rovinati. Ma è lecito che una società di proprietà di enti pubblici, cioè di tutti i cittadini, paghi un ufficio stampa per fare propaganda politica?

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Abbiamo scritto una lettera, in qualità di consiglieri regionali e comunali eletti in Brianza, al consiglio di amministrazione di BEA, Brianza Energia Ambiente, per condannare la scelta irresponsabile dell’azienda di non accantonare a bilancio alcun fondo per il ripristino ambientale e per lo smantellamento dell’inceneritore di Desio, una volta che questo sarà giunto a fine vita.
Dall’analisi dei bilanci della società, è emerso che in 40 anni di attività dell’inceneritore nessuno si è mai posto il problema dei costi da sostenere per bonificare il terreno su cui insiste l’impianto e per lo smantellamento dello stesso, quando verrà chiuso!
E questo nonostante vi siano indicazioni molto precise nell’ordinamento giuridico, a partire da alcune raccomandazioni dell’Unione Europea fino ad arrivare ai Principi Contabili dell’Organismo Italiano di Contabilità.
Difatti molte aziende del settore, ben più lungimiranti e responsabili di BEA, hanno accantonato dei fondi in vista dello smantellamento dei loro forni: basti pensare al milione e 400 mila euro accantonato da IREN in vista della dismissione dell’impianto di Reggio Emilia, o ai 6 milioni e 300 mila euro di HERA per lo smantellamento degli inceneritori di Trieste e Padova o ai 47 milioni di euro che LGH ha messo da parte per il futuro smantellamento dei suoi impianti, tra cui i forni di Parona e Cremona.
Ma evidentemente i signori di Bea credono all’immortalità non solo delle anime ma anche degli impianti di incenerimento di rifiuti… oppure considerano il loro forno ancora troppo giovane per dover cominciare a pensare al giorno in cui verrà smantellato. D’altronde sono solo 40 anni che inquina l’aria di Desio e dei comuni limitrofi… ne vogliamo riparlare tra un centinaio d’anni?!?

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08. Gennaio 2015 · Commenti disabilitati su Classifica Lombardia 2013 – Campagna sotto il muro dei 100 kg · Categorie:Ambiente - Rifiuti

Ricevo e pubblico volentieri… complimenti al Sindaco di Cassano Magnago (VA) Nicola Poliseno e al Sindaco di Bianzano (BG), Marilena Vitali!

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La Rete Rifiuti Zero Lombardia insieme al Movimento Legge Rifiuti Zero ha lanciato in Lombardia lo scorso anno la campagna “Sotto il muro dei 100 kg: Comuni verso Rifiuti Zero” con la volontà di richiamare l’attenzione degli amministratori lombardi sulla quantità ancora considerevole di rifiuti residui che ogni anno vengono prodotti dai cittadini, in media circa 200 kg/ab* anno e che vengono smaltiti prevalentemente negli inceneritori, in discarica o attraverso trattamento meccanico-biologico.
La crisi da scarsità di materie prime che la nostra economia si trova ad affrontare, le normative europee e nazionali vigenti, oltre che una sempre crescente preoccupazione ecologica e ambientalista sullo stato di salute del nostro pianeta sono tre elementi che ci invitano tutti a riflettere sullo stesso messaggio: occorre ridurre drasticamente la produzione di rifiuti, in particolare quelli non riciclabili. Appare quindi evidente che il calcolo della percentuale di raccolta differenziata che è stato finora utilizzato per valutare l’efficacia nella gestione dei rifiuti sia ormai diventato parametro superato proprio perché non tiene conto dell’esigenza stringente di minimizzare la produzione dei rifiuti residui.
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