21. Ottobre 2013 · Commenti disabilitati su Rinnoviamo l’energia! · Categorie:Ambiente, Risparmio Energetico, Tutela del territorio

Grande convegno al Pirellone questo giovedì: con “Rinnoviamo l’energia” parleremo della Politica Energetica di Regione Lombardia.
Saranno presenti, tra gli altri, relatori del calibro di Angelo Raffaele Consoli, Direttore Europeo della Foundation on Economic Trends di Jeremy Rifkin, Claudia Terzi, Assessore regionale all’Ambiente, Paolo M. Rocco Viscontini, Amministratore Delegato di Enerpoint (una delle aziende di riferimento a livello nazionale del settore delle energie rinnovabili) e Paola Brambilla, Presidente del WWF Lombardia.

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L’ingresso è libero, gratuito e non è richiesta alcuna iscrizione/registrazione per poter accedere alla sala… che può contenere 400 persone!!

GIOVEDì 24 OTTOBRE, ORE 17
AUDITORIUM GABER
PALAZZO PIRELLI
PIAZZA DUCA D’AOSTA, 3
MILANO

09. Ottobre 2013 · Commenti disabilitati su Convegno Consumo di Suolo: operazione riuscita! · Categorie:Tutela del territorio

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Posti a sedere esauriti oggi pomeriggio al Pirellone per il nostro convegno sul consumo di suolo. Relatori qualificati, chiari e incisivi, pubblico attento, tema molto molto importante!
E ora si parte con la preparazione della nostra proposta di legge!

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04. Ottobre 2013 · Commenti disabilitati su Risoluzione Stop Pedemontana! · Categorie:Ambiente, Trasporti, Tutela del territorio

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Il Movimento 5 Stelle Lombardia ha depositato oggi una risoluzione in Commissione Territorio e Infrastrutture che chiede di fermare il progetto di Pedemontana.

L’iniziativa, nata dal confronto tra il Movimento e i comitati e le associazioni locali, porta finalmente in Regione una voce fuori dal coro su di un’opera immaginata 50 anni fa in condizioni urbanistiche, industriali e ambientali del tutto diverse e che, se realizzata per intero, costerà 5 miliardi di euro.

Sono numerose le criticità rilevate dal Movimento 5 Stelle e dai comitati locali della Brianza alla realizzazione della Pedemontana. Tra queste la costruzione di una grande infrastruttura su di una zona ancora inquinata dalla diossina di Seveso e l’assenza di una copertura finanziaria per la realizzazione dell’intera infrastruttura, di cui sono stati avviati i lavori solo per alcuni lotti.

All’incertezza dei tempi di realizzazione si aggiunge l’insostenibilità ambientale della costruzione, la superficie della Provincia di Monza e della Brianza infatti è tra le più urbanizzate d’Italia. Sono poi stati rilevati diversi profili di illegittimità al progetto, tanto che presso il Tar è depositato un ricorso in attesa di giudizio. Pedemontana si spingerebbe poi persino, grazie ad una deroga, all’interno dell’area del “Bosco delle Querce”, un sito della memoria per l’incidente di Seveso che accoglie nel sottosuolo vasche di materiale inquinato.

Il Movimento 5 Stelle chiede alla Regione Lombardia un passo indietro e, come si legge nell’atto, di “limitare la realizzazione dell’opera infrastrutturale alla tratta A (tra lo svincolo di Cassano Magnago sulla A8 e lo svincolo di Lomazzo sulla A9) e le tangenziali di Varese e Como”.

Gianmarco Corbetta, portavoce di Movimento 5 Stelle e primo firmatario della risoluzione, dichiara: “Finalmente nelle istituzioni si da voce ad una posizione condivisa a molti cittadini, comitati e associazioni ma che non ha mai trovato una sponda politica in Regione”.

