Oggi in Commissione Territorio si è discussa la nostra proposta di risoluzione su Pedemontana.
E’ stato un momento importante, perché per la prima volta in Regione Lombardia è arrivato un documento critico su Pedemontana. La proposta di risoluzione avanza molte richiesta: da quella più grande di fermare l’opera alle tratte già cantierizzate all’effettiva realizzazione delle compensazioni ambientali, dalla creazione di un Piano d’Area per evitare l’edificabilità dei terreni lungo le tratte già realizzate alla istituzione di nuovi Parchi Regionali, dall’ampliamento del Bosco delle Querce all’adozione di provvedimenti di precauzione diretti alla tutela della salute pubblica nelle aree colpite dalla diossina dell’ICMESA di Seveso.
Dalla breve discussione che ha seguito la mia presentazione del documento, è emersa con chiarezza la volontà della maggioranza di votare contro la risoluzione, principalmente per il primo punto del dispositivo (stop dei lavori all’allaccio con l’A9 a Lomazzo). Ma tutti i commissari intervenuti (maggioranza e opposizione) hanno dichiarato di essere disponibili a valutare parte degli altri 5 punti presenti nella proposta di risoluzione (nessuno dei quali, ci tengo a sottolinearlo, presuppone il proseguimento dei lavori di Pedemontana).
Il problema è che il documento andava votato nella sua interezza e non punto per punto, quindi ci siamo trovati di fronte a due strade possibili: far mettere ai voti la proposta e farla bocciare inesorabilmente (tutte e sei le richieste), oppure ritirare la proposta e aprire un tavolo di lavoro in cui cercare una convergenza su uno o più punti del documento. Non c’erano altre possibilità.
Nel pochissimo tempo a disposizione, ho scelto la seconda strada. Ho ritirato la proposta a fronte di due rassicurazioni: la prima, da parte dei membri della commissione di lavorare da subito ad una nuova risoluzione condivisa; la seconda che il Presidente della Commissione avrebbe calendarizzato in tempi strettissimi la votazione del nuovo documento.
Certo, sarebbe stato più semplice e più comodo farsi bocciare la proposta nella sua interezza e poter urlare ai quattro venti quanto sono cattivi i partiti che vogliono Pedemontana. Ma c’è forse bisogno di una votazione per sapere che i partiti vogliono Pedemontana? Non lo sappiamo già da noi? A che pro farsi bocciare il documento e non ottenere nessun risultato?
Ho scelto la strada più difficile, la più complicata e spinosa: quella di andare a trattare per poter portare a casa qualche punto contenuto nella proposta di risoluzione. A parole c’è stata la disponibilità di tutti, ora tocca a me andare a stanarli e scoprire le loro carte. Ritengo che non avrei fatto bene il mio lavoro se non avessi sfruttato questa possibilità.
Credo che i cittadini mi abbiano mandato qui dentro anche per cercare di portare a casa qualche risultato, seppure da una posizione di minoranza (della minoranza). E’ quello che ho fatto con gli inceneritori, è quello che sto cercando di fare con Pedemontana.
Se avessi fatto votare la proposta di risoluzione, ora il discorso sarebbe chiuso e non avremmo ottenuto nulla; con il ritiro la partita è ancora aperta… tireremo le conclusioni alla fine.