IL PD BRIANZOLO ORCHESTRA UN’OPERAZIONE DI SALVATAGGIO DEL FORNO INCENERITORE DI DESIO A SPESE DEI COMUNI SOCI DI CEM CHE PAGHEREBBERO IL CONTO DEL REVAMPING.
Si sa che gli adoratori del fuoco in Brianza ne sanno una più del diavolo, imbastiscono guerre e non si arrendono nemmeno di fronte alle evidenze. E in questi anni le evidenze sono tutte a favore della chiusura del vetusto inceneritore desiano: a partire dall’abbandono del progetto di raddoppio negli anni 2000, all’accantonamento del piano industriale del 2012, ai progetti di progressiva dismissione dei vecchi forni da parte della Regione, fino all’ultimo progetto di revamping, la cui gara è andata deserta!
Sullo sfondo un mondo, quello dei rifiuti, che cambia velocemente: aumentano le raccolte differenziate, diminuiscono i rifiuti un po’ ovunque, si affermano le strategie verso Rifiuti Zero, decrescono gli incentivi statali all’incenerimento mentre aumenta, a suon di ribassi tariffari, la competizione tra impianti: una vera e propria condanna a morte per gli impianti più vecchi, come ha sottolineato recentemente Pietro Colucci, presidente e amministratore delegato di Kinexia ed esperto di waste management: “dei poco più di 50 inceneritori presenti in Italia, ne resteranno una decina seri e di grandi dimensioni, i più piccoli sono destinati a chiudere”.
Ma i signori che gestiscono BEA non sono gente da adeguarsi ad un mondo che cambia… casomai è il mondo che deve adeguarsi a loro. I comuni soci non producono più un quantitativo di rifiuti da bruciare sufficiente per tenere in piedi l’impianto? Nessun problema, si allarga il bacino territoriale da cui reperire i rifiuti, come è stato fatto negli ultimi anni. Il problema è che oggi l’operazione è diventata molto difficile: i rifiuti sono sempre meno e la concorrenza con gli altri impianti, alcuni dei quali ben più grandi e moderni, è un’impresa proibitiva. In questo contesto il forno di BEA è il classico vaso di coccio tra vasi di ferro, tanto più che allo stato attuale necessita di un rifacimento (con aumento della capacità di incenerimento fino a circa 90 mila tonnellate) per la cifra esorbitante di 20 milioni di euro!
La chiusura o la riconversione ad un impianto di recupero di materia sarebbero ragionevolmente inevitabili se non ci fosse di mezzo, come sempre accade, lo zampino della politica. Ed è così che in Brianza il PD s’inventa il “delitto perfetto” per salvare il forno di Desio.
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