“Questo atto costringerà tutti i gruppi politici, con il voto in commissione, a esprimere la loro idea di futuro della Lombardia. Il nostro no a Pedemontana non ha nulla di ideologico ma interpreta perfettamente l’idea della Lombardia nella quale ci piacerebbe vivere: meno traffico non vuol dire più autostrade ma più trasporto pubblico e meno auto. Abbiamo bisogno di un cambio di paradigma culturale: costruire autostrade non è sinonimo di progresso e sviluppo economico. Da questo punto di vista il grande lavoro svolto dai comitati locali è la dimostrazione che come spesso succede i cittadini sono più avanti dei politici” , argomenta Corbetta.

La risoluzione del Movimento 5 Stelle chiede anche “un tavolo di verifica dell’effettiva realizzazione di tutte le compensazioni ambientali e “l’ampliamento del Bosco delle Querce”.

“Fermare l’opera ai lavori già in essere non basta. Con la risoluzione vorremmo che in regione ci si assumesse la responsabilità di prevedere l’inedificabilità ai lati dei tratti della autostrada già in costruzione, a istituire nuovi parchi regionali e a prendere ulteriori precauzioni, fino alla bonifica, delle aree ancora oggetto di contaminazione da diossina, indipendentemente dal passaggio del mostro di cemento”, conclude Corbetta.

01. Ottobre 2013 · Commenti disabilitati su Visita al Quartiere Gratosoglio di Milano · Categorie:Tutela del territorio

Dato che in Commissione Territorio ci stiamo occupando molto di Aler, venerdì scorso ho fatto un sopralluogo in uno dei quartieri più degradati di Milano, per toccare con mano la situazione. Lo spunto è arrivato dal nostro valoroso consigliere di zona Massimiliano Toscano, che da anni si batte per la riqualificazione di questa zona della città, partendo dall’abc… i giardinetti di quartiere, frequentati da tanti bambini.
Accompagnati da una dirigente dell’Aler e da alcuni funzionari, ci siamo resi conto della complessità dei problemi di Gratosoglio, un mix di mancanza di investimenti nella manutenzione delle zone comuni, scarsa chiarezza nell’attribuzione delle competenze (tra Aler e Comune di Milano), criticità legate al controllo del territorio e all’ordine pubblico e, non ultimo, una mancanza di senso civico di parte degli abitanti del quartiere.
Al di là della buona volontà e dell’impegno dei dipendenti Aler, occorre individuare una strategia di lungo termine che comporti investimenti per contrastare il degrado urbano, mantenere il rispetto della legge e sensibilizzare i cittadini aumentandone il senso civico.

19. Settembre 2013 · Commenti disabilitati su Audizione su Pedemontana · Categorie:Ambiente, Tutela del territorio

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Oggi in Commissione Territorio e Infrastrutture c’è stata un’audizione molto partecipata da parte dei cittadini brianzoli sul tema Pedemontana. Sono contento di aver contribuito a creare questa opportunità. Ora però la Commissione e il Consiglio Regionale non potrà far finta di nulla, faremo nostre le richieste dei comitati e delle associazioni, con una proposta di risoluzione: tutti i partiti dovranno assumersi le proprie responsabilità di fronte ai cittadini, votando a favore o contro la risoluzione!

Comunicato stampa. M5S Lombardia. Pedemontana. Corbetta: opera inutile, una risoluzione porterà in regione le richieste dei cittadini

E’ in corso, nella Commissione regionale lombarda Territorio e Infrastrutture, una audizione, richiesta dal Movimento 5 Stelle per conto di tutte le associazioni e i comitati brianzoli che si oppongono alla realizzazione di Pedemontana.

All’audizione, tra le iniziative del Movimento per ricominciare a portare nelle Istituzioni la voce dei cittadini, dei comitati e delle associazioni che operano direttamente sul territorio, partecipano, tra gli altri: Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile, i comitati Cives, Cesano per noi, Legambiente Desio, il Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza.

