Credo di aver già detto tutto quello che si poteva dire sull’indecente progetto piddino di fondere Bea e Cem.
Vale giusto la pena tornare su alcuni aspetti per replicare alle farneticazioni del simpatico assessore di Limbiate, Sandro Archetti, e del suo compagno di “esecutivo PD Monza Brianza” Adriano Poletti.
Al di là dei calcoli sballati di chi si cimenta in una materia che non padroneggia (dimenticando l’effetto di riduzione dei rifiuti che la tariffa puntuale porta con sé), i due “esecutivi Pd Monza e Brianza” non trovano di meglio da fare che accusare il MoVimento 5 Stelle di essere contro il cosidetto ciclo integrato dei rifiuti a gestione pubblica.
D’accordo che quando indichi la luna c’è sempre qualcuno che guarda il dito, però a tutto c’è un limite.
Soprattutto se a pronunciare certe affermazioni sono degli esponenti di un partito che, tanto per dirne una, il referendum sull’acqua pubblica l’ha appoggiato solo quando ha capito che l’onda contro la privatizzazione, sostenuta fino a quel momento, era troppo alta per opporvisi e conveniva cavalcarla. A maggior ragione se queste insinuazioni le si rivolgono ad un MoVimento che fin dall’inizio ha apportato un contributo FONDAMENTALE per il buon esito del referendum.
Allora chiarisco la nostra posizione su questo tema, sperando di farmi capire anche da chi è abituato a guardare il dito.
Non siamo affatto contrari alla gestione pubblica dei rifiuti (a quella partitica pd-style si, siamo contrari, ma questa è un’altra storia…).
Consideriamo però profondamente sbagliato parlare di “ciclo” integrato dei rifiuti in presenza di un impianto che incenerisce materia (a fronte di uno scarsissimo recupero di energia). Nel bruciare i rifiuti non c’è nulla di “ciclico”. Si tratta di un processo lineare (estraggo materie prime dall’ambiente, produco oggetti e dopo l’uso li incenerisco) che distrugge risorse invece di riciclarle come madre natura ci insegna. Un processo lineare non più sostenibile in una società con risorse limitate come la nostra. L’unico vero ciclo possibile è quello della strategia Rifiuti Zero (quello cioè che tende al recupero totale dei materiali post consumo mediante la Riduzione, il Riuso, il Riciclo e il Recupero della materia).
Non abbiamo nulla contro la creazione di un unico soggetto pubblico che si occupi di tutte le fasi di gestione dei rifiuti finalizzate al recupero di materia, mentre il ricorso alla discarica o all’incenerimento può e deve essere sempre più marginalizzato fino a risultare ininfluente nel giro di pochissimi anni.
Siamo assolutamente favorevoli a vere politiche di riduzione dei costi, efficientamento delle gestioni, aggregazione di società partecipate in un’ottica di spending review. Ma tali aggregazioni devono esprimere una politica industriale coerente con una gestione davvero ciclica e sostenibile dei rifiuti.
In quest’ottica siamo favorevoli all’aggregazione di Cem con altre aziende pubbliche che offrono il suo stesso servizio di raccolta differenziata, per ottenere effetti positivi (economici, operativi, gestionali) dalle economie di scala che ne conseguirebbero.
E siamo favorevoli all’aggregazione anche con società pubbliche che gestiscono impianti di trattamento del rifiuto indifferenziato, purché finalizzato al recupero di materia, come quella Fabbrica dei Materiali fortemente voluta dal Partito Democratico di Reggio Emilia in sostituzione del vecchio inceneritore locale. E questo soggetto potrebbe benissimo essere Bea, se solo si decidesse ad abbandonare l’ormai sorpassata politica dell’incenerimento e prendesse in seria considerazione un progetto di riconversione dell’impianto in Fabbrica dei Materiali.
Un soggetto pubblico che derivasse dall’aggregazione delle società partecipate che si occupano di raccolta differenziata e trattamento dell’indifferenziato finalizzato al recupero di materia non avrebbe alcun conflitto di interesse insanabile al proprio interno e potrebbe dare vita a quelle politiche virtuose che nel giro di pochi anni lo porterebbero a gestire il 90/95% dei rifiuti prodotti sul proprio bacino di competenza, con grandi benefici anche per le casse comunali.
Purtroppo oggi l’aggregazione tra Cem e Bea, così come è stata prospettata, è figlia di una visione politica miope che va nella direzione opposta, perseguendo a tutti i costi il salvataggio di un vecchio impianto che non ha più ragione di esistere, a tutto discapito dei Comuni soci di Cem, che in quest’operazione – lo ripeto – hanno tutto da perdere e nulla da guadagnare!
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Riporto il video di un passaggio dell’audizione sostenuta da Paul Connet ed Enzo Favoino per la Rete Rifiuti Zero in Regione Lombardia; si parla proprio della commistione tra raccolta e smaltimento.
O sono incapaci di vedere la luna, o la vedono benissimo ma sono in malafede e alzano polvere per confondere chi cerca sinceramente di capire.
Qui siamo all’alba delle politiche ambientali, il suo abc. Ma e’ sempre meglio rinfrescarle, insieme alla geometria come hai ben fatto tu.
La sintesi, anglosassone ma efficace, e’ from cradle to cradle. Dalla culla alla culla. Esattamente il significato dell’economia circolare ora tanto dibattuta in Europa, QUINDI non da noi.
Quella dei piddi-furbetti e’ invece una strategia lineare, cioe’ from cradle to grave, dalla culla alla tomba. In fondo, anche concettualmente, non si vede che vita potrebbe nascere dall’incenerimento.