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Ecco il mio intervento oggi in aula:

Buongiorno a tutti,
crediamo di aver dato prova, in questi primi due mesi di attività consiliare, di non avere remore nel votare insieme alla maggioranza e al resto dell’opposizione a fronte di proposte e progetti condivisibili.
Non sarà questo il caso, perché stentiamo a comprendere le reali ragioni di questo progetto di legge. Sia in commissione che in consiglio, nelle fasi preliminari di questa legislatura, abbiamo apprezzato gli interventi, provenienti dalla maggioranza e dall’opposizione, che ponevano l’attenzione sulla necessità di difendere il nostro territorio dal cemento e dalla speculazione edilizia che lo ha già in buona parte devastato (pensiamo ad esempio alla provincia di Monza e Brianza, la più cementificata d’Italia), attraverso la rivisitazione della legge 12 del 2005.
Non vediamo coerenza tra queste apprezzabili dichiarazioni iniziali e il progetto di legge in oggetto, che di fatto concederà a tutti quei comuni che non si sono ancora dotati di un Piano di Governo del Territorio di procedere con nuove aggressioni al bene comune che è il nostro suolo: difatti gli Sportelli Unici Attività Produttive e i Programmi Integrati di Intervento (ancorchè solo di rilevanza regionale… ma questo significa anche solo ospitare grandi strutture di vendita!) e gli Accordi di Programma sono proprio le cose più pericolose che si possono fare con i vecchi PRG che state per riesumare; PRG che, ricordiamo, in alcuni casi sono un vero e proprio cimelio risalente agli anni ‘70 e ‘80. Si tratta dunque di piani redatti in anni in cui si prospettavano smisurate espansioni urbane, per fortuna in molti casi irrealizzate, ma che, se non decadono, costituiscono veri e propri ordigni innescati, potenzialmente in grado di spalmare migliaia di ettari di cemento su quel che resta delle nostre campagne.

L’abitudine, di molti comuni, di considerare derogabili i termini della pianificazione urbanistica deve cessare. Ci sono comuni che hanno affidato l’incarico a studi professionali per la redazione del pgt nel 2007 e oggi, a sei anni di distanza, non sono ancora riusciti a chiudere la partita sia per loro incapacità, sia perchè non trovano la quadra nel mantenere le promesse fatte alle varie lobby locali. Nel frattempo molti comuni hanno ritenuto molto più proficuo e redditizio portare avanti Programmi Integrati di Intervento per cementificare e incassare gli oneri di urbanizzazione aggirando i paletti della legge 12. In sintesi: le amministrazioni che non hanno ancora oggi un PGT sono colpevoli impunite. Ed è proprio per limitare i margini speculativi di spregiudicate operazioni di consumo di suolo che non ha senso ridare vita a previsioni urbanistiche di strumenti ormai più che decotti.

Tutti i consiglieri hanno ricevuto la lettera in cui il presidente Anci Attilio Fontana, chiedeva l’ennesima propoga a favore dei comuni fuori legge. Ricordiamo che Attilio Fontana è da ben 7 anni sindaco di Varese, Comune che non ha neppure adottato il PGT. Con tale lettera non sembra difendere i Comuni che rappresenta, ma solo se stesso in quanto sindaco inadempiente. Fontana ha dichiarato che la legge 12 presenta “aspetti particolarmente complessi ed onerosi che hanno comportato per circa 400 comuni lombardi l’impossibilità di perfezionare l’adozione ed approvazione definitive dello strumento PGT”. Ora, la legge 12 sarà pur brutta e complicata, ma sostenere che in 6/7 anni di ininterrotto mandato non era possibile fare il PGT, dà veramente misura del tasso di ipocrisia politica che purtroppo circola nella nostra Regione. Ricordiamo che, per esempio, il comune di Monza approvò il PGT a metà del 2007, cioè a soli due anni dall’entrata in vigore della legge 12.

La proroga che il consiglio sta per approvare con il voto bipartisan PdL, Lega, Pd e Civica Ambrosoli premia, ancora una volta, i comuni inadempienti che potranno incassare l’IMU sui terreni edificabili esattamente come i comuni rispettosi della legge che in questi anni di crisi, e con il settore edilizio praticamente fermo, si sono svenati per redigere un piano molto complesso, sobbarcandosi costi onerosi che avrebbero potuto destinare ai servizi per i cittadini. Inoltre questa ennesima proroga distrugge quel poco di credibilità che era rimasto all’Ente Regione Lombardia, costretto a rimangiarsi l’ennesimo termine “ultimativo” per l’adozione del Piano di Governo del Territorio, stabilito neanche sei mesi fa.

Noi inizialmente eravamo per un no deciso a qualsiasi ennesimo ritocco alla legge 12 per la parte relativa alla proroga del PGT ai Comuni; abbiamo però accolto con interesse la proposta di Legambiente, che ci è sembrata di buon senso: come segno di sostanziale apertura alle richieste (quelle legittime) dei Comuni, abbiamo proposto che il PRG restasse in vigore, senza limite. Ma che nel contempo decadessero tutte le facoltà di urbanizzazione di aree libere in esso previste, nonchè le possibilità di continuare a fare piani in variante, anche di tipo attuativo (Programmi Integrati di Intervento e Sportelli Unici Attività Produttive), sulla base di tale PRG.

Ci è sembrato il modo corretto di incentivare la ripresa dell’attività edilizia attraverso l’ammodernamento e la messa in efficienza energetica del patrimonio immobiliare esistente, la manutenzione ordinaria e straordinaria, il restauro e il risanamento conservativo; ed eravamo inoltre disponibili a confrontarci sulla possibilità di effettuare interventi di ristrutturazione (salvo poi quanto emerso dall’analisi dall’Ufficio Assistenza Legale del Consiglio); insomma va bene tutto ma nessun nuovo cemento su aree libere. Questa linea non è passata in Commissione e quindi noi torniamo a votare contro questo Progetto di Legge, senza esitazioni.

1 commento

  1. e non contenti, dopo aver approvato altre colate di cemento, distribuiranno decine e decine di milioni di euro per creare delle voragini dove far finire le acque che tutto questo cemento in più farà finire nei corsi d’acqua che esondano ormai in ogni parte d’Italia!