Finalmente le istanze dei cittadini trovano ascolto in Regione. L’audizione è il punto di arrivo di un lungo lavoro preparatorio di incontro e confronto tra il Movimento e l’associazionismo che opera sul territorio che sta incominciando a dare i suoi frutti. “Ascoltare le persone coinvolte dall’opera, a due giorni da un Consiglio regionale che ha portato in evidenza il rischio diossina per i cantieri della Pedemontana nella zona di Seveso è un atto dovuto”, spiega Giammarco Corbetta, consigliere del Movimento 5 Stelle Lombardia.

“Fino ad oggi la Regione non si è curata di ascoltare i cittadini – continua Corbetta – mentre le audizioni rischiano generalmente di concludersi con qualche pacca sulle spalle e vaghe promesse”.

“Non andrà così. Il Movimento 5 Stelle farà sue le richieste espresse dai comitati e, sulla Pedemontana, presenterà una risoluzione che obbligherà i gruppi consiliari a prendere pubblicamente, con il voto in commissione, un’assunzione di responsabilità. La Pedemontana è, e resta, una delle tante grandi opere inutili di questo Paese. E’ uno spreco di risorse in un periodo di forte crisi che arricchisce solo le tasche delle solite grandi imprese costruttrici e fa male al suolo e alla salute”, conclude il portavoce del Movimento 5 Stelle.

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Oggi il Consiglio Regionale ha approvato la mozione che impegna la Giunta a richiedere alla società Pedemontana un piano di caratterizzazione finalizzato alla bonifica delle aree contaminate dalla diossina dell’ICMESA di Seveso e interessate al passaggio dell’autostrada Pedemontana.

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ECCO IL MIO INTERVENTO IN AULA
Eppur si muove… verrebbe da dire. Oggi finalmente il consiglio regionale affronta il tema del rischio derivante dal passaggio di Pedemontana nell’area brianzola colpita negli anni 70 dalle ricadute di diossina dell’incidente ICMESA di Seveso.

Il 10 luglio 1976 è una data scolpita nella memoria degli abitanti di Seveso, Cesano Maderno, Bovisio Masciago, Desio e Meda: in quel giorno, furono investiti dalla nube tossica prodotta dal surriscaldamento di un reattore per la produzione di triclorofenolo della ditta ICMESA di Meda.

A causa di quel surriscaldamento la reazione chimica sfuggì di controllo e produsse una quantità tutt’ora imprecisata di TCDD, la più tossica delle diossine. Se ancora oggi non sappiamo con esattezza la quantità di sostanza tossica che fu riversata nell’area colpita, quello che invece è certo è che quella diossina non si è spostata da lì: a ribadirlo sono le analisi preliminari dei terreni, effettuate dalla società Pedemontana nel 2008, che – confermando esiti analoghi ottenuti da analisi condotte in anni precedenti – certificano concentrazioni di TCDD superiori alle soglie critiche tollerate nei terreni di quelle che nel 1976 furono chiamate “zona B” e “zona R”.

Ora, in questa grande area inquinata si vorrebbe far partire a breve i cantieri della più gigantesca opera autostradale prevista in Europa.

La speranza che la diossina, dopo un così lungo periodo, fosse scomparsa, decomposta o dissolta, è stata duramente smentita dai risultati delle analisi. Ancora oggi il suolo di quel territorio risulta gravemente contaminato.

Nel momento in cui dovessero partire i cantieri di Pedemontana, che prevedono enormi sbancamenti di terreno per realizzare 8 corsie autostradali, giganteschi svincoli e stazioni di servizio proprio lungo il tracciato del fall-out della nube tossica, quella diossina si solleverebbe per aria insieme alle polveri dei cantieri, tornando a essere un problema sanitario, in primo luogo per le maestranze impiegate nei cantieri e per i residenti dei quartieri vicini.

