Per la seduta del consiglio regionale di oggi avevo preparato un intervento, con il supporto di molti attivisti, su una mozione relativa alla proroga dei termini entro i quali i comuni ancora inadempienti devono adottare il Piano di Governo del Territorio, secondo la legge regionale 12 del 2005. Purtroppo non ho potuto fare l’intervento in aula perché la mozione è stata ritirata, in quanto ci sono già due progetti di legge sullo stesso tema che andranno in discussione in commissione territorio giovedì.
Poco male, userò in quella sede quanto avevo preparato:
Buongiorno a tutti,
stentiamo a comprendere le ragioni di questa mozione (e delle due proposte di legge, sullo stesso tema, che verranno presto discusse in Commissione Territorio).
Sia in commissione che in consiglio, abbiamo apprezzato gli interventi, provenienti dalla maggioranza e dall’opposizione, che ponevano l’attenzione sulla necessità stringente di difendere il nostro territorio dal cemento, dalla speculazione edilizia che lo ha già in buona parte devastato (pensiamo ad esempio alla provincia di Monza e Brianza, la più cementificata d’Italia) , rivisitando la legge 12 del 2005.
Non vediamo coerenza tra queste apprezzabili dichiarazioni e la mozione in oggetto, che di fatto concederà a tutti quei comuni che non si sono ancora dotati di un Piano di Governo del Territorio di procedere con nuove aggressioni al bene comune che è il nostro suolo.
Tutti noi qui dentro condividiamo, a parole, la necessità di incentivare la ripresa dell’attività edilizia attraverso l’ammodernamento e la messa in efficienza energetica del patrimonio immobiliare esistente. Ma questo, la legge regionale in vigore, già lo consente: la legge prevede che in mancanza di PGT approvato, si possano comunque fare interventi edilizi di manutenzione ordinaria, straordinaria, e piani attuativi già convenzionati, riferendosi alle norme contenute nei PRG vigenti; ciò che non è possibile fare è edificare nuove costruzioni.
L’abitudine, di molti comuni, di considerare derogabili i termini della pianificazione urbanistica deve cessare. Ci sono comuni che hanno affidato l’incarico a studi professionali per la redazione del pgt nel 2007 e oggi, a sei anni di distanza, ancora non sono riusciti a chiudere la partita sia per loro incapacità, sia perchè non trovano la quadra nel mantenere le promesse fatte alle varie lobby locali. Nel frattempo molti comuni hanno ritenuto molto più proficuo e redditizio portare avanti piani integrati di intervento per cementificare e incassare gli oneri di urbanizzazione aggirando i paletti della legge 12.
Ed è proprio per limitare i margini speculativi di spregiudicate operazioni di consumo di suolo che non ha senso ridare vita a previsioni urbanistiche di strumenti ormai più che decotti, come i vecchi PRG.
Concludo facendo mie le parole del presidente di Legambiente Lombardia:
“E’ semplicemente sconcertante questo coro di piagnoni, di destra e di sinistra, che chiedono di continuare a legittimare quella che da anni è un’ignavia urbanistica spesso colposa.”
Per quanto detto il M5S esprime voto contrario alla mozione.