IL 60% DELLA DIOSSINA TROVATA NON E’ QUELLA DI SEVESO, DA DOVE ARRIVA?
AZIONI IN REGIONE E PARLAMENTO E VIA ALLA RACCOLTA FIRME PER FERMARE L’INCENERITORE!

diossina

Tramite una richiesta di accesso agli atti dell’Asl di Monza e Brianza, sono venuto in possesso dei dati riguardanti le analisi delle uova effettuate nel 2012 presso 11 allevamenti rurali di galline situati in altrettanti Comuni brianzoli per verificare la presenza di sostanze inquinanti tra cui diossine, metalli pesanti e policlorbifenili (PCB). Si tratta di uova di galline (lasciate libere di razzolare nei terreni all’aperto) destinate all’autoconsumo da parte dei proprietari degli allevamenti che quindi non rientrano nei normali circuiti distributivi.
La notizia di queste analisi era già stata divulgata dai media tempo fa, ma nessuno aveva fatto una verifica approfondita dei valori riscontrati. Lo abbiamo fatto noi, con Paolo Di Carlo, nostro portavoce a Desio, e il gruppo degli attivisti locali. A fronte di un quadro generale preoccupante (ad esempio risultano esiti non conformi per diossine in ben 10 allevamenti su 11), appare del tutto anomalo il dato riguardante l’allevamento di Desio, dove si è registrato il picco massimo di diossine pari a 52,43 pg TEQ/g (picogrammi di tossicità equivalente per grammo), pari a quasi 21 volte il limite consentito dalla legge (2,5 pg TEQ/g)! Questo valore è ancora più preoccupante se confrontato con gli altri comuni che non arrivano a 6-7 pg TEQ/g.
Per capire la gravità della situazione, facciamo due calcoli: le uova esaminate contenevano 14 grammi di grasso per 100 grammi di peso. Ossia 734 pg TEQ per 100 grammi di uovo. Ipotizzando un uovo di peso medio (60 g), abbiamo circa 440 pg TEQ di diossine per ogni uovo.

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