Il tema è molto sentito sul territorio ed è fonte di grande preoccupazione per i cittadini di Seveso, Meda, Barlassina, Cesano Maderno, Desio e Bovisio Masciago, che hanno già pagato a caro prezzo l’incidente dell’ICMESA.

Abbiamo deciso di lavorare a questa mozione, insieme al PD, su sollecitazione di alcune associazioni del territorio, perché ci sembra importante che della criticità DIOSSINA e sbancamenti di terreno contaminato, si iniziasse finalmente a parlarne anche in Regione Lombardia e che la Regione assumesse un ruolo responsabile che non ignorasse il rischio conseguente all’eventuale passaggio della pedemontana nelle zone contaminate da TCDD.

Insomma, dopo la seppur tardiva presa di coscienza dei sindaci, ora anche Regione Lombardia non può far più finta di niente e deve riconoscere la necessità di condurre un piano di caratterizzazione finalizzato alla bonifica delle aree interessate al progetto autostradale.

Questo però non significa che diamo per scontata la realizzazione delle tratte mancanti di Pedemontana. Fermare la realizzazione dell’opera autostradale alla tratta A (dalla A8 a Cassano Magnago alla A9 a Lomazzo), spostando gli investimenti delle tratte B1, B2, C e D in interventi sul trasporto pubblico e di messa in sicurezza o riqualificazione della rete stradale esistente resta palesemente la soluzione migliore.

Difatti la realizzazione del tratto brianzolo della Pedemontana presenta innumerevoli criticità, di cui la diossina è solo una delle principali: il mancato interramento della tratta, che porta l’autostrada a sfiorare le abitazioni, la mancata redazione della VAS, il costosissimo sistema tariffario, lo svincolo di Desio tra i più grandi d’Europa, il consumo del poco territorio libero rimasto nella provincia più cementifica d’Italia.

Senza contare gli enormi problemi anche sul versante della sostenibilità finanziaria, dal momento che il suo costo, vicino ai 5 miliardi di euro, ben difficilmente verrà coperto dal pubblico e/o dal privato.

Insomma, con questa mozione ci prepariamo al peggio, ma siamo fiduciosi sul fatto che in Brianza questa disastrosa autostrada non arriverà mai. I momenti di crisi economica come quello che stiamo vivendo, a volte hanno anche degli inaspettati risvolti positivi: possono fermare lo spreco di denaro pubblico in grandi opere inutili e inducono tutti ad un cambio di paradigma culturale: costruire autostrade non è un fattore di progresso né di sviluppo, oggi non siamo in una situazione di carenza di autostrade, bensì in una situazione di eccesso di traffico… e continuare a costruire autostrade non potrà che peggiorare la situazione!

11. Settembre 2013 · Commenti disabilitati su Audizione Comitati Pedemontana in Regione Lombardia · Categorie:Ambiente, Trasporti, Tutela del territorio

Ho chiesto e ottenuto un’audizione presso la Commissione Territorio e Infrastrutture per tutte le associazione e i comitati brianzoli che da tempo si battono contro Pedemontana. Ormai la tratta A è in fase di realizzazione, ma della Tratta B1, B2, C e D il futuro non è ancora scritto.
Finalmente questa importante battaglia arriva anche in Regione, che fino ad oggi ha adottato la politica dello struzzo.
Saranno presenti relatori di altissimo livello.
Chi può venga ad assistere!
L’appuntamento è per giovedì 19 ore 16.30 al Pirellone, ingresso Via Filzi.
Non è necessario prenotarsi, basta presentarsi in portineria (con documento di identità e possibilmente tessera sanitaria) e chiedere di assistere alla seduta della Commissione Ambiente e Territorio.

12. Giugno 2013 · Commenti disabilitati su Seveso, diossina e Pedemontana · Categorie:Trasporti, Tutela del territorio

Oggi ho incontrato gli amici di Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile, per ragionare di Pedemontana e diossina nei terreni di Seveso e altri comuni della zona… le istituzioni, per primo Regione Lombardia, non possono fare finta di niente di fronte ad una situazione di rischio così grave!
Questo video è DA VEDERE.

12. Giugno 2013 · Commenti disabilitati su Giù le mani dalle tranvie della Brianza! · Categorie:Trasporti, Tutela del territorio

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COMUNICATO STAMPA:
Il consigliere regionale Gianmarco Corbetta del MoVimento 5 Stelle ha depositato una interpellanza a risposta scritta per avere notizie certe sulla riqualificazione delle linee “Milano-Limbiate” e “Milano-Seregno”.

In particolare, nei giorni scorsi, il Commissario unico per l’Expo Giuseppe Sala avrebbe dichiarato alla stampa che ci potrebbe essere una diversa destinazione dei finanziamenti per le opere non più realizzabili in tempo utile per la manifestazione.

Gianmarco Corbetta, portavoce di Movimento 5 Stelle Lombardia spiega: “Siamo molto preoccupati per le due opere. Sono considerate ‘funzionali’ all’evento di Expo ma non saranno concluse nel 2015 e potrebbero essere sacrificate. Tutto questo sarebbe inaccettabile: se si tagliano gli investimenti sul trasporto pubblico locale si dimostra di non avere una visione a lungo termine della mobilità in Brianza. Queste opere sono fondamentali per alleviare i gravissimi problemi di mobilità della Brianza occidentale”.

“Nell’interpellanza chiediamo all’Assessore regionale alle infrastrutture e mobilità Maurizio Del Tenno di smentire che i fondi destinati alla realizzazione delle tranvie “Milano-Limbiate” e “Milano-Seregno”, e già impegnati, saranno destinati alla realizzazione di altri progetti”, continua Corbetta.

“L’obiettivo di riqualificare e potenziare quelle linee su ferro è perfettamente in linea con il nostro programma elettorale che chiedeva espressamente una ristrutturazione delle linee ferroviarie esistenti, più mobilità sostenibile e più trasporto pubblico. Ci auguriamo che anche la Regione Lombardia si voglia muovere in questa direzione, sarebbe gravissimo il contrario. Se si vuole risparmiare sulle opere legate ad Expo, suggerirei di eliminare la Pedemontana, un’autostrada inutile e dannosa”, conclude il consigliere di M5S.

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Ecco il mio intervento oggi in aula:

Buongiorno a tutti,
crediamo di aver dato prova, in questi primi due mesi di attività consiliare, di non avere remore nel votare insieme alla maggioranza e al resto dell’opposizione a fronte di proposte e progetti condivisibili.
Non sarà questo il caso, perché stentiamo a comprendere le reali ragioni di questo progetto di legge. Sia in commissione che in consiglio, nelle fasi preliminari di questa legislatura, abbiamo apprezzato gli interventi, provenienti dalla maggioranza e dall’opposizione, che ponevano l’attenzione sulla necessità di difendere il nostro territorio dal cemento e dalla speculazione edilizia che lo ha già in buona parte devastato (pensiamo ad esempio alla provincia di Monza e Brianza, la più cementificata d’Italia), attraverso la rivisitazione della legge 12 del 2005.
Non vediamo coerenza tra queste apprezzabili dichiarazioni iniziali e il progetto di legge in oggetto, che di fatto concederà a tutti quei comuni che non si sono ancora dotati di un Piano di Governo del Territorio di procedere con nuove aggressioni al bene comune che è il nostro suolo: difatti gli Sportelli Unici Attività Produttive e i Programmi Integrati di Intervento (ancorchè solo di rilevanza regionale… ma questo significa anche solo ospitare grandi strutture di vendita!) e gli Accordi di Programma sono proprio le cose più pericolose che si possono fare con i vecchi PRG che state per riesumare; PRG che, ricordiamo, in alcuni casi sono un vero e proprio cimelio risalente agli anni ‘70 e ‘80. Si tratta dunque di piani redatti in anni in cui si prospettavano smisurate espansioni urbane, per fortuna in molti casi irrealizzate, ma che, se non decadono, costituiscono veri e propri ordigni innescati, potenzialmente in grado di spalmare migliaia di ettari di cemento su quel che resta delle nostre campagne.

L’abitudine, di molti comuni, di considerare derogabili i termini della pianificazione urbanistica deve cessare. Ci sono comuni che hanno affidato l’incarico a studi professionali per la redazione del pgt nel 2007 e oggi, a sei anni di distanza, non sono ancora riusciti a chiudere la partita sia per loro incapacità, sia perchè non trovano la quadra nel mantenere le promesse fatte alle varie lobby locali. Nel frattempo molti comuni hanno ritenuto molto più proficuo e redditizio portare avanti Programmi Integrati di Intervento per cementificare e incassare gli oneri di urbanizzazione aggirando i paletti della legge 12. In sintesi: le amministrazioni che non hanno ancora oggi un PGT sono colpevoli impunite. Ed è proprio per limitare i margini speculativi di spregiudicate operazioni di consumo di suolo che non ha senso ridare vita a previsioni urbanistiche di strumenti ormai più che decotti.

Tutti i consiglieri hanno ricevuto la lettera in cui il presidente Anci Attilio Fontana, chiedeva l’ennesima propoga a favore dei comuni fuori legge. Ricordiamo che Attilio Fontana è da ben 7 anni sindaco di Varese, Comune che non ha neppure adottato il PGT. Con tale lettera non sembra difendere i Comuni che rappresenta, ma solo se stesso in quanto sindaco inadempiente. Fontana ha dichiarato che la legge 12 presenta “aspetti particolarmente complessi ed onerosi che hanno comportato per circa 400 comuni lombardi l’impossibilità di perfezionare l’adozione ed approvazione definitive dello strumento PGT”. Ora, la legge 12 sarà pur brutta e complicata, ma sostenere che in 6/7 anni di ininterrotto mandato non era possibile fare il PGT, dà veramente misura del tasso di ipocrisia politica che purtroppo circola nella nostra Regione. Ricordiamo che, per esempio, il comune di Monza approvò il PGT a metà del 2007, cioè a soli due anni dall’entrata in vigore della legge 12.

La proroga che il consiglio sta per approvare con il voto bipartisan PdL, Lega, Pd e Civica Ambrosoli premia, ancora una volta, i comuni inadempienti che potranno incassare l’IMU sui terreni edificabili esattamente come i comuni rispettosi della legge che in questi anni di crisi, e con il settore edilizio praticamente fermo, si sono svenati per redigere un piano molto complesso, sobbarcandosi costi onerosi che avrebbero potuto destinare ai servizi per i cittadini. Inoltre questa ennesima proroga distrugge quel poco di credibilità che era rimasto all’Ente Regione Lombardia, costretto a rimangiarsi l’ennesimo termine “ultimativo” per l’adozione del Piano di Governo del Territorio, stabilito neanche sei mesi fa.

Noi inizialmente eravamo per un no deciso a qualsiasi ennesimo ritocco alla legge 12 per la parte relativa alla proroga del PGT ai Comuni; abbiamo però accolto con interesse la proposta di Legambiente, che ci è sembrata di buon senso: come segno di sostanziale apertura alle richieste (quelle legittime) dei Comuni, abbiamo proposto che il PRG restasse in vigore, senza limite. Ma che nel contempo decadessero tutte le facoltà di urbanizzazione di aree libere in esso previste, nonchè le possibilità di continuare a fare piani in variante, anche di tipo attuativo (Programmi Integrati di Intervento e Sportelli Unici Attività Produttive), sulla base di tale PRG.

Ci è sembrato il modo corretto di incentivare la ripresa dell’attività edilizia attraverso l’ammodernamento e la messa in efficienza energetica del patrimonio immobiliare esistente, la manutenzione ordinaria e straordinaria, il restauro e il risanamento conservativo; ed eravamo inoltre disponibili a confrontarci sulla possibilità di effettuare interventi di ristrutturazione (salvo poi quanto emerso dall’analisi dall’Ufficio Assistenza Legale del Consiglio); insomma va bene tutto ma nessun nuovo cemento su aree libere. Questa linea non è passata in Commissione e quindi noi torniamo a votare contro questo Progetto di Legge, senza esitazioni.

17. Maggio 2013 · Commenti disabilitati su Riesumati i vecchi PRG… · Categorie:Tutela del territorio

Ieri la Commissione Territorio e Infrastrutture della Regione Lombardia, presieduta da Alessandro Sala (Maroni Presidente), ha prorogato, per la quarta volta, i termini per l’approvazione dei Piani di Governo del territorio per i Comuni, riesumando i vecchi PRG e bocciando un emendamento del M5S che avrebbe evitato altre speculazioni edilizie.

La bocciatura dell’emendamento del Movimento 5 Stelle rende palese che la dilazione decisa dalla Commissione penalizza tutti i piccoli comuni che in questi anni di crisi, e con il settore edilizio praticamente fermo, si sono svenati per redigere un piano molto complesso, sobbarcandosi di costi onerosi che avrebbero potuto destinare ai servizi per i cittadini.

La proroga accordata dalla Commissione con l’ennesimo voto bipartisan PdL, Lega e Pd premia, ancora una volta, i comuni inadempienti che potranno incassare l’IMU sui terreni edificabili esattamente come i comuni virtuosi e distrugge quel poco di credibilità che era rimasto all’Ente Regione Lombardia, costretto a rimangiarsi l’ennesimo termine “ultimativo” per l’adozione del Piano di Governo del Territorio, stabilito meno di sei mesi fa.

Per gli inadempienti si è introdotto un sistema sanzionatorio fotocopia rispetto a quello previsto dalla legge regionale, e mai applicato, che non tutelerà l’ambiente dal consumo di suolo e dalle speculazioni edilizie.

Il M5S chiedeva di dichiarare inefficaci tutte le previsioni di espansione sul suolo inedificato contenute nei vetusti PRG e di impedirne qualsiasi variante al fine di evitare l’ennesimo consumo di suolo.

07. Maggio 2013 · Commenti disabilitati su Il mio primo intervento in aula… sfumato! · Categorie:Tutela del territorio

Per la seduta del consiglio regionale di oggi avevo preparato un intervento, con il supporto di molti attivisti, su una mozione relativa alla proroga dei termini entro i quali i comuni ancora inadempienti devono adottare il Piano di Governo del Territorio, secondo la legge regionale 12 del 2005. Purtroppo non ho potuto fare l’intervento in aula perché la mozione è stata ritirata, in quanto ci sono già due progetti di legge sullo stesso tema che andranno in discussione in commissione territorio giovedì.
Poco male, userò in quella sede quanto avevo preparato:

Buongiorno a tutti,
stentiamo a comprendere le ragioni di questa mozione (e delle due proposte di legge, sullo stesso tema, che verranno presto discusse in Commissione Territorio).

Sia in commissione che in consiglio, abbiamo apprezzato gli interventi, provenienti dalla maggioranza e dall’opposizione, che ponevano l’attenzione sulla necessità stringente di difendere il nostro territorio dal cemento, dalla speculazione edilizia che lo ha già in buona parte devastato (pensiamo ad esempio alla provincia di Monza e Brianza, la più cementificata d’Italia) , rivisitando la legge 12 del 2005.

Non vediamo coerenza tra queste apprezzabili dichiarazioni e la mozione in oggetto, che di fatto concederà a tutti quei comuni che non si sono ancora dotati di un Piano di Governo del Territorio di procedere con nuove aggressioni al bene comune che è il nostro suolo.

Tutti noi qui dentro condividiamo, a parole, la necessità di incentivare la ripresa dell’attività edilizia attraverso l’ammodernamento e la messa in efficienza energetica del patrimonio immobiliare esistente. Ma questo, la legge regionale in vigore, già lo consente: la legge prevede che in mancanza di PGT approvato, si possano comunque fare interventi edilizi di manutenzione ordinaria, straordinaria, e piani attuativi già convenzionati, riferendosi alle norme contenute nei PRG vigenti; ciò che non è possibile fare è edificare nuove costruzioni.

L’abitudine, di molti comuni, di considerare derogabili i termini della pianificazione urbanistica deve cessare. Ci sono comuni che hanno affidato l’incarico a studi professionali per la redazione del pgt nel 2007 e oggi, a sei anni di distanza, ancora non sono riusciti a chiudere la partita sia per loro incapacità, sia perchè non trovano la quadra nel mantenere le promesse fatte alle varie lobby locali. Nel frattempo molti comuni hanno ritenuto molto più proficuo e redditizio portare avanti piani integrati di intervento per cementificare e incassare gli oneri di urbanizzazione aggirando i paletti della legge 12.

Ed è proprio per limitare i margini speculativi di spregiudicate operazioni di consumo di suolo che non ha senso ridare vita a previsioni urbanistiche di strumenti ormai più che decotti, come i vecchi PRG.

Concludo facendo mie le parole del presidente di Legambiente Lombardia:
“E’ semplicemente sconcertante questo coro di piagnoni, di destra e di sinistra, che chiedono di continuare a legittimare quella che da anni è un’ignavia urbanistica spesso colposa.”

Per quanto detto il M5S esprime voto contrario alla mozione.

18. Aprile 2013 · Commenti disabilitati su Il lago d’Idro non è un diga! · Categorie:Tutela del territorio

Venerdì scorso prima “missione” da consigliere regionale. In qualità di membro della costituenda Commissione Ambiente, insieme al collega Giampietro Maccabiani, sono andato in visita ai Comitati di cittadini che lottano per difendere il loro lago.

La storia del lago di Idro (sul confine con il Trentino) è una classica storia all’italiana: la politica, per favorire gli interessi privati, non si preoccupa di causare gravi danni ad un’intera comunità e al suo lago.

Ma a Idro, come sempre più spesso succede in giro per l’Italia, i cittadini non ci stanno e si ribellano, spalleggiati dall’amministrazione locale.

Ho incontrato delle bellissime persone, uomini e donne di tutte le età, che da 4 mesi danno vita ad un presidio permanente (giorno e notte) per difendere il loro diritto di vivere in un ambiente naturale.

Da 100 anni avviene la captazione artificiale delle acque e per lunghi decenni vi è stata una regolazione con escursioni di livello di 7 metri, pari ad uno sversamento di 75 milioni di metri cubi d’acqua, con una variazione media della superficie del lago attorno a 1,10 km quadrati.

Il tutto ha comportato una notevole riduzione della presenza di pesci nel lago, la crisi della pesca, danni ingenti alla vocazione turistica del bellissimo lago e al suo ecosistema.

Dopo un periodo di tranquillità, oggi il lago è nuovamente minacciato da un progetto voluto da Regione Lombardia. I cittadini di Idro non sono contro i produttori di energia idroelettrica e nemmeno contro le esigenze dell’agricoltura locale, ma pretendono che il loro lago non venga trattato come un diga e che si tutelino anche gli interessi di chi intorno al lago vive.

Per saperne di più: http://www.salviamoillagodidro.it/

Amici di Idro, grazie della vostra calda accoglienza! Difficilmente saremo “i salvatori del lago” come ci avete definito, ma ce la metteremo tutta per aiutarvi!